lapide commemorativa, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XIX)
La lapide di forma rettangolare, che reca un'iscrizione in capitale romana incisa in eleganti caratteri ed assai armonica nella partitura, è delimitata inferiormente da una modanatura a gola dritta e si impone su due grandi volute dai profili rilevati, legate dorso a dorso e desinenti in accentuati riccioli; da quelli centrali, accoglienti fiori a quattro petali, originano due grandi corolle ornamentali. Superiormente la lapide è decorata da in motivo a fusarola seguito da un'alta fascia a foglie stilizzate; la cuspide, profilata da un bordo sporgente, è ornata da due semipalmette angolari e presenta sulla fronte due stemmi accostati poggianti su volutine e affiancati da animali fantastici caudati e alati. La lunetta sovrastante è ornata con trofei ad altorilievo; al centro campeggia una grande lorica sormontata da un elmo crestato con ai lati due vessilli frangiati ad ampie pieghe e, inferiormente, due cimieri di foggia differente poggianti su cannoni. Compeltano la decorazione stendardi, spade, alabarde, disposti a raggiera dietro la corazza
- OGGETTO lapide commemorativa
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MATERIA E TECNICA
marmo bianco/ scultura
marmo venato/ scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide ricorda, come attestano l'iscrizione e gli stemmi, il barone Carlo Luigi Perrone di S. Martino e la consorte Paola Argentero di Bersezio, defunti rispettivamente negli anni 1836 e 1835. Carlo Luigi Perrone, nato l'8 febbraio 1764, fu generale di cavalleria, carica cui alludono infatti i trofei del rilievo sovrastante la lapide, e discendente dall'antica famiglia dei Perrone, originaria di Chiaverano presso Ivrea; i primi Perrone di cui si ha notizia vissero infatti nel XIII-XIV secolo. Fautore della fortuna della casata fu Carlo Perrone Cittadini di Ivrea, consigliere e mastro auditore camerale il quale, grazie ai servigi resi al duca Carlo Emanuele I, ottenne nel 1601, per sè e per tutti i suoi discendenti maschi, l'investitura del contado di S. Martino e della baronia di Quart (i conti di S. Martino veri e propri vennero ad estinguersi sul finire del secolo XVI; cfr. F. Carandini, "Vecchia Ivrea", Ivrea 1914, terza edizione 1963). La famiglia Perrone aveva la propria tomba nella chiesa del Convento dei Cappuccini di Ivrea, per volontà del suddetto barone Carlo che aveva infatti donato ai padri Cappuccini il terreno per edificarvi la chiesa partecipando in larga misura alle spese per la costruzione della stessa. All'inizio del XIX secolo, allorchè tale chiesa fu sconsacrata, il barone Carlo Luigi cui è dedicata la lapide, ottenne il diritto di una nuova tomba nella cripta del Duomo, dove furono appunto trasportati i resti dei suoi antenati e nella quale viene egli stesso tumulato con la moglie (cfr. G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926). La lapide, che assume particolare importanza grazie alla rilevante presenza del partito ornamentale, sembra essere databile non agli anni della morte di Paola e Carlo Perrone, ma ad un momento successivo, verso il 1849. Tale ipotesi è giustificata dal fatto che l'iscrizione commemorativa venne dettata dalla nuora, la baronessa Jenny Fay de la Tour secondo la volontà dell'"estinto consorte" Ettore Perrone, deceduto nel marzo del 1849 inseguito alle ferite riportate nella Battaglia di Novara. Per l'araldica degli stemmi cfr. Di Ricaldone A., "Genealogie e armi gentilizie subalpine", Roma 1975; U. Dallari, "Motti araldici editi di antiche famiglie italiane", Bologna 1918)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033793
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI al centro del campo - QUI NELLA SPERANZA DI RISORGIMENTO/ A ETERNA VITA/ LE PREZIOSE CENERI RIPOSANO/ DEL BARONE CARLO LUIGI PERRONE DI S. MARTINO/ MAGGIOR GENERALE GRANDE DI CORTE/ E DELLA SUA DILETTA COMPAGNA/ PAOLA ARGENTERO DI BERSEZIO/ DEFUNTI NEGLI ANNI MDCCCXXXVI XXXV/ L'AMORE DEL FIGLIOLO ETTORE/ LA PATERNA TOMBA/ SPARGER VOLEVA DI FIORI/ MA NOL CONSENTIVA/ TROPPO AVVERSO IL DESTINO/ LA BARONESSA/ JENNY FAY DELLA TOUR MAUROURG/ DELL'ESTINTO CONSORTE/ IL PIO VOLER SEGUENDO/ AGLI SUOCERI OTTIMI DESIDERATISSIMI/ L'ONORANZA DEL MONUMENTO/ NON SENZA LACRIME DECRETAVA - lettere capitali -
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