L'altare ha l'ancona limitata da due colonne in marmo verde, profilate in marmo nero con capitelli di bronzo dorato, è sovrastata da una cimasa mistilinea profilata in marmo nero, sulla quale sono posti due angioletti, in marmo bianco seduti sui bordi, due angioletti con croce sulla sommità, una conchiglia e steste di cherubino al centro entro un riquadro in broccatello. Nella fascia sottostante l'ancona prima del piano mensa è entro una cornice a volute il simbolo del riscatto, su fondo nero sul quale sono una croce e catena dati da intarsi di marmo policromi. La mensa in marmo nero poggia su un piano a volute in marmi policromi con un motivo di girali e decorato, al centro, con un paliotto in marmo bianco di Carrara raffigurante un angioletto con un cervo sovrastato sul capo da una croce

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo mischio di Francia/ intaglio
    marmo verde di Varallo/ intaglio
    marmo bardiglio/ intaglio
    marmo nero di Varenna/ intaglio
    bronzo/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Giudici Giovan Battista (notizie 1728-1737): esecutore
    Beretta Angelo Maria (notizie Secondo Quarto Sec. Xviii)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare è l'unico, insieme a quello di S. Giuseppe, ad aver mantenuto la struttura antica, risalente ai tempi in cui si trovava nella Cappella del Riscatto del Duomo Vecchio. Presso l'Archivio Diocesano, nel fascio di carte facenti parte alla Confraternita del Riscatto, è conservata la convenzine fra la Compagnia del Riscatto e il marmorino Giovan Battista Giudici, in data 1728, per la costruzione dell'altare in marmo, con l'obbligo di eseguirlo entro il dicembre dello stesso anno. In detta convezine si fa riferimento al disegno dell'altare già approvato, ma di cui non se ne indica l'autore. Inoltre vengono indicati i marmi da usarsi, con il riferimento preciso alla loro dislocazione. In detta convenzine non si cita la balaustra che, tuttavia, il Giudici, eseguirà ugualmente come si rileva da un documento successivo, ad opera conclusa in data 1737, nel quale è relazinata la controversia fra il marmista e la confraternita in merito al pagamento. Alcuni pagamenti in data 1729 e indirizzati al Giudici per l'ancona e la balaustra, confermano la presenza dello scultore nella mensa in opera dell'insieme. Dai pagamenti trascritti nei libri della tesoreria della stessa Confraternita, risultano alcuni pagamenti nei confronti di Angelo Maria Beretta "per lo scuto del palio" e "per li due angioli che reggono la croce sopr l'ancona compreso il trasporto da Milano a Novara". Ciò a significare evidentemente che lo scudo, la nuvola con i cherubini e i due angioletti con la croce sono forniti dal Beretta, scultore indicato alla Fabbrica dallo stesso Giudici, come dal contratto fra quest'ultimo e la Fabbricieria. La tipologia dell'altare in esame, particolarmente ricca ed elegante, è quella degli altari barocchi della Diocesi di Milano, tendente al decorativo e facente uso di marmi di vari colori. Da un inventario dei beni della Confraternita redatto il 1712 (Novara, Archivio Diocesano, Archivio della Confraternita del Riscatto, Inventario dei beni stabili mobili ed altro di maggine di questa compagnia rogati uno da Gio Giacomo Padova l'anno 1618, l'altro rogato da Antonio Maria Longone il 22 aprile 1712, fasc. 28) apprendiamo che l'antico altare era ligneo, come di consuetudine per gli altari lombardi che, nel corso del Settecento, sono per lo più sostituiti con altri in marmo (M. L. GATTI PERER, Cultura e socialità dell'altare barocco nell'antica diocesi di Milano, in "Arte lombarda", 1975). La confraternita del riscatto ha origine estranea all'Italia, legata all'ordine "della Beata Vergine della Mercede per la redenzine degli schiavi", nato in Spagna nel XIII secolo e avente per scopo la liberazione degli schiavi cristiani dai poteri del Saraceni. Il Culto della Beata Vergine della Mercede è esteso a tutta la chiesa solo dal 1696. Non conosciamo tuttavia la data di istituzione della Confraternita all'interno del Duomo novarese, anche se la sappiamo già esistente nel 1478, data di un lascito ereditario alla stessa da parte del Canonico Stromazzi (G. MARTINI, Storia delle Confraternite italiane con speciale riferimento e riguardo al Piemonte, Torino 1935, pp. 456-457; G. M. ROSCHINI, La Madonna secondo la fede e al teologia, in "Singolare culto di Maria". V. IV, Roma 1954, pp. 394-395). Per la bibliografia si veda Novara, Archivio Diocesano, Ricapiti appartenenti alle operazioni fatte dal Sig. Giovanni Battisti Giudici scultore in marmi con diversi confessi 1728; Novara, Archivio Diocesano, Libri della tesoreria, fasc. 6, teca 3, Libro giornale dela tesoreria 1728-1730, fol. 21; Novara, Archivio Diocesano, Acta visitae, Balbis Bertone 1764, tomo 380; G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 25
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024126-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI ancona - IPSA REDIMET - latino
  • STEMMI sull'ancona, in basso, al centro - religioso - Emblema - Compagnia del Riscatto - su fondo nero una croce e catena
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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