martirio di San Fortunato
Il santo, nudo fino alla cintola, è raffigurato nel momento in cui, appoggiato il capo sul ceppo, sta per essere decapitato dal boia che ha già levato la scure. La scena si svolge in primo piano con grande risalto delle figure per dimensioni e nitidezza cromatica, ottenuta con una stesura piuttosto compatta del rosso cupo per il panno avvolto intorno ai fianchi del santo, del verde per i calzoni del boia che porta in vita una fascia rossa e un panno bianco. Ai piedi del ceppo c'è un cartiglio che reca scritto il nome del martire. In alto due angioletti su una nuvola portano la palma e la corona, simboli del martirio. Sullo sfondo si delineano con tenui profili e trasparenza cromatica (bianco in combinazione con grigio e rosa, ocra chiarissimo) le sagome dei monumenti classicheggianti: sulla destra, dietro il boia, c'è il pronao di un tempio, sul fondo c'è una piazza con diversi edifici; figurette sono variamente distribuite per animare il paesaggio urbano. Il dipinto è inserito in una cornice rettangolare dorata, con gli angoli superiori intagliati; il motivo centrale è composto da due mezze foglie d'acanto accostate, che sostengono un ventaglietto, lateralmente si snodano girali fogliacee
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Cusa Michele (1799/ 1872)
- LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande tela fu eseguita da Michele Cusa a Torino; i pagamenti al pittore registrati nei libri di cassa si riferiscono al 1844 e ammontano a 1150 lire nuove piemontesi, ma da altre fonti (Archivio Storico Diocesano di Novara (A.S.D.No), Vicariato di Borgomanero, Gentile, 1866, Visite Pastorali, vol. 422, Atto d'Inventario) si indica il 1842 come anno di esecuzione grazie al "concorso di pia benefattrice, ed in parte della Chiesa". Nel luglio del 1844 vengono pagate lire 30 e 50 centesimi al corriere Savoino per il trasporto a Borgomanero. Nello stesso anno venne realizzata la cornice dorata e rifatta sullo stesso modello di quella del quadro di S. Bartolomeo ad opera dell'indoratore Vittorio Ruffoni, al quale furono pagate 390 lire milanesi. L'esecuzione del dipinto si inserisce in una serie di iniziative suscitate dal rinnovato interesse per i martiri e le sante reliquie della comunità borgomanerese nel corso dell'Ottocento. In particolare, il culto di S. Fortunato registrò una noteole ripresa con importanti realizzazioni: l'urna di rame e argento (1811), il grande dipinto in esame (1842-1844), la nuova urna di cristallo e legno dorato (1884). Nel 1866 il quadro si trovava sull'altare a destra dell'altare maggiore, mentre su quello di sinistra era collocato il Martirio di S. Bartolomeo (cfr. scheda 0100031221). Non si conosce la data in cui i due dipinti furono spostati nel presbiterio, dietro l'altare maggiore, dove attualmente si trovano; si può ipotizzare che la nuova disposizione risalga all'epoca in cui furono rifatti gli altari sopra i quali erano collocati (1884), ma non si hanno dati certi sulla disposizione e gli spostamenti dei due quadroni. Il Cusa, nato a Rimella nel 1799, fu allievo di Giovanni Avondo alla Scuola di disegno di Varallo, poi del Mazzola a Brera. Dopo un soggiorno a Roma, si afferma nell'ambiente torinese con la partecipazione alla mostra di industria e arte nel 1838. Nel 1847 viene nominato professore della scuola elementare di figura dell'Accademia (cfr. C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal sec. XV al XX, Varallo, 1968, pp. 38-39). L'artista, che annovera nella sua produzione copie di opere del Rinascimento, ritratti ufficiali, soggetti storici e immagini devozionali, non dà nel dipinto borgomanerese una delle sue migliori prove. Si notano una certa rigidezza di formulazione e convenzionalismo accademico che se, da un lato, realizzano un'opera tecnicamente impeccabile, dall'altro rivelano povertà d'ispirazione, soprattutto in riferimento al soggetto drammatico. Molto più nota, nell'ambito della produzione di carattere religioso, è la Decollazione del Battista della Pinacoteca di Varallo che, nonostante l'analogia tematica, presenta un'impostazione diversa dall'opera borgomanerese: la scnea è ambientata in un interno, cambiano gli atteggiamenti e i rapporti fra i personaggi; è invece comune l'accademismo della formulazione e dello studio delle figure
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031222
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI fronte/ in basso/ a destra/ su cartiglio - FORTUNATUS/ CHRISTIANUS - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0