San Carlo Borromeo

reliquiario a busto 1600 - 1649

Rappresenta San Carlo Borromeo con fattezze giovanili, vestito con camice, piviale, mitria ed amitta. Il piviale, trattenuto da un fermaglio a medaglione in cui è incastonata la reliquia (un frammento del camice del santo chiusa da un vetro), presenta una bordura decorata all'interno da motivi a rilievo di girali; sullo stolone sono le raffigurazioni di San Pietro e San Paolo con i simboli tradizionali

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA gesso/ doratura/ pittura
  • MISURE Altezza: 95
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto viene citato per la prima volta nell'inventario del 1653, redatto in occasione della visita pastorale dell'Odescalchi. Viene poi segnalato in tutti gli inventari successivi. Pertanto, l'assenza di citazione nell'inventario del 1623 conduce ad una datazione approssimativa tra quella data e la metà del secolo, come indirizzano anche i confronti con oggetti analoghi, nonché l'inquadramento dell'opera nel clima spirituale dell'epoca. Il busto è in rapporto diretto con quella serie di simulacri appartenenti alla cultura lombarda di primo Seicento, in collegamento con la canonizzazione del santo nel 1610. Ignoriamo come il presente busto sia giunto alla cattedrale novarese, ma con tutta probabilità potrebbe essere stato commissionato dalla stessa Fabbriceria a seguito della donazione della reliquia di S. Carlo. E' da sottolineare come appresso all'evento della canonizzazione del santo nel 1610 si introduce un fenomeno di devozione verso le reliquie di San Carlo, pervenute un po' ovunque nella diocesi milanese. Indicativa in questo senso la donazione delle reliquie del santo da parte di Federico Borromeo ad Arona, insieme alle reliquie di altri santi "quasi a sottolineare la necessità di collegare un remoto passato sentito come fonte di vita agli splendidi esempi del presente"(C. Spantigati, Carlo e Federico Borromeo ad Arona, in Arona Sacra All'epoca dei Borromeo, Catalogo della mostra, Arona 1977). Sul piano tipologico, i confronti più diretti appaiono con il busto della collegiata di S. Maria di Arona, che ripropone la fisionomia giovanile del santo, a differenza di quanto comunemente proposto dall'iconografia. Similarmente, nel nostro busto ricompare "l'inquietante tensione naturalistica", quasi "spirante concretezza" già nello stesso simulacro di Arona (M. Rosci, Il Cerano, catalogo della mostra, Novara 1964; A. M. Brizio - M. Rosci, I quadroni di San Carlo nel duomo di Milano, Milano 1965; G. Gentile, in Arona Sacra All'epoca dei Borromeo, Catalogo della mostra, Arona 1977, pp. 117-118). Nel contempo il busto novarese appare in diretto collegamento con il busto d'argento di San Carlo del museo del duomo di Milano, per il quale si è recentemente proposta l'attribuzione all'orefice P. Francesco da Como con una datazione al 1610: di questo oggetto, se pure concepito con differente destinazione e se pure rispondente a caratteri di maggiore aulicità, il nostro busto pare riprendere alcune tipologie, in particolare quelle decorative del piviale e della mitria. Identici sono infatti i motivi di girali, le stesse figure di S. Pietro e S.Paolo, tanto da far pensare che il nostro anonimo scultore si sia servito dello stesso modello del busto milanese o lo abbia fedelmente ricopiato (Tesoro e museo del duomo di Milano, Milano 1978, vol. I, p. 67). Quanto all'ambiente artistico, riteniamo il busto in esame in collegamento con la scultura lombarda di primo Seicento, con l'influenza anche di alcuni risultati pittorici del tardo Tanzio da Varallo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030941
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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