lampada pensile a vaso, opera isolata - bottega genovese (secondo quarto sec. XIX)

lampada pensile a vaso, 1829 - 1829

La lampada è appesa ad un braccio in ferro battuto. Il corpo a vaso è ornato, superiormente, da un fregio a volute e fiorellini e, inferiormente, da un giro di foglie lanceolate che sono ripetrute sulla sottostante boccia. La parte superiore del corpo, ornata da foglie lanciolate tenute da una corona d'alloro, si restringe a sorreggere il vasetto portacero, ornato anch'esso da un giro d'alloro. Tre bracci, formati ciascuno da un fiore circolare e da una doppia foglia d'acanto fissata sui bordi superiore ed inferiore del vaso, sostengono la lampada tramite catenelle con elementi trapezoidali alternati a piccole maglie circolari

  • OGGETTO lampada pensile a vaso
  • MATERIA E TECNICA argento/ laminazione/ sbalzo/ traforo/ cesellatura
  • MISURE Profondità: 30
    Altezza: 96
    Larghezza: 33
  • AMBITO CULTURALE Bottega Genovese
  • LOCALIZZAZIONE Gavi (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il punzone della "Croce del SS. Maurizio e Lazzaro coronata", relativo al II titolo per grossi lavori in argento, e quello del "delfino arrotolato", relativo all'Ufficio del Marchi di Genova, vennero introdotti con i RR. PP. del 12 luglio 1824. Nella stessa occasione venne abolito il punzone dell'assaggiatore e fi conservato quello dell'argentiere, che però non figura nell'oggetto in esame (G. PESCE, I punzoni dell'argentereia genovese, in F. FRANCHINI GUELFI (a cura di), La liguria delle Casacce. Devozine, arte, storia delle confraternite liguri, catalogo della mostra, Genova 1982, vol. II, pp. 117-118; A. BARGONI, Maestri, orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino 1976, pp. 15-17. Tav. IX, fig. 12 e tav. XIII, fig. 7). La lampada, datata 1829 e realizzata da argentiere ligure, ha struttura ed elementi decorativi ispirati al gusto Impero, con una ricchezza ornamentale che trova diffusione soprattutto a partire dal terzo decennio. Essa fu donata, come attesta l'iscrizione, dall'Arciprete di Gavi Bernardo Ricchini e dai suoi eredi: esso, arciprete di S. Giacomo dal 1809 al 1830 (G. GALBIATI, Le tre Confraternite di Gavi Ligure, Genova 1949, ed. consultata Ovada 1979, pp. 30-33), con testamento rogato il 9 settembre 1830 legò una somma all'Ospedale e alla Chiesa per l'acquisto di arredi feriali e con l'obbligo di celebrare messe in suo suffragio, predisponendo che i frutti di un suo credito dovessero servire ad indorare il coro quando fosse stato possibile (Gavi, Archivio Parrocchiale, Notizie riguardanti il Parrocco e la Parrocchia di Gavi, ad vocem Opera Pia Ricchini)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027594
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Lungo il bordo del coperchio - BERNARDI RICCHINO/ ARCHIORESB. GAVIEN/ ET HAEREDUM 1829 - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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