decapitazione di San Giovanni Battista
La cassa poggia su una base con bordo sagomato atta a ricevere le aste per il trasporto. I personaggi sono collocati in una scena formata da una sacalinata a due gradini e, sulle sfondo, da un rudere con arcate e finestra provvista di grata. Anteriormente è S. Giovanni, inginocchiato e colle mani legate, attende il colpo di spada che il carnefice sta per sferrare; più in basso è seduto un angioletto con la croce e, di lato, l'agnello. Sulla destra, assisa sulla gradinata, è una fantesca, identificata in Erodiade, raffigurata come una donna matura che porge il piatto atto a ricevere la testa del santo e volge il capo verso Salomè. Dalla parte opposta, dietro il carnefice, un soldato regge un'alabarda e una spada e, davanti a lui, un bambino osserva la scena. Il rudere regge un gruppo di nubi, sulla quiale sono appoggiati due angeli, uno dei quali con una corona di fiori, e due cherubini. I personaggi sono abbigliati con vesti tagliate in tessuti con decori minutamente descritti, ottenuti con la tecnica dello sgraffiato. L'aureola del Battista è in ramo argentato orlato a sbalzo a corda ritorta. Il bacile è in metallo argentato e sono in lamina d'argento i fiori della corona
- OGGETTO macchina processionale
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MATERIA E TECNICA
argento/ laminazione
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MISURE
Profondità: 266
Altezza: 293
Larghezza: 169
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ATTRIBUZIONI
Maragliano Antonio Maria (1664/ 1739)
- LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La cassa fu acquistata dal commerciante savonese di legnami Tomaso Lardone, al prezzo di lire 2.300 convenuto il 6 giugno 1826 (ASSOCIazione PRO LOCO DI OVADA). La cassa, trasportata via mare da savona a Voltri l'11 giugno dove fu sottoposta ad un primo e repentino restauro (Ovada, Archivio della Confraternita, Libro delle proposte del Ven.do Oratorio di S. Gio. Batta d'Ovada., al 18 giugno 1826; Ovada, Archivio della Confraternita, Giornale delle esazioni. Libro de conti del Ven.do Orat.o di S. Gio. Batta. Ovada. 1788-1827, al 29 giugno 1826). Per il pagamento l'Oratorio indusse un pubblico prestito volontario (Ovada, Archivio della Confraternita, Libro delle proposte del Ven.do Oratorio di S. Gio. Batta d'Ovada., al 9 aprile 1827). La scultura fu sistemata all'interno della chiesa ovade si una cappella appositamente ricavata sul lato sinistro e chiusa da una vetrata, oggi rimossa, (Ovada, Archivio della Confraternita, Giornale delle esazioni. Libro de conti del Ven.do Orat.o di S. Gio. Batta. Ovada. 1788-1827, al 16 luglio, 1826, 20 e 30 settembre 1827). La cassa, ritenuta da G. B. Rossi proveniente dall'Oratorio genovese degli Sbrirri (G. B. ROSSI, Ovada e dintorni, estratto da "Paesi e castelli dell'Alto Monferrato e delle Langhe", Roma 1908, ed. consultata 1978, p. 61), fu riconosciutra da Grosso come originariamente appartenente all'Oratorio di S. Giovanni Battista della stessa città (G. GROSSO, Le Casacce e la scultura lignea sacra genovese del seicento e del settecento, catalogo della mostra, Genova 1939, p. 43, tav. 32). Una "Decollazione di quel santo precursore" è infatti citata da Ratti come eseguita dal Maragliano per quella Confraternita (C. G. RATTI, Vite di pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova 1769, V. II, p. 167). La confraternita, identificata precisamente con quella di S. Giovanni Battista e Caterina Martire situata nel quartiere di Portoria, vendette la cassa con la soppressine napoleonica del 1811, non essendo riuscita a ricostituirsi dopo tal periodo. Maragliano si ispira nella composizione del gruppo alla cassa realizzata nel secolo precedente da Marc'Antonio Poggio per l'Oratorio di S. Giovanni Battista di Genova Sestri, ma pur riprendendo in gran parte lo schema, raggiunge una ben diversa pacatezza, unita ad una dolce e sdrammatizzata unità compositiva (F. FRANCHINI GUELFI, Le casacce. Arte e tradizione, Genova 1973, tavv. 15-22). Colmuto propone una datazione ai primissimi anni del Settecento (G. COLMUTO, L'arte del legno in Liguria: A. M. Maeagliano (1664-1739), estratto da "Fonti e studi di storia ecclesiastsica", III, Genova 1963, pp. 23, 75, fig. 3). Il gruppo è citato da G. CASALIS, Dizinario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1845, vol. XIII, p. 720; G. BORSARI, Una chiesa e una confraternita nella storia di Ovada, in "La provincia di Alessandria", 1968, n. 7-8, pp. 33-35 (ripubblicato in Spunti di Storia Ovadese, Alba 1971, pp. 37-43); G. BORSARI, La nostra Ovada, Alba 1968, p. 39; G. BORSARI, Le scomode confraternite ovadesi, in "Piemonte vivo", aprile 1978, p. 9; F. FRANCHINI GUELFI, Le casacce. Arte e tradizione, Genova 1973, pp. 64, 97-98, tavv. 42-47, fig. 73). Successivamente alla redazione della scheda, il gruppo è stato oggetto di numerosi studi, culminsati nel catalogo della mostra di F. CERVINI, D. SANGUINETI (a cura di), "Han tutta l'aria di paradiso". Gruppi processionali di Anton Maria Maragliano tra Genova e Ovada, catalogo della mostra di Ovada, Torino 2005; mostra in cui il pezzo era presente. In tale occasione l'opera è stata datata intorno al secondo-terzo decennio del Settecento ed è stato osservato che l'iscrizione trovata fra le pieghe della veste di Salomè, che recita "1756 I° Giugno", potrebbe riguardare la policromia (F. CERVINI, D. SANGUINETI (a cura di), 2005, scheda n. 4, pp. 102-106); D. SANGUINETI, Il paradiso secondo Maragliano in cinque macchine processionali, in F. CERVINI, D. SANGUINETI (a cura di), 2005, pp. 23-24)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027539
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul secondo gradino, a destra, entro targhetta in ottone - Scultore/ Maragliano Anton Maria/ (1664-1739)/ La decollazione di S. Giovanni Battista/ Oratorio di S. Giovanni Battista/ Ovada - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0