recipiente, frammento - bottega padana (secc. XV/ XVI)
Si tratta di frammenti di tese pertinenti a forme aperte sia di piccole dimensioni, quali tazze, sia di grandi dimensioni, quali bacini tronco.conici assai ben attestati a Vercelli. Gli impasti sono omogenei, di colore variabile dall'arancio spento all'arancio vivo, con rari inclusi quarzosi e micacei e tracce di ferro. Le forme sono ugualmente omogenee, in quanto le tese presentano generalmente orlo ingrossato e rivolto verso l'alto. Su ingobbio bianco è stesa sempre all'interno una vetrina di colore giallo pallido, la decorazione è ottenuta a lineegraffite formanti disegni geometrici o geometrici-vegetali, con predominanza di graticci, linee disposte diagonalmente a fogliame stilizato. In alcuni casi la decorazione appare incisa a punta estremamente lrga; essa è pure completata da rapidi tocchi e colature in giallo ferraccia e verde ramina usati molto diluiti
- OGGETTO recipiente
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MATERIA E TECNICA
ceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio/ pittura
- AMBITO CULTURALE Bottega Padana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
- LOCALIZZAZIONE Casa Alciati
- INDIRIZZO via Giuseppe Verdi, 30, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Stabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, N. 1: unità 70, fase VI; N. 2: unità 38, fase V; N. 3: unità 70, fase VI; N. 4: unità 26, fase VI; N. 5: unità 21, fase VI; N. 6 unità 71, fase VI; N. 7: unità 14, fase VI; N. 8: unità 25, fase VI; N. 9: unità 33, fase VI; N. 10 unità 71, fase VI; N. 11 unità 34, fase VI; N. 12: unità 25, fase VI; N. 13 unità 71, fase VI; N. 14 unità 40, fase V. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Estremamente ampio il discorso relativo alla ceramica graffita a ramina e ferraccia, essendo note le produzioni emiliano-romagnole (V. FERRARI, La graffita ferrarese, Ferrara 1960) e veneta (G. B. SIVIERO, catalogo dellamostra della ceramica graffita veneta, del XIV - XV - XVI secolo, Rovigo 1965). Per quanto riguarda il Piemonte, la data dell'introduzione della tecnica è tuttora assai problematica e dubitiamo che, allo stato attuale degli studi, si possa risalire altre il XV secolo. I frammenti vercellesi trovano il confronto più immediato nei materiali della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, pp. 90-92), la cui datazione su basi stratigrafiche è compresa fra la fine del XV e il XVII secolo. I nostri reperti trovano inoltre confronti in frammenti della discarica di ceramiche tardo e post-medievali rinvenute a Trino Vercellese (G. DONATO, L. VASCHETTA, Le ceramiche, in Inventario trinese. Fonti e documenti figurativi, catalogo della mostra, Trino 1980, pp. 81-85). Per la bibliografia si veda Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 191-205
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023705
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0