altare maggiore, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XVIII)

altare maggiore 1742 - 1743

La mostra dell'altare, che poggia su tre gradini in marmo rosso a venature rosa, presenta una grande specchiatura rettangolare in marmo bianco macchiato di grigio ornata al centro da un motivo a volute e riccioli vegetali includente una grata in ferro battuto a girali e fiori. Ai lati, parastine fortemente aggettanti con specchiature fermate da conchiglie sorreggono la mensa rettangolare in marmo nero. Il primo gradino dell'altare, molto basso e profilato da modanature sporgenti pure in marmo nero, si imposta su grandi volute a ricciolo in marmo giallo fasciate alle estremità superiori da larghi acanti e accoglienti una cartella fogliata con stemma appartenente al vescovo eporediese Michele Vittorio De Villa. Nel secondo gradino, delimitato lateralmente da accentuate volute con teste alate di angioletti in marmo bianco, le grandi specchiature sono ornate da tarsie in marmo rosso macchiato di bianco entro incorniciature mistilinee desinenti in volutine distanziate da un motivo a conchiglia. Sulla sommità è poggiata una base lignea di sezione rettangolare decorata da una grande targa mistilinea laccata in bianco avorio con profili e ornati 'rocaille' dorati

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA ferro/ battitura
    legno/ laccatura
    marmo bianco/ scultura
    marmo grigio/ scultura
    marmo nero/ scultura
    marmo rosso/ scultura
    marmo/ scultura/ intarsio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare si impone all'attenzione per la sobria eleganza del disegno che contrappone alla frontalità della mostra e dei pilastrini, accentuata dalla presenza di nitide specchiature rettangolari, l'andamento curvilineo della struttura retrostante e dei due ordini di piani superiori. Particolarmente raffinato è l'accostamento dei diversi tipi di marmi che alterna alla tonalità dominante del marmo bianco macchiato di grigio, il rosso a venature bianche delle specchiature, mentre gli elementi ornamentali - conchiglie, volutoni, medaglione della mostra - realizzati in giallo di Verona, contribuiscono a ravvivare la policromia dell'insieme. Meritano inoltre menzione, per l'accuratezza della tecnica esecutiva, le belle teste alate di angioletti che ornano il gradino superiore, assai affini a quelle osservabili nell'altare della Cappella di San Savino in Cattedrale (cfr. scheda cartacea n. 25) di circa un ventennio posteriore. L'Altar maggiore si deve alla munificenza di Michele Vittorio di Villa dei Conti di Villastellone che resse la diocesi eporediese dal 1741 al 1763, come è attestato infatti dalla presenza, sui volutoni laterali, dello stemma dei De Villa. Riguardo al problema della committenza dell'Altare lo storico eporediese Giovanni Benvenuti, contemporaneo di Mons. De Villa, riferisce appunto che nell'anno 1742 "dal vescovo Di Villa si principiò il nuovo altare tutto di fini marmi, che tutt'ora esiste" in sostituzione di un precedente anch'esso marmoreo ed ornato con statue di Santi, fatto erigere dal vescovo Cesare Ferreri nel 1589 (G. BENVENUTI, "Istoria dell'antica città di Ivrea", manoscritto della fine del sec. XVIII, pubblicato con il titolo "Storia di Ivrea", Ivrea 1976;). Sempre il Benvenuti ci informa che Mons. De Villa tuttavia, prima di far erigere l'altare in forma definitiva, ordinò la costruzione di un maestoso modello ligneo per aver garanzia della buona riuscita del lavoro (G. BENVENUTI, cit., p. 571). E' proprio di esso che troviamo menzione negli Atti della Visita pastorale di Mons. M.V. de Villa (1742, f. 4 r.), allorché l'Altar maggiore viene descritto come "optime ornatum, et elaboratum. Licet non sit lateritium sed ex ligno" aggiungendo che sarà poi realizzato in forma e materiale più eleganti grazie alla generosità del Vescovo visitatore. In assenza di una documentazione d'archivio che faccia luce sull'identità degli abili marmorini che costruirono questo altare e ai quali si deve con ogni probabilità pure la balaustra rimossa dal presbiterio anni or sono, non resta che sottolinearne l'alta qualità, ponendola in relazione con i numerosi altari realizzati nel corso del sec. XVIII per Chiese di Ivrea e della zona (L. MALLE' , Le arti figurative in Piemonte dal sec. XVIII al sec. XIX, Torino 1963-1968, pp. 142-143). In questo senso il parallelo più significativo è rappresentato dall'Altare maggiore della Chiesa parrocchiale di Settimo Vittone, realizzato a Vercelli da Carlo Giudici di Viggiù nel 1743 (G. PONCHIA, Le Chiese Parrocchiali di Settimo Vittone, Torino s.d. ma 1971, p. 31) che riecheggia nell'impianto compositivo generale, l'Altare maggiore della Cattedrale eporediese ed è ad esso coevo. Per l'identificazione dello stemma cfr. U. DALLARI, Motti araldici editi di antiche famiglie italiane, Bologna 1918, p. 41; A. di RICALDONE, Genealogie e armi gentilizie subalpine, Roma 1965 p. 153
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100028719
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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