putti alati

decorazione pittorica,

Nelle arcate che separano le campate affrescate con i vari episodi della vita di San Michele e della Vergine, fra motivi decorativi a rosoni, a ghirlande stilizzate, a elementi architettonici e a volute, che trasmutano in decorazioni fitomorfe, si trovano ovali con angioletti e tondi con il simbolo JHS della Confraternita, contornato da raggi a effetto dorato.La cromia degli affreschi è vivace con prevalere dei rosa, azzurri, ocra, gialli e verdi brillanti

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Andrietti Antonio (/ 1713)
    Pelliparis Giuseppe Antonio (notizie 1683)
  • LOCALIZZAZIONE Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sugli affreschi è presente, nell'archivio della chiesa, una documentazione che permette di ricostruire, con sufficiente chiarezza, i modi e i tempi del lavoro, oltre a restituire il nome degli autori. In data 25 agosto 1683 avviene la Capitolazione fra i pittori Antonio Andrietti e Giuseppe Antonio Pelliparis e la Veneranda Confraternita del Nome di Gesù in San Michele arcangelo per affrescare le volte della chiesa; il contratto, piuttosto dettagliato, prevedeva che fosse dipinto il "Santa Santoro", "le due volte longhe di Messo nella Chiesa" e tutte le arcate. Era già fissata, sempre in sede di contratto, l'organizzazione del tessuto decorativo, che, conformemente al disegno dell'opera presentato dai pittori, doveva comprendere cinque scene in ciascuna delle campate maggiori e una in quelle minori, con i relativi ornamenti. Nelle arcate e nel Sancta Sanctorum i pittori si impegnavano a dipingere puttini attorniati da elementi decorativi. Il Sancta Sanctorum, sito allora dove oggi si trova il coro, poichè, come risulta dai documenti, nel 1719 si invertì la posizione dell'altare maggiore, non conserva gli affreschi originali, essendo stato ridipinto in epoca successiva (Archivio della chiesa di San Michele, Libro della Compagnia dei Confratelli del Giesù di Santo Michael). Il contratto ci fornisce inoltre un'indicazione preziosa sulla divisione del lavoro fra i due pittori: Pelliparis aveva il compito di dipingere l'impaginato decorativo con i puttini, mentre Andrietti le scene con figure e, all'esterno della chiesa, "un Santo Michele sopra la muraglia di fuori sopra la porta", oggi scomparso. Gli affreschi dovevano essere già terminati nel dicembre dello stesso anno 1683, quando si attesta dell'avvenuto pagamento della somma di "lire duecento ducati". Sui due pittori, attivi in San Michele, le notizie finora reperite sono scarsissime. Secondo quanto afferma Bosio, Antonio Andrietti, di origine comasca, dipinse nel 1668 una tela con la "Concezione" per la Cappella dei Fustanieri nella chiesa di San Giorgio, purtroppo irreperibile; Bosio, da cui Vesme riprende le scarse notizie aggiungendo solo di non aver trovato altra menzione del pittore, afferma che Andrietti morì a Chieri il 12 gennaio 1713 (BOSIO A., Memorie storico-religiose e di belle arti del duomo e delle altre chiese di Chieri, Torino 1880; BAUDI DI VESME A., Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino 1963, vol.I). Giovanni Antonio Pelliparis non è invece menzionato che nei documenti della chiesa, per cui lavora ancora nel 1690, quando vi dipinge "due scalinade del Altare" per un compenso di £. 3 (Archivio della chiesa di San Michele, Libro dei Conti dal 1767 fino a oggi). Nella "Nota di quelli che ano fatto delli elemosine alla detta Compagnia" risulta inoltre che, sempre nel 1690, il Rettore Giovanni Cesar, Carlo Montù e Pelliparis "hanno fatto di presente di uno Adornamento per l'Altare quando si vuol far qualche novena e altra fontione per li Morti". Entrambi i lavori non ci sono pervenuti. Il clima di questi affreschi, di qualità non alta e di tono quasi popolare, ma freschissimi nell'esuberanza decorativa e nell'eccitata policromia, si avvicina a quello dei cicli pittorici delle maestranze luganesi e lombarde che molta parte ebbero nel'600 nella decorazione in Torino e nelle ville del Piemonte. Torna qui lo stesso gusto per la pittura velce, alla brava, affidata in gran parte alla brillantezza cromatica e al gusto dilagante per una decorazione a cartigli, frontoni, volute, a elementi architettonici, apparentemente libera ma regolata e strettamente organizzata da un senso geometrico latente. Si potrebbe citare come confronto, se pure si tratta di un esempio di pittura laica e alquanto più scaltrita tecnicamente di quanto non appaiano gli affreschi piuttosto ingenui di San Michele, il ciclo di affreschi alla villa della "Passerena", presso San Maurizio Canavese (CAVALLARI MURAT A., Lungo la Stura di Lanzo, Torino 1972). All'interno di questa traccia di lettura, torna utile l'accenno di Bosio sull'origine comasca di Andrietti; forse, spingendosi in un campo di ipotesi affascinante anche se indimostrabile, lo stesso Pelliparis proveniva da un'area lombarda e, se si suppone una sua breve permanenza in territorio piemontese, ciò potrebbe giustificare la totale assenza di altre notizie nei suoi confronti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027383-3
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • STEMMI Al centro delle arcate - religioso - Emblema - Compagnia del Nome di Gesù - Monogramma cristologico IHS raggiato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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