Annunciazione
La Madonna è raffigurata presso un leggio-inginocchiatoio, nell'atto di pregare. Alzando lo sguardo dal libro di preghiere si volge vero l'angelo comparso sulla destra e ne ascolta le parole in atteggiamento sottomesso, con le mani aperte e leggermente levate. L'angelo, in piedi, ha una ricca veste gonfiata dal vento; tiene la destra alzata ed un giglio nella mano sinistra. Tra le due figure compaiono alcuni elementi caratteristici dell'ambiente domestico: uno sgabello con il gatto accovacciato, un cesto con dei panni, un gomitolo di filo. Dietro la Vergine, immerso nell'oscurità, si vede appena un letto con tendaggi. In alto, al centro, è raffigurata la colomba dello Spirito Santo, discesa attreverso le nubi che accolgono una schiera di angioletti musicanti. Le note cromatiche più intense sono il rosso della veste ed il blu del manto della Madonna, il bianco della veste ed il giallo dorato dell'abito dell'angelo. Qualche tocco di bianco è stato impiegato per il giglio, la colomba, il gatto, i panni. Gli altri colori riproducono le tinte naturali del legno, dell'incarnato, delle capigliature. Il fondo è scuro, sfumato nei toni del grigio. Il dipinto è inserito in una cornice a listello dorata e continata, a sua volta bordata da una fascia in marmo [Continua in OSSERVAZIONI]
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Crespi Antonio Maria Detto Bustino (1590/ 1630 (?))
- LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'inventario del 1617 fornisce una descrizione piuttosto sintetica della cappella dell'Annunciata eretta "à spese della S.ra Miralda Zapelona", probabilmente ancora incompleta e priva della pala d'altare. I lavori per la cappella si conclusero intorno al 1618 (P. Zanetta, La cappella della SS. Annunciata, in "Appunti di Storia Religiosa Borgomanerese", 1983, II, n. 48, pp. 189-190) e perciò si può pensare che dopo tale data il dipinto sia stato eseguito a breve termine o sia stato almeno commissionato. Un documento recentemente pubblicato da Piero Zanetta ha consentito di attribuire con certezza il dipinto ad Antonio Maria Crespi detto il Bustino. Nell'inventario del 1662 si legge infatti: "la detta Cappella ha in mezzo et sopra l'altare un Ancona in tela nella quale vi sono dipinte l'immagini della SS.ma Vergine et dell'Angelo Gabriele che annoncia l'Incarnatione di N. S. Gesù Cristo di mano del Bustino di Como, con sua tendina di canedale rosso guarnita di franzetta di seta rossa (P. Zanetta, Antonio Maria Crespi è l'autore della pala dell'Annunciazione, in "Vita e Storia Religiosa borgomanerese", 1984, III, n. 61, pp. 241-242). Il Bustino nasce nel 1590 a Busto Arsizio e quasi sicuramente muore durante la pestilenza del 1630 nella città natale. Svolge la sua attività in ambito lombardo, tra Busto Arsizio, dove firma la prima opera nota, La consacrazione episcopale di S. Benedetto Crespi (?) nel 1611 per la chiesa di San Giovanni, il Sacro Monte d'Orta, dove affresca la VII cappella fra il 1628 e 1629, e Como, dove esegue per il Duomo il Cristo vittorioso con quattro santi adoranti. La sua cultura è riconducibile all'ambiente milanese, al Cerano e al Morazzone, al quale si dimostra particolarmente legato e con il quale ha forse collaborato nei lavori al Sacro Monte d'Orta. "Tra il 1617 ed il 1628 questo pittore ebbe poi la possibilità di maturare ed approfondire il proprio discorso pittorico non distaccandosi comunque dal caro nome del Morazzone (G. Pacciarotti, I pittori Crespi Castoldi, in "Rivista Archeologica dell'antica provincia e diocesi di Como", 1979, fasc. 161, pp. 283-317). Sono anche gli anni in cui si colloca l'attività del Bustino nella parrocchiale di Borgomanero, dove, nel secondo decennio del XVII secolo, il Morazzone aveva lavorato per le cappelle di San Rocco e di San Carlo Borromeo; la presenza del Bustino è quindi ben giustificata e coerente con le scelte compiute fino a quel momento per la decorazione pittorica delle cappelle, chiaramente orientate sui modi e sull'impronta devozionale della cerchia milanese e morazzonica in particolare. Il Bustino doveva sicuramente conoscere le versioni del soggetto dell'Annunciazione offerta dal Morazzone, si pensi all'Annunciazione conservata alla Pinacoteca di Lucca (1610 ca.), a quella dell'Ospedale Maggiore di Milano, della Collegiata di Arona, di Cremona e di Sant'Agnese a Vercelli (1620 ca.). Nei dipinti morazzoniani, la figura dell'angelo, colto in volo, rappresenta un elemento dinamico nella composizione, introducendo spesso un movimento a spirale, suggerito anche dall'abbondante e gonfio panneggio. Questo tipo di panneggio viene utilizzato anche dal Bustino per l'angelo, che però appare frenato nello slancio ed è atteggiato in una posa quasi statuarioa, con notevole risalto simbolico e visivo. Morazzoniana sono la tonalità dei gialli e dei bianchi e la resa cromatica dei tessuti con riflessi traslucidi. Per la figura della Vergine il confronto più interessante è quello con l'Annunciazione dell'Ospedale Maggiore di Milano, per l'atteggiamento modesto e l'espresisone devota. in questo dipinto compaiono anche il cestino dei panni e la sedia col gatto che torneranno nell'Annunciazione della collegiata di Arona, insieme all'inginocchiatoio. per gli angioletti musicanti non mancano richiami morazzoniani, riconducibili ad una tradizione che risale a Gaudenzio Ferrari. Nonostante questi richiami, al dipinto non manca un'impronta originale che qualifica e definisce il temperamento pacato, la tensione morale e la fermezza del segno di Crespi. Il Pacciarotti sottolinea l'"evidenza devota e didascalica" che caratterizza la sua arte, riscontrabile anche nell'Annunciazione, tanto nella figura della Vergine, così modesta e dolce, come in quella dell'angelo, maestoso e ridondante nel panneggio. L'Annunciazione di Borgomanerosi sinserisce agevolmente nel "corpus" delle opere note: è interessante il confronto con il Cristo vittorioeo e quattro santi adoranti del duomo di Como, dove compaiono le stesse nubi solide e dense; si possono notare inoltre la somiglianza tra il profilo dell'angelo annunciante e quello della santa in adorazione, l'attenzione alla resa cromatica e materica delle stoffe ed alla riproduzione dei particolari, come le insegne vescovili, i gigli e l'arredo casalingo. Nel successivo impegno per il Sacro Monte, il Crespi manifesterà maggiore libertà espressiva ed inventiva, stimolato dalle possibilità offerte da [Continua in OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034040
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0