stauroteca, opera isolata di Monti Iacopo (ultimo quarto sec. XVI)

stauroteca,

Piede circolare raffigurante un monte Calvario in miniatura. il fusto è costituito dalla figura di un angelo lavorato a tutto tondo che sostiene sul capo una composizione di foglie d'acanto da cui ha origine la teca. Questa, in forma di croce, è realizzata in cristallo ed è scandita da cinque nicchie entro cui sono collocate le reliquie (5 frammenti della Santa Croce). Gli spazi intermedi sono occupati dalle raffigurazioni a rilievo degli strumenti della Passione. Il profilo dei bracci è percorso da una fascia perlinata all'interno e da foglie d'acanto, pinnacolini e girali lavorati a giorno all'esterno. All'incrocio dei bracci sono altre foglie d'acanto

  • OGGETTO stauroteca
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura/ fusione/ laminazione/ sbalzo
    CRISTALLO
  • ATTRIBUZIONI Monti Iacopo (notizie 1585)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reliquiario fu ordinato da Carlo Bascapè per riporre le 5 reliquie del legno della croce di Cristo, già in una "parva cruce argentea", forse quella stessa "mediocris cum una ferula rupta" segnalata dal vescovo Serbelloni in occasione della sua visita alla cattedrale nel 1566 (Novara, Archivio della Cattedrale, Inventario delle sacre suppellettili della chiesa fatto nell'ottobre dell'anno 1566, in "Fabbrica della chiesa novarese", VII, n. 5). Bascapè nella sua visita pastorale alla cattedrale nel 1594 segnala le reliquie ancora nella vecchia croce ma avverte che ne è già stata ordinata una nuova. La traslazione delle reliquie dal vecchio al nuovo reliquiario avvenne nel 1596, come indica l'iscrizione sul retro della base dello stesso. Il reliquiario è poi segnalato in tutti gli inventari successivi della basilica. Il reliquiario è anche firmato dall'autore, Iacopo Monti, orefice in Orta, su cui mancano notizie precise, già artefice del busto reliquiario contenente la reliquia di una delle compagne di S. Orsola nella stessa basilica novarese (scheda cartacea n. 209). La croce in esame mostra un'originale soluzione nella base, data dalla rappresentazione del monte calvario, che sicuramente prende spunto dal Sacro Monte d'Orta. D'altra parte l'autore lavora in Orta ed il periodo di esecuzione del nostro reliquiario coincide con quello della messa in opera del Sacro Monte (G. Melzi D'Eril, Sacro Monte d'Orta, in Isola di San Giulio e Sacro Monte d'Orta, Torino 1977). Forse lo stesso Monti aveva potuto vedere un progetto dello stesso sacro monte, al quale trent'anni più tardi sarà chiamato il fratello Filippo per dipingervi alcuni affreschi nella seconda cappella (C. Nigra, Il sacro monte d'Orta, Novara 1940). Tra l'altro non risulta assolutamente strano il fatto che il Bascapè ordini il reliquiario ad un orefice ortese, stante che lo stesso vescovo era succeduto all'abate Canobbio nella direzione dei lavori del Sacro monte e come tale aveva certamente avuto modo di conoscere il Monti. L'oggetto sfrutta la figura dell'angelo come fusto, una tipologia non inconsueta nell'oreficeria lombarda del Seicento. Nella stessa cattedrale novarese è un ostensorio donato dal vescovo Maraviglia, già nella seconda metà del XVII secolo (scheda cartacea n. 214), e rispondente alla stessa tipologia doveva essere un altro ostensorio a raggio, già donato dal canonico G. Marco Tettone, oggi irreperibile ma segnalato negli Inventari della cattedrale. Per citare altri esempi della medesima area culturale, si vedano l'ostensorio di Almenno, quelli più tardi di Locarno (A. Paribeni, Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Bergamo, Roma 1931, p. 142; V. Gilardoni, Locarno e il suo circolo, Basilea 1972, pp. 312-313; C. Spantigati, Carlo e Federico Borromeo ad Arona, in Arona Sacra All'epoca dei Borromeo, Catalogo della mostra, Arona 1977, p. 133). L'angelo che sostiene la croce è rispondente alla scultura lombarda di tardo Cinquecento, dominata dall'esempio del classicismo di Annibale Fontana (Il Seicento lombardo. Catalogo dei dipinti e delle sculture, catalogo della mostra, Milano 1975, pp. 15-16). Gli ornati con foglie d'acanto e pinnacoli intorno alla croce in parte riprendono i motivi a volute dell'ostensorio della Spina della Corona di Cristo (scheda cartacea n. 208) e si inquadrano comunque nel discorso del manierismo tardo cinquecentesco, in questo caso già ad anticipare raffinati ed eleganti motivi tardo barocchi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030938
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Sotto il piede - LIGNUM S. CRUCIS CHR. EX VET. ECCL. CRUCE HIC CAR EP. RECOND. MON. IV. N. MDXCVI - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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