Santi ed allegorie delle tre Virtù Teologali
Coppa in argento dorato. Piede circolare con bordura di foglie d'acanto sovrastatae da una fascia di ovoli separati da grappoli d'uva e spighe. Sul piede sono cartelle ovali con le raffigurazioni di San Pietro, con il gallo, il buon pastore con l'agnello ed San Giovanni evangelista con il calice, il serpente e l'aquila ai piedi. Il fusto è scandito da due nodi ad anelli circolari con teste di cherubini e scanalature e da un nodo centrale ovoidale decorato da tre cartelle ovali raffiguranti le tre virtù teologali: la Fede (con il calice), la Speranza (con l'ancora) e la Carità (con il cuore infiammato). Le cartelle sono separate da teste femminili guarnite con decorazioni floreali. La coppa, retta da palmette, è decorata nella parte inferiore da raffigurazioni di angeli a figura intera con i simboli della Passione (croce, chiodi, tenaglie, colonna) separati da grappoli d'uva e spighe. Sotto il piede è incisa una croce
- OGGETTO calice
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MATERIA E TECNICA
argento/ doratura/ fusione/ sbalzo
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombardo-piemontese
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non è possibile identificare l'oggetto tra quelli segnalati negli inventari, i quali citano alcuni calici con coppa e patena "indorata", ma senza termini di riferimento che rendano possibili identificazioni sicure. L'oggetto è stato punzonato in due occasioni diverse: sulla coppa (due punzoni con lettera G) e sul piede (illeggibili). Al di sotto del piede è stato rinforzato con una lamina in argento (su cui è incisa la croce), il che fa supporre un intervento conservativo avvenuto con probabilità nell'Ottocento, con relativa riargentatura e punzonatura. Forse in questa occasione fu sostituita la coppa che propone moduli decorativi ottocenteschi; in particolare, convincono in tal senso le figure degli angeli con Strumenti della Passione ed il decorativismo dei viluppi di tralci, spighe e grappoli. Accettando l'ipotesi, i punzoni ottocenteschi sarebbero quelli impressi sulla coppa. Piede, fusto e sottocoppa richiamano invece modelli tardoseicenteschi, legati alla cultura piemontese, con riferimenti a prodotti lionesi (foglie d'acanto, perline, scanalature). I legami più immediati si instaurano con il calice della parrocchiale di Melezè (fine XVII secolo) attribuito ad un maestro lionese; si vedano in modo particolare le affinità con il nodo ed i raccordi (G. Romano (a cura di), Valle di Susa Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Torino 1977, pp. 161-165). Il motivo dei cherubini è invece più tipico dell'oreficeria lombarda (Arona Sacra All'epoca dei Borromeo, Torino 1977; Tesoro e museo del duomo di Milano, Milano 1978) il che fa presumere che l'autore sia legato ad una cultura piemontese non insensibile ad influssi lombardi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033766
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0