recipiente, frammento - bottega padana (secc. XVI/ XVII)
recipiente,
(?) 1500 - (?) 1699
Si tratta di frammenti pertinenti a forme aperte, ad impasto di colore variabile dall'arancio pallido all'arancio intenso, compatto, a frattura netta, molto ben depurato, ma con abbondanti tracce di mica. In alcuni casi si ha un colore grigiastro all'interno del frammento, dovuto ad una cottura irregolare. Le pareti sono sempre estremamente sottili, la tornitura è ben curata, non vi sono tracce di decorazione. E'stato incluso a questo gruppo, per affinità di impasto, un frammento di casella, con impasto depuratissimo, duro, di colore arancio intenso, contenente rarissimi inclusioni quarzosi estremamente minuti
- OGGETTO recipiente
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MATERIA E TECNICA
CERAMICA
- AMBITO CULTURALE Bottega Padana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
- LOCALIZZAZIONE Casa Alciati
- INDIRIZZO via Giuseppe Verdi, 30, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Stabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, n. 18: unità 6, fase VI; n. 19: nità FS, fuori strato; n. 21: unità 34, fase VI; n. 22 unità 34, fase VI; n. 23: unità 26, fase VI; n. 24: unità 34, fase VI. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Per quanto riguarda i frammenti, per alcuni dei quali non si può escludere l'utilizzo quale recipiente da fuoco, essi rientrano in un tipo di difficile datazione, per via del persistere delle tecniche tradizinali ed inoltre non si può escluderela presenza nel riempimento di materiale più antico, rimaneggiati, forse romani (Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 135-138). Il ritrovanento di "zampe di gallo", di una cesalla e di scarti di fornace sono la migliore prova dell'esistenzas di una o più fabbriche di ceramiche a Vercelli, molto probabilmente in prossimità del sito interessato dallo scavo. Gli oggetti, in particolare le forme aperte, venivano disposti sulla "zampe di gallo" rovesciati, donde la colatura di vetrina su queste stesse, lungo le punte. A cottura ultimata, esse venivano staccate dall'oggetto e vi lasciavano nel cavetto, il più delle volte, caratteristici segni circolari disposti a triangolo. Le "caselle" erano recipienti cilindrici aperti superiormente e presentanti alla base una grande apertura rotonda centrale nella quale sporgeva il fondello del piatto; quest'ultimo poggiava in tre punti sugli appositi "tagli" (supporti), fissati all'angolo interno della casella stessa. Le caselle eono poi impilate nel forno una sopra l'altra (C. FARRIS, V. A. FERRARESE, Metodi di produzione della ceramica in Liguria nel XVI secolo, in Atti del II convegno internazinale della ceramica, Albissola 1969, pp. 99-140)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023685
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0