Madonna con Bambino, San Domenico, Santa Rosa da Lima, Santa Caterina d'Alessandria e Santa Caterina da Siena
dipinto
1750 - 1799
La Madonna e il Bambino, circondati da un nimbo giallo oro, sono raffigurati nell'atto di porgere il rosario a S. Domenico. Santa Rosa, abbandonato il capo sul ginocchio della Vergine riceve una carezza da Gesù. Le sante Caterina d'Alessandria e da Siena, sono inginocchiate in atteggiamento di adorazione. Sulla generale intonazione scura del dipinto, con largo uso del nero, di grigio cupo e di marrone, contrasta l'accordo stridente del blu metallico e del rosso vivo delle vesti di Santa Caterina d'Alessandria. La cornice è in legno sagomato
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno/ sagomatura
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 240
Larghezza: 163
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Tortona (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'andamento della composizione, con i santi radunati a formare un compatto e movimentato gruppo intorno alla Vergine, richiama esempi romani del secondo Seicento, in particolare le formule diffuse dalla bottega di Carlo Maratta intorno al sesto decennio del XVII secolo. Il riferimento a questo ambiente culturale trova conferma anche nella stretta somiglianza che rileva il confronto tra gli angeli di questo dipinto e quelli dell'Immacolata Concezine nella stessa Chiesa, opera che riprende un'incisine con egual soggetto, copiata da un originale di Maratta e conservata a Pavia. E' probabile, inoltre, che quella stessa acquaforte sia stata il veicolo del tipo dell'angelo con le ginocchia divaricate, data la quasi perfetta coincidenza con il Bambino reggicroce dell'incisine (P. BELLINI (a cura di), L'opera incisa di Carlo Maratta, catalogo della mostra, Pavia 1977, pp. 81-83). Le figure delle sante monache adoranti denotano una più sottile sensibilità pittorica e vi si rintraccia, forse, una lontana discendenza marattesca (si vedano le due tele con santa Francesca Romana di Ascoli Piceno pubblicata da A.MEZZETTI, Contributi a Carlo Maratta, in "Rivista dell'Istituto Nazinale di Archeologia e Storia dell'Arte, 1955, pp. 269-271), qui segnata da un evidente scadimento qualitativo. Di stesura più rozza, invece, gli altri due santi; Caterina d'Alessandria è probabilmente la ripresa di una tipologia cara a Charles Dauphin e presente in alcune sue opere torinesi, come l'Episodio Biblioco e il dipinto con Luisa di Savoia rispettivamente nellechiese di San Domenico e San Francesco da Paola, e la speranza nella Sala dei Dettami della Vita a Palazzo Lascaris (M. DI MACCO, La comunicazione simbolica di precetti morali nei due fregi del Palazzo Torinese, in Palazzo Lascaris. Analisi e metodo di un restauto, Torino 1977, pp. 38-39, 104-105). Va ricordato che nel libro dei conti di Giacomo Senes per l'anno 1684 viene riportato alla data 9 agosto un pagamento per due quadri ancora da terminare (Tortona, Archivio della Confraternita di Santa Maria di Loreto, coll. An 22, fascicolo 4, fol. 28)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027368
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0