recipiente, frammento - bottega padana (sec. XVI)

recipiente, 1500 - 1599

Frammenti pertinenti a forme aperte, piatti, scodelle e coppette, caratterizzati da impasti omogenei, colore arancio vivo, con rari inclusi ferrosi e quarzosi e tracce di mica, ben visibile sulla parete esterna, sempre priva di rivestimento. L'interno è coperto di ingobbio bianco o avorio, su cui è stesa una densa di colore giallo pallido, liscia e lucente, nella maggior parte dei casi. La decorazione è realizzata usando sia le punte che l astecca, a formare disegni tutti diversi ed elaborati. N. 21: recipiente a pareti concave mlto basso e largo, si direbbe un piatto. Molto rovinato, vetrina sottile, incrostata e caduta. N. 22: recipiente analogo al precedente, ma con andamento carenato ed orlo leggermente introflesso, vetrina sottile ed opaca. N. 23/ 24: due piatti a fondo piano, bassi ed espansi con pareti poco inclinate, vetrina densa e lucente, perfettamente conservata. N. 25: frammento forse pertinente ad una coppetta, bassa ed espansa. N. 26: forse parte del fondo piano di piatto con parete fortemente espansa. Le decorazioni per le quali rimandiamo alla riproduzione, sono vivacizzate da tocchi di verde ramina e giallo ferraccia che seguono sommariamente il disegno

  • OGGETTO recipiente
  • MATERIA E TECNICA ceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Padana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
  • LOCALIZZAZIONE Casa Alciati
  • INDIRIZZO via Giuseppe Verdi, 30, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Stabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, N. 21: unità 33, fase VI; N. 22: unità 15, fase VI; N. 23: unità 14, fase VI; N. 24: unità 26, fase VI; N. 25: unità 70, fase VI; N. 26: FS, fuori strato. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli (Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 211-218). La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Estremamente ampio il discorso relativo alla ceramica graffita a ramina e ferraccia, essendo note le produzioni emiliano-romagnole (V. FERRARI, La graffita ferrarese, Ferrara 1960) e veneta (G. B. SIVIERO, catalogo dellamostra della ceramica graffita veneta, del XIV - XV - XVI secolo, Rovigo 1965). Per quanto riguarda il Piemonte, la data dell'introduzione della tecnica è tuttora assai problematica e dubitiamo che, allo stato attuale degli studi, si possa risalire altre il XV secolo. In particolar modo, la graffita a stecca non è stata rinvenuta nel corso degli scavi della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, pp. pp. 171-218). Dal canto nostro, crediamo di non poter individuare nei reperti di Vercelli la vera e propria "graffita a stecca" di tipo padano così definita dal Mannoni (T. MANNONI, La ceramica medievale a Genova e nella Liguria, Genova-Bordighera 1975, pp. 96-98) e da questi attribuita al Cinquecento per associazione con la maiolica ligure. La nostra graffita a stecca sembra avvicinarsi maggiormente al gusto delle graffite "a fondo ribassato", così frequenti, ad esempio, nel Veneto e in Lombardia (A. MOSCHETTI, Della ceramica graffita padovana, in "Padova ", IV, 1931, p. 135; C. BARONI, Ceramiche italiane minori del Castello Sforzesco, Milano 1934, nn. 23-27, 99, 122, 197, 200-202). D'altro canto, pur nell'assoluta omogeneità di forme con la graffita a punta, è forse possibile ipotizzare una differenziazione cronologica di qualche decennio più tardi rispetto a queste ultime, considerando le decorazioni, indubbiamente più elaborate. E' interessante notare, nel caso specifico di questi frammenti, la presenza del piatto a fondo piano che non è stato rinvenuto all'interno del gruppo delle graffite a punta. Inoltre, nel caso del frammento n. 21, si è ritrovata la medesima decorazione riprodotta su di una tesa pertinente ad un oggeto chiaramente diverso; ciò lascia supporre l'esistenza di veri e propri "servizi" caratterizzati da identica decorazione riprodotta su oggetti differenti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023709
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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