paramento liturgico,

Il parato è costituito da una pianeta, un velo da calice, una stola, un manipolo e una borsa per corporale a cui sono abbinati un paliotto e un conopeo. Paliotto: costruito con quattro teli di tessuto, montato su telaio di legno; non è rilevabile la fodera, in quanto l'oggetto è inchiodato sul verso ad un supporto ligneo. Conopeo: la parte che ricopre il tabernacolo è confezionata con quattro pezzi di tessuto, le due tendine sono ognuna di due frammenti di tessuto; ornato di gallone e frangia, foderato. Pianeta: composta di tredici pezzi di tessuto; le cuciture sono sapientemente nascoste da punti di ricamo; è ornata di trina lungo i bordi esterni, mentre le partizioni interne sono realizzate in ricamo ad imitazione di un gallone a nastro ondulante; la parte anteriore e la parte posteriore sono foderate all'interno con tessuti diversi. Velo da calice: sette pezzi di tessuto; trina applicata ai quattro lati e ai bordi del riquadro interno che contiene la croce; doppia fodera. Stola: sei pezzi di tessuto, gallone e doppia fodera. Manipolo: dieci frammenti di tessuto, gallone e fodera. Borsa: un unico pezzo di tessuto cucito su supporto di cartone e foderato al verso; guarnizione ai lati realizzata a ricamo. Disegno realizzato a ricamo in argento [continua nel campo Osservazioni]

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA cotone/ diagonale
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana Manifattura Piemontese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI manifattura francese
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno di questo parato rientra in una tipologia decorativa diffusa tra la fine del XVII secolo e il primo trentennio del Settecento, a cui attinsero diverse tecniche decorative. Motivi ispiratori furono i pizzi e i merletti a cui si rifecero i disegnatori di tessuti per ricreare al telaio disegni che li imitavano, e che vennero per questa ragione definiti "a pizzo". In questo caso singolare per riprodurre i motivi ad imitazione dei pizzi, che accompagnano le elaborate composizioni vegetali, sono stati utilizzati diversi punti di ricamo. Il risultato di grande effetto e di alta qualità tecnica, si può misurare anche nei particolari di confezione dell'intero parato: il ricamatore si è servito di uno stesso disegno (verosimilmente facendo uso di un cartone o disegno preparatorio dettagliato) adattandolo sapientemente ai diversi paramenti; nella pianeta assume maggiore evidenza lo sviluppo verticale della composizione, mentre nel paliotto l'accostamento dei teli ricamati (come avverrebbe per la costruzione di un contraltare di tessuto), produce un effetto di sviluppo prevalentemente orizzontale, tracciato da un festone "a pizzo" continuo. Altri particolari accomunano questo ricamo ai tessuti "a pizzo": la definizione degli elementi decorativi è prevalentemente per contorni e lo stesso accostamento cromatico, benché limitato a due soli colori (un acceso rosso salmone e argento chiaro e brillante), è tra quelli preferiti da questo genere di tessuti. Si propone una datazione al primo trentennio del Settecento, che troverebbe conferma nella ipotesi di identificazione del parato, con uno di quelli descritti negli inventari dell'Archivio Storico del Santuario di Vicoforte. Nell'Inventario delle paramenta" del 10 agosto 1812 sono indicati: un paliotto "cremesi", di "Moellone Ricamato nella sua totale estensione in argento a fiori grandi con sua coperta di Boccassino. Regalato dalla famiglia Morozzo Bianze ed in buono stato" (cfr. Vicoforte, Santuario, Archivio Storico, P 23, fol. 3); una pianeta "cremesi", "Di Moellone ricamato nella suta totale estensione in argento a fiori grandi, con gallone piccolo a Bindello a festone, fodera di moella Bianca. In Buon stato a riserva della fodera che si trova logora. Regalata dalla famiglia Morozzo Bianzé" (cfr. Ibidem, P 23, fol. 7); e una tendina "cremesi", tra quelle "inservienti al Pillone dell'Immagine di N. Sa.", "Di Moellone Riccamente Riccamata nel suo total fondo, ed estensione in argento con fodera di taffets color celeste" (cfr. Ibidem, P 23, fol. 12). Verosimilmente lo stesso parato è indicato nell'Inventaro delle Gioje" del 3 luglio 1753 al n. 68: "Una Pianetta con Pagliotto, e Tendina, col fondo di Moella Rosso incarnato il tutto lavorato à ricami d'argento" (cfr. Ibidem, e 2/21); e ancora nell'Inventaro delle Gioie del 1742 al n. 42: "una pianeta, contraltare, tendina di moella cremesi brocata d'argento offerta dal Sig. Marchese Morozzo" (cfr. Ibidem, e 2/19). Prima di quest'ultima data, e con particolare frequenza intorno agli anni Trenta del Settecento, i Morozzo furono protagonisti attivi della vita del santuario di Vicoforte, dove intervennero con numerosi donativi, tra i quali probabilmente un altro parato ancor oggi conservato nel Museo Ghislieri (cfr. G. Dardanello, scheda cartacea), e con finanziamenti per il completamento della "fabbrica" (cfr. Vicoforte, Santuario, Archivio Storico, K-1, legati del vescovo Morozzo di Saluzzo, dei Conti Provana e Capellini, K 1/10, 21/3/1732, lettera del Marchese Morozzo). Famiglia di rilievo alla Corte Torinese, i Morozzo avranno potuto facilmente rivolgersi per l'esecuzione del parato, ad un ricamatore operante in questa città, dove la fiorente attività di ricamo e gli scambi fra "brodeurs" francesi e piemontesi nella prima metà del Settecento, non sono purtroppo ancora stati sufficientemente chiariti (cfr. M. Viale Ferrero, Tessuti e ricami, in V. Viale (a cura di), Mostra del Barocco Piemontese, catalogo della mostra, Torino, 1963, vol. III, p. 7)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031261-0
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE