soggetto assente
zagaglia,
ca 1850 - ca 1940
Zagaglia con asta cilindrica in legno con pomello in ferro all’estremità inferiore. La punta, dello stesso materiale, è lanceolata e presenta una nervatura centrale. La gorbia è a forma troncoconica. Lance di questo tipo erano diffuse in tutta l’Africa e venivano usate in particolare per la caccia
- OGGETTO zagaglia
- AMBITO CULTURALE Ambito Africano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sin dall’inizio dell’era del colonialismo moderno, nel XVI secolo, viaggiatori ed esploratori dimostrarono interesse nel raccogliere e collezionare oggetti prodotti nei paesi che visitavano. Destinati inizialmente ad essere esposti nelle Wunderkammer, nelle quali personaggi facoltosi dell’alta società europea mettevano in mostra le “artificialia” prodotte da popoli lontani, divennero poi oggetto di studio da parte degli etnografi. Che fosse per studio o per diletto i collezionisti erano interessati ai cosiddetti “curiosa”, artefatti particolari il cui uso era ignoto agli europei e che venivano quindi percepiti come frutti di un ingegno esotico, ma anche agli oggetti di uso quotidiano, a quelli rituali e religiosi, e alle armi. Considerati testimonianze della vita di popolazioni “primitive” e di uno stadio dello sviluppo umano antecedente a quello moderno, tali artefatti erano preziose fonti di informazioni per gli studiosi e interessanti suppellettili esotiche per i ricchi collezionisti. Ben presto si sviluppò un florido mercato per tali oggetti, prodotti talvolta appositamente per essere venduti agli stranieri e in molti altri casi creati originariamente dalle popolazioni locali per il proprio consumo e poi acquistati dai visitatori di passaggio. Nati per l’uso quotidiano e divenuti articoli da collezione, i manufatti delle popolazioni lontane compirono un passaggio simbolico attraverso il quale guadagnarono lo status di oggetti pregiati, degni di essere donati a persone di spicco in occasioni importanti. Nonostante in mancanza di documentazione puntuale non sia possibile risalire alle circostanze di arrivo della zagaglia in Italia, si segnala un articolo del Corriere della Sera del 29 maggio 1919 nel quale si fa riferimento a delle lance donate a Vittorio Emanuele II da una missione abissina giunta in visita per congratularsi con il Sovrano per la vittoria, presumibilmente, della Prima Guerra Mondiale: «Col solito cerimoniale delle ambasciate straordinarie, il Re ha ricevuto stamane la Missione etiopica, venuta espressamente in Italia a felicitare e complimentare per la vittoria il nostro Sovrano […]. il Capo della Missione, Deglac Gatacciù, ha presentato al Sovrano una lettera autografa dell’Imperatrice e doni ricchissimi che la Missione ha portato seco. Splendidi tra questi due enormi denti di elefante, lancie ed altre armi cesellate […]» (Corriere della Sera, 29 maggio 1919, n. 148, p.2). In alternativa l’arma in questione potrebbe essere stata acquisita da uno dei membri della famiglia Savoia durante uno dei tanti viaggi che compirono in Africa o donata da un’altra delegazione diplomatica del continente. Nell'inverno 1989 l'arma fu rimossa dal pannello con trofeo d'armi a cui era affissa, ed è stato operato un intervento di manutenzione di emergenza per fermare il degrado con protettivo rimovibile in ragia minerale. Al momento della schedatura di revisione (2022) l'arma si trova nel deposito armeria. La zagaglia appartiene a un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in omaggio dalla famiglia reale di Savoia. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e tutt’oggi risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica realizzati con materiali locali. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria ai livelli più alti delle pubbliche relazioni
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100035784
- NUMERO D'INVENTARIO R 7035/11
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
2016
2020
2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0