Madonna che adora Gesù Bambino nel roseto
dipinto,
1440 - 1460
La Madonna, vestita tradizionalmente in rosso con un manto azzurro rivestito internamente di ermellino, tiene in braccio il Bambino Gesù raffigurato in atto benedicente con una rosa in mano. Il gruppo è seduto sul bordo di una cancellata alle cui spalle è un roseto raffigurato nelle tonalità del verde e del rosa. Sul roseto due passeri. Il cielo è azzurro e su di esso sono applicati due angeli in rame dorato reggenti una corona di stelle sovrastante il capo di Maria. La Madonna ha una corona in rame dorato e una collana in latta. Anche il Bambino presenta addossata all'aureola una piccola corona in rame dorato
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Novarese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Campi Bernardino
De Campi Giovanni
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende del dipinto in esame si presentano alquanto complesse e conrtoversa è la sua attribuzione. Proveniente da una parete laterale del campanile, fu trasportato nella chiesa nella seconda metà del XVII secolo, nel 1670 per Barlassina e Picconi (G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 30) e nel 1695 secondo un manoscritto del Frasconi del 1833 (Novara, Archivio della Cattedrale, C. F. FRASCONI, Cenni storici sul culto prestatao alla prodigiosa immagine Maria Vergine delle Grazie che si venera nella Cattedrale di Novara). Intorno alla Madonna fiorisce una leggenda che rende l'immagine ancora oggi venerata e sede di un culto particolare. Si narra infatti che nel 1670 dal campanile entrò un fulmine nella Chiesa, lasciando incolumi quanti vi si trovavano dentro e intatta l'immagine della Madonna che si vide attribuire le ragioni della salvezza dei fedeli. Posta nella chiesa accanto all'altare di S. Benedetto, fu poi collocata nella seconda metà dell'Ottocento nell'altare a lei dedicato, disegnato dall'Antonelli nel 1867. In questa occasione l'affresco fu ritoccato a tempera e gli vennero aggiunti gli inserti in rame dorato, in mmodo particolare la corona posta sul capo dello stesso vescovo Gentile nel 1871. La prassi dell'incoronare le immagini mariane è inaugurata nel secolo XVII dal Clemente VIII con l'incoronazione di S. Maria Maggiore, in quanto l'incoronazione venne ritenuta come il più grande omaggio che la liturgia cattolica può rendere alla Beata Vergine. Non casualmente il rito prende consuetudini nel Seicento, nel momento in cui il culto mariano ebbe, con il concilio tridentino. il massimo sviluppo. (G. M. ROSCHINI, Maroia Vergine, in Biblioteca Sanctorum, Roma 1962, V. VIII). L'identificazione dell'autore del dipinto si presenta altrettanto complessa quanto la vicenda storica. Un'erranea attribuzione ottocentesca, secondo la quale la MAdonna era da ritenersi del pittore cremonese Bernardino Campi, si è trascinata ancora inb tempi recenti (cfr. G. BARLASSINA, A. PICCONI, 1933). Il Cassani sfronda la scorretta interpretazione e reputa la Madonna di Giovanni de Campi, pittore novarese del Quattrocento (Novara, Archivio Storico Diocesano, L. CASSANI, Arte e artisti nel novarese, s.d., p. 158). Massara, citandone anche un'incisine del 1817 da parte di Luigi Pianazzi, incisore novarese, a cura del Canonico della Cattedrale Frasconi, più vagamente l'attribuisce ad un pittore locale del XV secolo (A. MASSARA, L'iconografia di Maria Vergine nell'arte novarese, Novara 1904, p. 42). Citata successivamente dal Ferro per essere una delle testimonianze sopravvissute dell'antico Duomo (F. M. FERRO, Affreschi novaresi del 400, Novara 1972, p. 9), riceve indicazioni più precise con Romano che la cancella dal catalogo di Giovanni de Campi e l'avvicina alla Madonna dell'ancona fittile di Vespolate (G. ROMANO, Musei del Piemonte. Oper d'arte restaurate, Catalogo della mostra, Torino 1978, p. 62). Questa direzine pare di gran lunga la più corretta: la Madonna in esame denota infatti notevoli punti di contatto con la Vergine di S. Giovanni di Vespolate, dipinta intorno alla metà del Quattrocento, ma non è neppure lontana dalla cultura della Madonna di Garbania dipinta nel 1481 da Tommaso Cagnoli, in un ambito cioè di ripresa della cultura di divulgazoine lombarda fiorita intorno agli Zavattari e ai Bembo. Sull'affresco si veda anche (C. BARONI, L'arte in Novara e nel novarese, in "Novara e il suo territorio", Novara 1955, p. 590; F. M. FERRO, La Madonna nel roseto in un affresco novarese nel secolo XV, in "Bollettino storico per la Provincia di Novara, 1962, p. 106; A. L. STOPPA, Da Tommaso Cagnola al Bugnato, in "L'Omar", n. 14, 1971, p. 7; A. L. STOPPA, Due affreschi nella storia di Granozza, Novara 1972, p. 10)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024056
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0