schiavo incatenato

statua,

Dei due schiavi uno ha le fattezze di un giovane, l'altro di un vecchio con la barba; avvolti in un panno che, dalle spalle, scende a coprire la parte inferiore del busto, sono raffigurati con le catene ai polsi e lo sguardo rivolto verso la Madonna

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ brunitura
  • ATTRIBUZIONI Beretta Angelo Maria (notizie Secondo Quarto Sec. Xviii)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai pagamenti trascritti nei libri della tesoreria della Confraternita del Riscatto, in data 18 aprile 1730, risulta un pagamento ad Angelo Maria Beretta "per le due statue di schiavi e due angeli in legno, come da scrittura e per le catene di suddetti schiavi". Ciò significa che le sculture vengono poste in opera dopo la costruzione dell'altare eretto nel 1728 dal marmorino Giovanni Battista Giudici, con l'aggiunta, nello stesso anno, di alcuni lavori ad opera dello stesso Beretta. Quando viene ricostruito il Duomo e l'altare del riscatto è riposto interamente in opera, sorge una controversia fra i Canonici della Confraternita in merito al fatto di ricollocare sull'altare ì due schiavi, definiti da alcuni lavoro di basso valore. La controversia è riportata sui verbali delle adunanze dell'Opera Pia della Confraternita: inm uno di codesti verbali, datato 1885,le due statue sno definite "i due mori" e si dice dovrebbero essere uno schiavo cistiano bianco e uno nero; erroneamente sono detti posti sull'altare nel 1720 e l'altare stesso è creduto anteriore a quella stessa data. Inoltre si chiede di sostituirli con due angeli che si propone di imbronzare. Successivamente, chiesto il parere di un perito, si risponde che le statue sono un bel lavoro e si esorta a lasciarle dov'erano in origine per non far perdere all'altare il suo significato originario; i corregge anche la notizia che l'altare sia di data anteriore al 1720, ma non se ne indicano glia anni della costruzione. Nel 1912, a cura dell'indoratore novarese Giovanni Bianchi, è effettuata una imbronzatura delle due state, ma dai documenti citati non compare chiaramente il loro primitivo colore: dai verbali ottocenteschi sembrerebbe che, in origine, fossero state policromate una in bianco e uno in nero e che l'abbronzatura che le riveste fosse di epoca successiva, forse contemporanea alla loro ricollocazione alla fine del XIX secolo. Angelo Maria Beretta è uno scultore poco noto nel panorama artistic milanese settecentesco. Come unica opera certa al Duomo di Milano nel 1743, segnalato attivo fra il 1739 e il 1751, rappresenta la via del barocchetto milanese, sulle direttive della scultura dei Beretta, anche se più indipendente rispetto ai fratelli Giovan Domenico e Carlo (cfr. U. NEBBIA, La scultura nel Duomo di Milano, Milano 1908, pp. 219, 261, 286; U. THIEME, F. BECKER, Allgemeines Lexikon der Bildenden Kunstler von der Antike bis Zurgegenwart, Lipsia 1910, V. III, pp. 382-383; R. BOSSAGLIA, La scultra, in "Il Duomo di Milano", Milano 1973, p. 130) Per la bibliografia specifica sulle sculture si veda Novara, Novara, Archivio Diocesano, Libri della tesoreria, fasc. 6, teca 3, Libro giornale dela tesoreria 1728-1730, fol. 22; Novara, Archivio Diocesano, Registro dei verbali dell'Opera Pia Confraternita del Riscatto, 1885; Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Documenti della Fabbrica, teca 92; G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 25
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024129
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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