crocifissione di Cristo

decorazione pittorica, 1540 - 1560

Le pareti della cappella e la lunetta che si apre sotto l'emiciclo del catino sono decorate da un medesimo pittore con due episodi relativi alla Passione di Cristo

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Farrari Gaudenzio
    Tornielli Gerolamo
    Ambito Della Francia Settentrionale
    ambito lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Già il Roccavilla (A. Roccavilla, "L'arte nel biellese", Biella 1905) rilevava dei ritocchi nelle figure, attuati probabilmente in occasione della chiusura del nicchione che si apriva in corrispondenza del gruppo delle Marie; lo studioso spostava quindi la tradizionale attribuzione a Gaudenzio Ferrari in direzzione dello stello Gerolam,o Tornielli, che si sarebbe ispirato alla Crocifissione Gaudenziana in S. Cristoforo a Vercelli e che sarebbe stato responsabile, da cultore della grottesca, della bizzarria del piede spostato di Nicodemo. Il Torrione (P. Torrione, "La basilica di S. Sebastiano in Biella", Biella 1949), invece, avanzava l'ipotesi di un pittore della francia settentrionale, che avrebbe dipinto l'affresco su commissione di Filiberto Ferrero Dieschi, Signore di Zumaglia, e di una sua sorella Margherita, andata in sposa nel 1525 a Giorgio Gromo, nipote del fondatore del monastero di S. Gerolamo a Biella. L. Mallè (L. Mallè, "Spanzotti, Defendente, Giovenone. Nuovi studi", Torino 1971) pur notando nell'affresco, peraltro vistosamente rifatto, una cultura parzialmente giovenoniana e risonanze defendentesche, parlava di un pittore itinerante piuttosto grossolano, intorno alla metà del Cinquecento. La O. Canina (O. Canina, "La chiesa di S. Sebastiano", in "Scritti storici in memoria di Pietro Torrione", Biella 1975) proponeva confronti, oltre che con la crocifissione di Vercelli, con quelle, sempre di Gaudenzio, di S. Maria delle Grazie a Varallo e della Galleria Sabauda di Torino, mentre Sciolla (G.C. Sciolla, "Il biellese dal medioevo all'Ottocento", Torino 1980), infine, parlava di cultura lombarda per un maestro operante nella metà del XVI. In realtà il dipinto ripropone un'iconografia solo di vago ricordo gaudenziano, se mai più legata ancora ai modelli defendenteschi, ma è sostanzialmente estraneo sia alla stesura cromaticamente preziosa di Gerolamo Giovenone, debitore della tecnica nordica di Gaudenzio Ferrari, sia all'umanità palpitante le tumultuose crocifissioni di Gaudenzio. Nell'organizzazione spaziale ancora quattrocentesca confluiscono dati piemontesi e francesi (nella città sullo sfondo) rielaborati dal pittore, certamente non straniero, prima del 1540, anno della consacrazione della chiesa, per la parte superiore dell'affresco e dopo tale data per quanto riguarda le figure, purtroppo attualmente illeggibili in seguito ai rifacimenti Ottocenteschi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034082-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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