Il piviale è formato da 5 frammenti di un tessuto operato di seta nel manto e da tre frammenti di altro tessuto, più recente, nello stolone e nel cappuccio. Il parato è foderato ed è decorato da galloni di due altezze. Denom. tecnica: 1 Pékin, liserè, broccato, lanciato (manto). 2 Lampasso lanciato (stolone e cappuccio). Motivo a fasce verticali intorno a cui sono avvolti tralci fioriti alternati a motivi di righe verticali interrotte in successione regolare da un mazzo di tre fiori. Rapporto di disegno: 7 x 7 cm. Fondo giallo, disegno giallo e verde. 2 Sottili tralci stilizzati formano nel loro andamento sinuoso verticale maglie a doppia punta racchiudenti un mazzo di tre foglie. Rapporto di disegno: 40 x 26 cm. Fondo bianco, disegno giallo. Analisi tecnica: 1 Ordito di fondo, seta gialla, 68 fili/cm; ordito di pelo, seta gialla messa doppia, 68 fili/cm; proporzione: 1 filo di fondo, 1 filo doppio di pelo. Trama di fondo, seta gialla e seta verde, 64 colpi/cm; trama lanciata, seta marrone scuro, 32 colpi/cm; trama broccata, seta gialla (due toni), 32 colpi/cm; proporzione: un colpo di fondo (giallo), un colpo di fondo (verde), un colpo di lanciato e uno di broccato. Il fondo del tessuto (Continua nel campo Oss.)
- OGGETTO piviale
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
- LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tessuto originario del piviale è di produzione tardo settecentesca la cui tipologia, chiamata pekin broccato, nasce in Francia nell'anno 1730, quando vengono eseguiti i primi tessuti "a raie faconnè" chiamati "amboisiennes" (M. Paulet, l'art du Fabricant de velours de coton, in "Description des Arts et Métiers", Parigi 1778, p. 779, tav. 84). All'innovazione tecnica si accompagna all'epoca di Luigi XVI quella decorativa caratterizzata da soggetti floreali disposti lungo righe verticali rigide che diventano il motivo dominante. I fiori si fanno molto più piccoli delle dimensioni naturali e spesso sono abbinati a nastri, anelli, fiocchi su un colore di fondo più chiaro rispetto alle epoche precedenti. I riferimenti cronologici sono costituiti dal pekin del Museo del Tessuto di Lione, tav. 133 (J. M. Tuchecherer, Takabiko, Etoffes merveilleuses du Musèe historique des Tissus, Tokio 1976, v. II, tav. 133, inv. 33131, tav. 208, inv. 26024,) datato agli anni 1775-1780 e quello della tavola 208, inv. 26024, datato agli stessi anni, per la presenza di piccoli bouquet di fiori e dei ramages sinusoidali. In ambito piemontese va segnalato per le affinità tecniche un piviale in pekin broccato conservato nella Collegiata di Santa Maria d'Arona, datato agli anni 1770-90 (Tessuti antichi nelle chiese di Arona, a cura di G. Romano e D. Devoti, Arona 1981, scheda 23, p. 199 di E. Bazzani). I primi pekin documentatamente italiani sembrano essere prodotti a Reggio Emilia dal 1778 al 1783. Il piviale si presenta molto consunto, già fatto oggetto di rammendo e ricomposizione intorno al terzo decennio del XX secolo, se si usa come riferimento cronologico la datazione dei tessuti inseriti di produzione Bertarelli. L'uso della seta artificiale sposta ulteriormente la datazione del tessuto Bertarelli ad anni posteriori il 1924 (E. Bazzani, Il XIX secolo: tessuti di seta al telaio jaquard, in A.A.V.V., La collozione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti dal XVIII al XIX secolo, Bologna 1985) (E. Roncoroni, La seta nell'arte, Cremona 1980). Anche i galloni di guarnizione sono di produzione Bertarelli (Catalogo Generale della Ditta fratelli Bertarelli, n.106, Milano, s.d. ma subito dopo il 1910, pp. 554-556) e corrisponde alla descrizione fornita al n. d'inv. 1001: "bordo di prima qualità in similoro o uso argento a L. 0,21 il metro". Probabilmente, consapevoli dell'antichità del tessuto, i parrocchiani, nel terzo decennio del'900, per frenare la consunzione, inserirono una stoffa più robusta e consistente nelle zone maggiormente danneggiate dall'usura. Il colore verde viene usato in liturgia nel periodo della Epifania e della Pentecoste (A. Barbero, Appunti sull'uso liturgico dei paramenti, in Tessuti antichi nelle chiese di Arona, a cura di G. Romano e D. Devoti, Arona 1981, p. 227-238; Compendio delle Cerimonie ecclesiastiche del padre Garianto con l'Addizion del padre Merati, 1761). A proposito dei tessuti a più colori, come in questo caso, le disposizioni prevedono le variazioni della moda accettando che il colore prevalente determini l'uso del paramento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100036055
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0