stendardo processionale, opera isolata - manifattura lombardo-piemontese (seconda metà sec. XIX)

stendardo processionale, 1850 - 1899

Lo stendardo, sostenuto da due bastoni verticali e da uno trasversale, presenta due facce, ognuna delle quali è composta da un medaglione centrale incorniciato da un ampio bordo festonato sul lato inferiore e guarnito da un'alta frangia con fiocchi dorati

  • OGGETTO stendardo processionale
  • MATERIA E TECNICA metallo/ sbalzo/ doratura/ laminazione
    filo di seta/ ricamo
    Ottone
  • MISURE Altezza: 190
    Larghezza: 115
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Lombardo-piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto è stato trasferito nella collocazione attuale perchè non più in uso nelle funzioni di culto. Gli scarsi documenti sulla storia della Confraternita dei SS. Fabiano e Sebastiano e della Madonna della Cintura, non permettono attribuzioni certe dello stendardo esaminato, proveniente dall'Oratorio Omonimo (insieme al n° 64a), dal 1870 ca. ubicato al primo piano, sopra la sacrestia della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, in seguito alla demolizione della chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, decisa per l'ampliamento della piazza antistante il nuovo Duomo antonelliano (cfr. C. Albera, "Ordini religiosi e Confraternite", in "Oleggio memorie", Novara 1924). Nella Visita Pastorale del card. Morozzo, 1818, ricorre la descrizione di uno stendardo "di broccato in oro" con la B.V. della Cintura da un lato e il Crocifisso con ai lati i SS. Fabiano e Sebastiano dall'altro (cfr. Archivio). difficilmente riscontrabile con quello riportante in Numero d'Inventario 64. Nei documenti dell'archivio Parrocchiale Oleggese risulta che nel 1839 venne acquistato damasco, frangia e fodera per lo stendardo dei "Nuovi", dipinto da Ferrari; al 1885 risale la ricevuta da parte di G. Morera di L. 660 che, unitamente alle L. 2000 dell'anno precedente, vanno "a pieno saldo dello stendardo ricamato in oro dei SS. Fabiano e Sebastiano e della B.V. della Cintura", e ancora nel 1893 un nuovo stendardo picolo con i disegni di G. Morera venne acquistato per una spesa di L. 600 (Archivio). L'iconografia del medaglione del verso si rivela interessante per l'accostamento dei due santi dovuto alla celebrazione in uso dal IV secolo, nello stesso giorno, il 20 gennaio, di unha doppia liturgia, una al cimitero di S. Callisto per S. Fabiano, l'altra presso il cimitero in catacumbas per S. Sebastiano (cfr. "Bibliotheca Sanctorum", Roma 1964, v. IV, v. XI). Nel paramento oleggiese di S. Fabiano è ripreso secondo la rappresentazione più diffusa: in abiti pontificali con mitra vescovile e con croce ("Bibliotheca Sanctorum", Roma 1964, v. V), S. Sebastiano secondo un modulo iconografico maggiormente diffuso da sec. XVII ("Bibliotheca Sanctorum", Roma 1966, v. XI). La raffigurazione della Madonna si scosta da quella dello stendardo n° 64 a, sia per la resa formale dell'insieme delle vesti, che la collega alle tavolette ex-voto conservate in Museo, sia per l'incoronazione della B. V., di cui non si è rintracciato almeno il permesso vescovile, se non quello pontificio, come consueto almeno dal secolo XVI per l'incoronazione delle immagini sacre ("Enciclopedia Cattolica", Firenze 1951, v. III). La cornice mistilinea del medaglione, collegata al grado di consuetudine del fondo, fa presumere una provenienza più antica del medaglione del recto rispetto all'insieme del gonfalone, forse realizzato verso la fine del secolo XIX dalla Ditta Morera, fornitrice di paramenti e suppellettili delle Confraternite e fabbricerie oleggesi. Risulta difficile individuare i ricamatori dei medaglioni e dei bordi, dal momento che i punti di riferimento per gli acquisti importanti da parte delle Confraternite e fabbricerie oleggesi era soprattutto Milano e, dalla metà del secolo XIX sino ai primi del sec. XX, Novara, presso l aditta Pelitti e la Ditta Morera, con magazzino a Milano, ma delle quali non si conoscono campionari dei paramenti, come lo è invece per la ditta Bertarelli di Milano. Per confronti con i motivi decorativi dei bordi si fa riferimento, per il recto a: "Collegno, piviale della chiesa parrocchiale", in N. Gabrielli, "Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli", Istituto Bancario S. Paolo, Torino 1977. Per il verso: "Arredo sacro e profano a Parma", 1979; "L'art francais aux musées rojaux d'art et d'histoire", Bruxelles 1975; "Ricerche a Testona. Per una storia della comunità", catalogo della mostra, Testona 1980-1981
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030905-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 64
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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