Madonna Immacolata

dipinto,

La tela raffigura l'Immacolata nella tradizionale iconografia che la vede su una falce di luna, mentre schiaccia il demonio dipinto sotto le spoglie di un serpente. Singolare è la presenza dei simboli delle litanie riferite alla Madonna disposti a corona intorno al personaggio: civitas Dei, electa ut sol, flos campi, fons signatus, hortus conclusus, porta coeli, pulchra ut luna, rosa mystica, speculum sine macula, stella maris, stella matutina, turris davidica. Nel paesaggio sono numerose architetture tardo rinascimentali. I toni sono freddi

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Caccia Guglielmo Detto Moncalvo (1568/ 1625)
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non vi è alcun cenno a quest'opera nelle Visite Pastorali, nè esisteva nella chiesa un altare dedicato all'Immacolata Concezione. La pala è attribuita da G. Romano alla giovinezza del Moncalvo (G. Romano, "Casalesi del Cinquecento", Torino 1970) arricchendo il repertorio del pittore pubblicato nel 1968 (A. Truffa-G. Romano, "Guglielmo Caccia detto il Moncalvo nel V centenario della nascita 1568-1625", Asti 1968) ma non è inclusa tra la produzione del pittore alla voce "Caccia Giglielmo" nel "Dizionario Biografico degli Italiani", Roma 1985, vol. 15, dello stesso autore. Si tratta di un'opera insolita nella produzione moncalvesca, senza la luce calda e diffusa propria di questo autore, del quale si hanno altre tele in Villanova. Sicuramente è opera giovanile per il tipo di paesaggio sospeso tra la luce plumbea che pervade la scena e la luminosità dell'orizzonte lontano, affine a quello della Madonna del Rosario nella vicina parrocchiale di Cioccaro (AT), che presenta notevoli similitudini anche nel viso della Madonna, cone la pala della parrocchiale di Grana Monferrato, datata intorno al 1602. Per la scoperta influenza del Cerano si veda l'Incoronazione della Vergine di Trecate. L'opera pare databile agli ultimi anni del XVI secolo o ai primi del XVII. Per la bibliografia completa sul moncalvo si rimanda al "Dizionario", op. cit. Il 16.11.1954 il dipinto è ritirato da N. Gabrielli per un restauro. Del 28.6.1966 è una lettera del restauratore prof. Boasso di S. Mauro Torinese al Parroco, in cui definisce l'opera: "di pregiata fattura, ma pelata da qualche restauratore, cioè pulita troppo energicamente impoverendo il dipinto delle sue preziose velature, deturpandolo con pessimi e malaccorti ritocchi". Il 22.9.1966 il dipinto è restituito al parroco (Archivio parrocchiale).
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033582
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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