Annunciazione

dipinto, ca 1750 - ca 1774

Colori luminosi, impasto tenero; sfumature rossastre sui puttini in alto a sinistra. Tendaggio a sinistra, lungo il quale scendono tre angioletti; in alto tre cherubini fra le nuvole, al centro la colomba dello Spirito Santo. L'angelo Gabriele vola su nuvole che sfiorano il pavimento, entrando dal fondo, a destra, alto nei confronti di Maria, che sta in ginocchio a sinistra, di profilo. Panno bianco raccolto sul cesto da lavoro a destra in basso

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Rapous Vittorio Amedeo (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto compare in una vecchia fotografia dell'interno della Chiesa dell'Annunziata prima della demolizione, collocato sulla parete di fondo del coro (la fotografia è stata mostrata dal dott. Cardellino, nel 1982 priore della Confraternita della SS. Annunziata, il quale la conserva fra le carte dell'Archivio della Confraternita). Nel coro della chiesa le guide di Torino, dal Bartoli(1776) al Paroletti (1834) citano un'Annunciazione di Antonio Mari, che non è certo questa. Il ritrovamento dell'Inventario delle spese parrocchiale dal 1835 al 1891 ha permesso di spiegare la questione. Infatti il curato Trucchi (1850-1896), che nel 1852 aveva fatto pulire l'ancona del Mari al pittore Tenenti e all'indoratore Belmondo, all'anno 1862, N.B, n. 6, scrive:"Nell'abside del coro della chiesa era l'antica ancona di Antonio Mari torinese, valente pittore che visse nel secolo 17mo (nacque nel 1650 e morì a Madrid nel 1707), e rappresentava il Mistero dell'Annunziazione. Essendo un po' guasta, il curato sottoscritto la fece ristorare nel 1852, in occasione che furono fatti i restauri della Chiesa, ed occupava benissimo il suoposto. Ma nel 1859, il Marmorino Isella Sindaco di questa Confraternita, ottenendone dal Consiglio d'Amministrazione la debita autorizzazione, vi sostituì quella che esiste attualmente, prendendo per se l'ancona del Mari che venne da lui trasportata a S.Genisio presso Chivasso, e colocata nella cappella della sua casa di Campagna, oltre la rifatta di Lire 600 che ricevette dalla Confraternita in compenso del maggior merito che viene attribuito alla nuova. Questa nuova ancona (l'attuale) è lavoro assai pregiato di Pietro Subleyras, valente pittore francese che nacque a Gilles nella Linguadoca nel 1699, e fissò la sua dimora in Roma ove divenne uno dei primi pittori sotto il pontificato di Benedetto XIV. Essa apparteneva ed era collocata nella Cappella delle Dame del Sacro Cuore di Torino e fu dal demanio venduta al predetto Marmorino Isella in un coll'altare che ora trovasi nella cappella di S. Gioachino di questa chiesa...". Nel 1880, in occasione del 3° Centenario della Confraternita furono fatte fare per la nuova ancona le due cimase (Inventario, ad annum) e nei restauri del 1887-1889 l'ancona fu ripulita e la cornice ridorata dall'indoratore Ceaglio (ivi, ad annum). Nel 1898 l'Arneudo, segnalando l'ancona, dice "già reputata del Beaumont, vuolsi ora del pittore francese Pietro Subleyras"(p. 62), e a quest'ultimo viene confermata nell'opuscolo La Chiesa della SS. Annunziata fatto stampare dal curato Bianchetta per ll'inaugurazione della facciata della chiesa nuova (1934, p. 12, didascalia per l'ancona ora nel coro). Sostituito nella chiesa nuova nel 1929 dalla più grande Annunciazione del Baeumont proveniente dall'Eremo e già in deposito alla Regia Pinacoteca, del dipinto qui schedato si perse memoria, ed è stato ritrovato durante la campagna fotografica del 1982. La nota dell'Arneudo su una precedente attribuzione al Beaumont è significativa, infatti il quadro è senza dubbio opera di uno dei suoi allievi, Vittorio Amedeo Rapous (1728-post 1797), come dimostra un confronto anche rapico con le sue opere certe, per l'inconfondibile tipologia dei puttini e dei volti, la gamma cromatica freddina accesa da luci intense sui volti e sui panneggi di seta spiegazzata. Le ricerche finora compiute non ci hanno permesso di risalire nella storia dell'opera oltre le indicazioni fornite dal curato Trucchi, poiché la sede delle Dame del Sacro Cuore era stata, prima dell'occupazione francese, la chiesa della SS: Annunziata delle monache Celestine, ma in essa le guide non segnalano opere di Rapous nè di Beaumont; del resto, l'intervallo francese può aver comportato spostamenti ulteriori non facilmente ricostruibili. In ogni caso, l'Annunciazione ci sembra appartenere al periodo centrale del percorso del pittore, per la semplicità della composizione, occupata quasi interamente dalle due figure e segnata da pochisimi elementi d'ambiente, la tenda a sinistra, il pavimento, la cesta da lavoro. Questo da un lato suggerisce un confronto con il Sant'Ubaldo di Stupinigi, che è del 1768; dall'altro, la marcata caraterizzazione delle fisionomie, la preziosità del colore, il gusto per i particolari classicisti e una sorta di semplificazione compositiva orientano verso le opere di qualche anno successive, per committenze reali. Tra la fine del 1995 e il 1996 il dipinto, insieme all'Assunzione della Madonna in cielo del Mari (scheda 01/00028803) fu portato via dalla stanza magazzino in casa parrocchiale in cui si trovava, insieme ad arredi di proprietà non ecclesiastica e venduto all'antiquario Zabert. La schedatura e la campagna fotografica del 1982 ne permisero il riconoscimento e il recupero alla tutela della Soprintendenza (che lo ebbe in custodia dal 26 febbraio 1997) e degli enti ecclesiastici preposti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100028804
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2001
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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