brocca da farmacia, opera isolata - bottega savonese (inizio sec. XVIII)

brocca da farmacia, 1700 - 1710

Brocca con cannone leggermente allargato all'estremità, manico ad ansa nastriforme, fondo leggermente concavo e privo di marca, in maiolica ad impasto giallognolo e rivestimento bianco lucido, con piccole protuberanze scure dovute a difetti di cottura. Nella fascia centrale una scritta in nero con bordi bruni indicante il contenuto del vaso, conclusa da un segno grafico a Nodo di Savoia. La decorazione policroma stilizzata a motivi floreali si snoda su due fasce delimitate da linee azzurre e sul manico ad ansa; di colore azzurro sono i petali, le foglie e i riccioli; di colore giallo il centro dei fiori

  • OGGETTO brocca da farmacia
  • MISURE Altezza: 20
    Larghezza: 21
  • AMBITO CULTURALE Bottega Savonese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
  • INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La brocca, veso destinato nell'impiego farmaceutico agli sciroppi e agli olii, detto anche boccale (cfr. G. Pesce, "Maioliche ligure da farmacia", Milano 1960) appartiene al corredo della farmacia dell'Ospedale dei SS. Antonio e Biagio di Alessandria, istituita nel 1673 con le donazioni del canonico Giacomo Francesco Pomesano (Rogiti Tommaso Varzi). Nel 1675 fu ordinato l'acquisto di una serie di vasi, a questo gruppo appartengono i vasi recanti le affigi dei Santi titolari (cfr. schede precedenti). La provenienza di vasi della Farmacia del Convento di S. Croce a Bosco Marengo risulta essere una supposizione non confermata nè da dati storici nè da dati d'archivio. I grandi vasi compaiono in numero di 14 in un inventario del 1710 riferito al 1707 e in un inventario del 1718; tali inventari forniscono notizie sullo stato di conservazione dei vasi, dimostrando che a quella data, erano già in uso da tempo. Questa brocca, invece, decorata solo con motivi vegetali, non compare in tali inventari ma nell'inventario del 1710 c'è notizia di "136 boccali simili, con i suoi impronti, tutti boni per siroppi e ogli e di più soldi 40 di Milano per comprare altri doi boccali simili". Perciò si può pensare ad una integrazione del corredo avvenuta nel primo decennio del XVIII secolo, con vasi molto simili e probabilmente provenienti dalle stesse fabbriche savonesi. Confermerebbe questa ipotesi la notevole somiglianza sia nella forma, pancia e piede non troppo slanciati, manico nastriforme ad ansa, sia nella decorazione stilizzata, con largo uso di azzurro, con i vasi recanti le effigi dei santi titolari dell'Ospedale e con i vasi, grandi con doppio manico ad ansa, recanti le figure dei SS. Antonio e Biagio, di fabbrica savonese (cfr. L. Campanile, "Vasi da farmacia", Milano 1973) acquistati dal Museo Civico di Torino nel 1874. L'ipotesi che invece i vasi provengano da fabbriche piemontesi o venete (C. Pedrazzini, "La farmacia storica e artistica italiana", Milano 1934) non è suffragata da soddisfacenti confronti stilistici. Nel 1869 i vasi antichi si trovano nel magazzino della Farmacia. Nel 1906 l'Amministrazione dell'Ospedale approva la proposta di vendere alla Richard-Ginori gli antichi vasi e di acquistarne di nuovi, ma tale vendita non è poi avvenuta. In data 18/2/1925 in conformità alle deliberazioni dell'1/10/1924, l'Amministrazione delle Opere Pie Ospitaliere da in consegna al Comune di Alessandria 230 vasi in buono stato di conservazione, tra i quali sono elencati 98 vasi con beccuccio, affinchè vengano collocati temporaneamente nel Museo Civico, rimanendo di proprietà delle Opere Pie Ospedaliere (L. Madaro, "La Biblioteca Civica, la Pinacoteca e il Museo di Alessandria", estratto dalla guida generale della Provincia di Alessandria, Alessandria 1925). Di questa consegna esiste una regolare ricevuta, firmata dal magazziniere municipale, nella quale però i vasi sembrano essere 231. Il 15/02/1932 il Museo Civico restituisce all'Ospedale 39 vasi, tra questi sono indicati n° 12 pinte o vasi con beccuccio per decorare la farmacia riordinata nel 1931 (Agapiti, "L'ospedale Civile di Alessandria", in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4). Rimangono quindi in deposito nel Museo Civico n° 191 vasi, e tale presenza è documentata fino al 26/09/1933 (Archivio Biblioteca e Ospedale). In data 08/07/1946 il Comune informa che risultano giacenti presso il Museo Civico n° 112 vasi, che vengono restituiti all'Ospedale il 02/04/1955
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030971
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI fascia centrale - JULEP(PE) DIATART(ARO) - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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