adorazione dei Re Magi
Sulla sinistra della scena il gruppo di Maria con il Bambino e San Giuseppe; di fianco San Bartolomeo con un libro in mano, neòll'atto di presentare una figura di devoto inginocchiato, con le mani giunte. Di fronte alla Madonna, uno dei tre Magi inginocchiato, vestito di un abito giallo con motivo decorativo nero, bordato da una striscia nera sul fondo; a destra Gaspare, avvolto in un manto rosso su una veste bianca con un motivo rosso a linee diagonali, con un contenitore con coperchio e piede; alle sue spalle il terzo Re, con un cofanetto in mano e il capo avvolto in un turbante bianco. Dietro i re Magi, il corteo che si snoda lungo una strada su cui si affacciano alcune case. In alto brilla la cometa. L'abito del donatore e scuro, come quello di S. Bartolomeo; la Vergine indossa un abito rosso con manto blu
- OGGETTO pala d'altare
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Piazza Callisto Detto Callisto Da Lodi (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è segnalato per la prima volta da Bascapé nel 1594, in occasione della sua visita pastorale alla Cattedrale, sull'altare della cappella di San Gerolamo, detta anche dei Tre Magi e della Fabbrica (Novara, Archivio Storico Diocesano, Visita pastorale Bascapé 1594, Tomo 263, fol. 336); dove lo segnalano anche, nelle loro visite pastorali, Taverna (ID., Visita pastorale Taverna 1617, Tomo 76), Volpi (ID., Visita pastorale Volpi 1623, Tomo 99, fol. 26), Odescalchi (ID., Visita pastorale Odescalchi 1653, Tomo 265) e Balbis Bertone (ID. Visita pastorale Balbis Bertone 1764, tomo 350). Nel 1819 Morozzo, nell'Inventario degli oggetti del Duomo, redatto in occasione della sua visita pastorale, specifica che in codesta tela è raffigurato anche Melchiorre Langhi, fondatore della stessa Cappella (Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Fabbriceria, le due sacrestie, cerimoniere, taca n. 85, Inventario delle sacre reliquie suppellettili, paramenti effetti diversi esistenti nella sacrestia superiore della Basilica Catetdrale di Novara, 22 Gennaio 1819). Tale notizia veniva fornita già dal Cotta che, parlando di Melchiorre Langhi, arcidiacono della Catedrale di Novara, funzinario dell'economato delle Stato di Milano, precisava come questo personaggio coadivò la decorazione dell'altare dei Re Magi "ove si vede il suo ritratto" (L. A. COTTA, Museo Novarese, Milano 1701, p. 318). Lo stesso Cotta, nella Giunta al Museo novarese, riconferma che presso l'altare della Frabrica è una tela con Adorazione dei Magi e con la raffigurazione del benefattore (Novara, Archivio Storico Diocesano, L. A. COTTA, Giunta al museo novarese, fol. 163). La cappella dei Re Magi, smante.llata con la ricostruzione del Duomo antonelliano nell'800, alla fine del Cinquecento risultava posta nella navata sinistra, fra quella di Sant'Agabio e quella di S.ta Maria della Consolazione, con la titolazione principale di San Gerolamo e Sebastiano; tuttavia, a metà del XVI secolo, prima della ristrutturazione della Cattedrale avvenuta con il Concilio di Trento, risultava una cappella di San Bartolomeo e dei Tre Re Magi, di cui ignoriamo l'ubicazione; intorno alla metà del Trecento risultava invece una Cappella dedicata solo a San Bartolomeo (M. PEROTTI, Il duomo antico di Novara e il suo mosaico pavimentale, Novara 1980, pp. 119-121). Si può quindi immaginare che una primitiva cappella di S. Bartolomeo sia stata ristrutturata nella prima metà del Cinquecento, con il contributo di Langhi che avrebbe donato anche la tela per l'altare e, inoltre, avrebbe fatto aggiungere al titolo già posseduto quello dei Tre Re Magi. Alla fine del Cinquecento, la cappella sarebbe stata associata a quella di S. Gerolamo. Nel 1828, Bianchini vede la tela "inopportunamente" situata e auspica una sua rapida reposizine nella nuova sacrestia, dove già sono l'Ultima Cena e lo Sposalizio di S.ta Caterina (F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, p. 22). Nell'Inventario del 1845-1850 il dipinto risulta spostato nella nuova sacrestia, detta anche Cappella del Crocifisso (Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Inventario 1845-1850, p. 38), mentre Zambelli ne segnala la nuova reposizine nei locali dell'Archivio Capitolare (G. ZAMBELLI, La pittura e la scultura in Novara, in "Monografie novaresi ", Novara 1877, p. 165). Nel 1910 la tela è trasportata presso il Museo Civico novarese, insieme all'Ultima Cena, in occasione dell'inaugurazione dello stesso Museo e, nel 1912, è nuovamente riposta nella Cappella dov'è attualmente ubicata. Parimenti complessa appare la vicenda attributiva. Cotta lo dice opera di Tiziano prima maniera po di Paris Bordone, Morozzo di Caracciolo, Casalis (G. CASALIS, Dizinario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1843, vol. XII, p. 102) di Paris Bordone, Zambelli di Padovanino. Nell'Inventario del 1845-1850 sono riportate le varie ipotesoi attributive. In ultimo, nelle relazioni epistolari intercorse fra il Capitolo e il Vesme, per il trasporto del dipinto nel museo novarese, è definito di scuola veneta. Tali attribuzioni, però, non appaiono esatte. La componente veneta esiste effettivamente, ma solo filtrata nell'acceso cromatismo: in realtà la natura più autentica del dipinto è ancora lombarda, come sembrano indicare la notevole componente naturalistica delle fisinomie, dello stesso ritratto del Langhi; quest'ultimo in particolare sembra richiamare i ritratti del Moroni, mentre il preziosismo cromatico richiama il Romanino: un'area bresciana circola nel dipinto, tanto da suggerirci il ricordo dei Piazza, in particolare di Callisto e Scipine. Questi artisti escono dall'ambiente bresciano più moderno, quello già di Moretto Savoldo e Romanino, in collegamento diretto con la cultura veneziana di Tiziano. CONTINUA NEL CAMPO OSS
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026667
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0