San Biagio

decorazione pittorica,

Sulla fascia inferiore, è raffigurato a mezzo busto, con attributi iconografici consueti (pastorale, pettine per cardare), S. Biagio, la mitra, l'aureola e il manto sono gialli, ilpettine per cardare è azzurro, i contorni curati e sottili sono bruni

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • AMBITO CULTURALE Bottega Savonese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
  • INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le brocche, vasi destinati nell'impiego farmaceutico agli oli olii e agli sciroppi, detti anche boccali (G. PESCE, Maioliche ligure da farmacia, Milano 1960, p.26), appartengono al corredo della Farmacia dell'Ospedale dei SS. Antonio e Biagio di Alessandria, istituita nel 1673 con le Donazioni del Canonico Giacomo Francesco Pomesano (Alessandria, Rogiti Tommaso Varzi, Archivio dell'Ospedale, Tit. II, Rub. 4, Cat. 1, Busta 1, Fasc. 5 e Tit. II, Rub. 3, Cat. 1, Busta 3, Fascicoli. 19-120-121-122). Ne fu ordinato l'acquisto nel 1675 (Alessandria, Archivio dell'Ospedale, IV Libro Ordinati della congregazione particolare dall'anno 1656 all'anno 1680, Ordine d'acquisto, 1675 fol. 107) e furono probabilmente fabbricati per la Farmacia di questo Ospedale poichè recano le effigi dei Santi titolari. La provenienza dei vasi dalla Farmacia del Convento di Santa Croce a Bosco Marengo, risulta essere una supposizine non confermabile né coi dati storici né coi documenti d'archivio. Le brocche copaiono, in numero di 136, in un inventario del 1710 riferito al 1707 (Alessandria, Archivio dell'Ospedale, Inventario, 1710, Tit. II, Rub. 1, Cat. 1, busta 2, fasc. 26) e in numero di 134 in un inventario del 1718 (Alessandria, Archivio dell'Ospedale, Inventario, 1718, Tit. II, Rub. 1, Cat. 1, busta 2, fasc. 29). Tali inventari forniscono notizie sullo stato di conservazione dei vasi, dimostrando quindi che, a tale data, erano già in uso da tempo. La forma, cannone tozzo, pancia e piede non troppo slanciati, manico ad ansa nastriforme, e la decorazione stilizzata con largo uso di azzurro, li collegano alla produzione ceramica savonese, di rapida esecuzione e di fattura dozzinale, della seconda metà del Seicento (G. VIGNOLA, Sulle maioliche e porcellane del Piemonte con appendice sulle antiche di Savona, Torino 1878, pp. 48-62; G. CARBONELLI, Farmacie e farmacisti in Italia nel XVI secolo, Roma 1912, figg. X-XI; G. MARINONI, Arte ceramica, Genova 1914, pp. 33-46; Antica ceramica ligure dal XIV al XVIII secolo, Genova 1939, pp. 1-79, tav. I-CLXVIII; G. MORAZZONI, Il tesoro ceramico degli ospedali Civili di Genova, in "La Ceramica", II, 1940, n. 2, pp. 59-72; Id., n. 4, pp. 133-148; G. MORAZZONI, La maiolica antica ligure, Milano 1951, pp. 7-57, tavv. 17, 20-27, 44, 52, 69-76; G. LIVERANI, La maiolica italiana fino alla comparsa della porcellana, Milano 1958, pp. 56-59; T. PENNACCHIA, Vasi da farmacia genovesi, Pisa 1960; C. BARILE, I vasi dell'antica farmacia dell'Ospedale di S. Maria Misericordia in Albenga, Genova 1961; G. PESCE (a cura di), Mostra retrospettia della ceramica ligure, catalogo della mostra Albissola, Alessandria 1968, pp. 1-15, tavv. 21-52, 86, 88, 117-120; S. LEVY, Le maioliche piemontesi e liguri, Milano 1970, pp. 21-28, tavv. 33-80; G. CONTI, L'arte della maiolica in Italia, Milano 1973, pp. 11-32; L. MALLE' , Maioliche italiane dalle origini al Settecento, Torino 1974, pp. 66-68; G. LISE,La ceramica del Seicento e farmacia, Milano 1974; C. BARILE, Antiche ceramiche liguri, Savona 1975, pp. 53-94, tavv. VII- VIII, XIX-XX, XXXVII e figg. 70-71, 88, 90-98; F. MARZINOT, Ceramiche e ceramisti in Liguria, Genova 1979, pp. 79-86, 185-291). Conferma questa ipotesi l'appartenenza alla stesa serie dei due grandi vasi, con doppio manico ad ansa, recanti le figure dei SS. Antonio e Biagio, di fabbrica savonese (C. CAMPANILE, Vasi da farmacia, Milano 1973, tav. 5) acquistati dal Museo Civico di Torino (Torino, Archivio del Museo Civico di Torino, Verbali delle Adunanze dal 1862 a tutto il 1874, foglio 51, Comotato Direttivo, Seduta del 5 Marzo 1874). L'ipotesi che i vasi provengano da fabbriche piemontesi o venete (C. PEDRAZZINI, La farmacia storica e artistica italiana, Milano 1934, pp. 93, 95, 113) non è suffragata da soddisfacenti confronti stilistici (sulle ceramiche piemontesi si veda S. LEVEY, 1970, pp. 13-17, tavv. 1-31; G. BAGGIOLI, La ceramica "Vecchia Mondovì", Cuneo 1973; V. BROSIO; Rossetti Vische Vinovo porcellane e maiolice torinesi del Setecento, Milano 1973; L. MALLE' , 1974, pp. 76-79; per le ceramiche venete cfr. G. LORENZETTI, Maioliche venete del settecento, Venezia 1939; G. BARIOLI (a cura di), Ceramiche antiche di Bassano, di Le Nove, di Vicenza, Venezia 1954; G. BARIOLI (a cura di), Maioliche porcellane e terraglie nel Vicentino, Venezia 1955; G. BARIOLI (a cura di), Antica ceramica di Este, Este 1960; M. FIORONI, Ceramiche di Legnano, Faenza 1962; S. LEVY, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962, tavv. 229-352). Nel 1896 i vasi antichi si trovavano nel Magazzino della Farmacia (Alessandria, Archivio dell'Ospedale, Inventario, 1869, Tit. II, Rub. 1, Cat. 1, busta 3, fasc. 51). Nel 1906 l'Amministrazione dell'Ospedale approva la proposta di vendere alla Richard Ginori i vasi antichi e di acquistarni di nuovi; vendita mai avvenuta (Alessandria, Archivio dell'Ospedale, Lettere e Delibere, 1906, Tit. II, Rub. 23, Cat. unica, busta 1, fasc. 31).CONTINUA NEL CAMPO OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027359-2
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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