ritratto di Elia Levi Deveali
Il benefattore è rappresentato a mezza figura, al centro della tela, in posizione di tre quarti, su fondo grigio-piombo; indossa un frack di colore grigio molto scuro, sul risvolto del quale è appuntata la croce del cavalierato, bianca, con ganci color oro e un nastro a strisce rosse e grigie. Sul gilet, nero, si intravede la catena dell'orologio color oro. La camicia è bianca e la cravatta a farfalla è nera. L'uomo appoggia la mano destra sul piano marmoreo di un tavolo, di colore grigio molto chiaro, e tiene tra le dita una moneta di colore grigio-metallo. In basso, su una fascia di colore grigio compare un'iscrizione in caratteri capitali neri, identificante il personaggio e la consistenza del suo lascito. La tela è conservata entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato di colore scuro. Tipologia a gola; battuta liscia. Fascia interna sottile, modinata, fascia centrale liscia e fascia esterna modinata
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 100
Larghezza: 74
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ATTRIBUZIONI
Mensi Francesco (1800/ 1888)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
- INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto venne eseguito dal pittore Francesco Mensi (1800-1888), nell'ultimo decennio della sua vita (1878) quando aveva ormai abbandonato i grandi lavori a soggetto storico o sacro. Mensi, dopo un periodo di apprendistato presso il pittore vogherese Borroni, fu allievo di Pietro Benvenuti a Firenze, dopo il 1826 e in seguito andò a Roma. Nel ritratto in esame, la finitezza dei contorni, la staticità del personaggio e la nettezza del chiaroscuro, testimoniano la formazione del pittore nella scuola del classicismo toscano, la cui influenza ha comunque, in questo caso, toni molto mitigati. Per notizie sulla biografia e produzione del Mensi: G. A. De Giorgi, Notizie sui celebri pittori e su altri artisti alessandrini, Alessandria, 1836, pp. 48-52; Dipinti del Cavalier Prof. Francesco Mensi conservatore della civica Pinacoteca Viecha, fotografati nello Stabilimento Castellani, Alessandria, 1883; F. Gasparolo, Cenni biografici sul pittore Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1907, XVI, fasc. XXVIII, p. 593. E. Filippelli, Notizie storiche sulla Pinacoteca Viecha e Civico Museo di Alessandria, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1912, XXI, fasc. XLV, pp. 12-13; E. Filippelli, Catalogo della Pinacoteca in Alessandria, Alessandria, 1915, p. 23; F. Gasparolo, Il pittore Francesco Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1924, fasc. XXIX, pp. 210-217; F. Gasparolo, Il pittore Francesco Mensi, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria", 1926, fasc. XXXVII, pp. 126-128; F. Mazzocca, voce, Francesco Mensi, in E. Castelnuovo - M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra (Torino maggio-luglio 1980), Torino, 1980, vol. III, pp. 431, 1464. Nel salone delle Adunanze dell'Ospedale, dove è collocato il dipinto in esame, si trovano numerosi altri ritratti di benefattori eseguiti dal Mensi negli anni che vanno dal 1876 al 1886; nei testamenti e nei documenti d'archivio esaminati, relativi ai benefattori, non vi sono notizie sui ritratti, e, tenendo presente che era compito dell'Ospedale occuparsi delle Onoranze ai benefattori, come si può dedurre dal "Mutamento delle norme delle Onoranze ai benefattori" del 1922 (Archivio dell'Ospedale, Tit. I, Rub. 10, Cat. unica, busta 1, fasc. 1), si può avanzare l'ipotesi che questi quadri siano stati commissionati al Mensi direttamente dalla Congregazione di Carità, anche se non sono stati trovati in archivio i relativi documenti. Il dipinto raffigura il Cavalier Elia Levi Deveali (1794-1876) fu Moise Zevt, Rabbino Maggiore, appartenente a una delle più antiche famiglie israelitiche stabilitesi in Alessandria. Fu benefattore dell'Ospedale Civile e dell'Opera Pia Solia (Archivio dell'Ospedale, Lasciti e donazioni, 1871, Tit. II, Rub. 3, Cat. 2, busta 1, fasc. 2) del Pio Ritiro degli Orfani e dell'Orfanotrofio di S. Marta, oltre che del Tempio Israelitico (cfr. F. Gasparolo, F. Guasco di Bisio, C. Parrsinetti, Raccolta di Iscrizioni Alessandrine, Alessandria, 1935, pp. 328, 356, 369, 523). Fece testamento pubblico il 10 marzo 1876 (Archivio dell'Ospedale, Lasciti e donazioni, 1876, Tit. II, Rub. 3, Cat. 3, busta 1, fasc. 16). Il dipinto venne collocato nella galleria dei quadri-ricordo dei benefattori, isitituita nel 1933 (cfr. Agapiti, L'ospedale Civile di Alessandria, in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4, p. 123); è infatti riconoscibile in una fotografia di una delle sale dell'allestimento, conservata in Archivio (Archivio Ospedale). Non si sa dove si trovasse prima di questa data né quando passò alla collocazione attuale nel Salone delle Adunanze, poiché non furono registrati i molteplici spostamenti dei quadri avvenuti, all'interno dell'edificio ospedaliero, per esigenze di arredo di uffici, corridoi, sale. Il dipinto compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) con il n. 10 che però non compare sul retro del quadro, e con a fianco la data 1876, anno di morte del Cavalier Elia Levi Deveali e non del quadro (1878)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030982
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI fronte/ in basso/ a destra - F. Mensi/ 1878 - corsivo - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0