Sant'Apollonia, San Carlo Borromeo e il Beato Amedeo di Savoia

dipinto,

Sullo sfondo della pala, molto scuro, nel quale si intravede un'architettura classica, si stagliano i tre santi, rigidi, secondo uno schema quasi teatrale. La S. Apollonia, posta al centro della composizione su un piedistallo grigio, regge nella mao sinistra sollevata lo strumento del suo martirio (la tenaglia, stringente un dente); ella svetta sugli altri due santi: S. Carlo Borromeo, a destra della composizione, dalla tonaca cardinalizia di un rosso squillante, e il Beato Amedeo di Savoia, identificabile dal collare dell'ordine della S.ma Annunziata e dal filatterio con il motto

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Crosio Giovanni (1583/ 1654 Ca): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito astigiano
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione della tela al Crosio è dubbia. Risulta dalla relazione del vescovo Rotario nel 1637 (Visita Pastorale) che sull'altare dedicato a S. Apollonia era posto un quadro "optime tabulis ligneis", mentre il vescovo Migliavacca informa negli ultimi anni del secolo XVII che la cappella era di spattanza degli eredi di Matteo Voglietis (Visita pastorale, 1697), notizia questa confermata nuovamente dal Todone nel 1729 (Visita pastorale). Entrambi i prelati ricordano un beneficio eretto a quest'altare da Bertolotto Torriglia, ma nessuno dei due menziona alcuna tavola, tanto che ancora oggi sull'altare non compare una tavola, bensì una tela. Sappiamo che nell'ultimo anno del secolo XVII in Villanova il pittore Giacomo Banchino firma una tela raffigurante S. Barnaba, oggi nel Municipio della città, con la scritta: "1699 fatto da Giacomo Banchino nel Sindacato del Sig. Giovanni Battista Riccio " (E. Verona, "Villanova d'Asti e i suoi dintorni", Asti 1949). Di questo pittore non si ha nessuna altra notizia. Per l'atmosfera cupa, una certa rozzezza e rigidità quasi teatrale dei personaggi, la banalità nel tracciare il panneggio o il volto dei santi dai tratti drammatici, la tela presenta non poche affinità con quella di S. Barnaba in Municipio, tanto da poter sospettare lo stesso autore per le due opere. Questa ipotesi tuttavia va sottoposta ad attenta verifica. Questo pittore può collocarsi in ambito locale, non lontano dalla produzione di G. Battista Fariano, che nel 1647 dipinge per il convento di S. Martino ad Asti una Deposizione (N. Gabrielli, "Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli", Istituto Bancario S. Paolo, Torino 1977). Da un promemoria del Parroco Cauda (Archivio parrocchiale) sappiamo che il dipinto fi ritirato il 6.9.1954 da N. Gabrielli per un restauro eseguito dal prof. Boasso, e restituita il 2.5.1955
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034582
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso, a sinistra - B.I AM/ FACI TE/ET D.NUS - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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