storie della vita della Madonna

decorazione pittorica,

Sulla parete laterale sinistra sono raffigurati alcuni episodi del Transitum Mariae: il funerale della Vergine, la doppia assunzione dell'anima e del corpo della Madonna e la concessione della cintola dell'Apostolo Tommaso. Sulla parete di fondo è dipinta la Natività. Sulla parete laterale destra sono affrescate le due scene dell'Adorazione dei Magi e dell'nnuncio dei Pastori

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Natività Di Stroppo (notizie Prima Metà Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Stroppo (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo ciclo di affreschi è forse l'episodio più significativo dell'espressione figurativa della Val Maira dei primi anni del quattrocento, quando la Comunità dei 12 Comuni "a Ripo Breixino supra" raggiunse un notevole grado di autonomia nel confronti del Marchesato di Saluzzo (Prazzo, Archivio Comunale, Capitula et Ordinamenta Vallis Mayranae, 1401). Gli affreschi sulla parete laterale sinistra riportano alcuni episodi di un tema iconografico inconsueto, quello del "Transitum Mariae", che sembra avere proprio qui il suo primo momento i diffusione nella Valle. Lo si ritrova negli affreschi, pure quattrocenteschi, della Parrocchiale di S. Giacomo a Paglieres e in quelli dell'abside della Parrocchia di S. Maria di Elva, datati ai primissimi anni del cinquecento (M. Piccat, Affreschi quattrocenteschi in Val Maira:il "Transitus Beatae Mariae Virginis" della parrocchiale di Paglieres, in "Studi Piemontesi", Torino, marzo 1977, vol. VI, fasc. I, pp. 125 e segg.). Si tratta di racconti tratti da testi apocrifi, tra i quali quello che maggiormente ha ispirato questa scena, sembra essere il testo della "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine, con possibili interpolazioni di altre fonti e tradizioni (M. Piccat, 1977, p. 129 e segg., note 26 e 27). Gli affreschi non portano tracce di firma e datazione; sono probabilmente di poco posteriori a quelli dell'abside maggiore. I tratti stilistici di un gotico elegante propongono una collocazione nei primi anni del quattrocento. Da notare l'origine della tradizione bizzantina dell'episodio della Doppia Assunzione di Maria (M. Piccat, 1977, p. 132, nota 35). Non si sono finora reperiti confronti che permettonono di fare delle attribuzioni plausibili degli affreschi di questo autore, denominato "Maestro della Natività di Stroppo". Ne viene però sottolineata la notevole qualità (G. Galante Garrone, Nuovi accertamenti per la pittura in Val Maira, in "Studi Piemontesi", Torino, marzo 1977, vol. VI, fasc. I, pag. 124, nota 17), la luminosità e il pittoricismo narrativo, contrapposto al tono più austero degli affreschi dell'abside maggiore (A. Griseri, Itinerario di una Provincia, Cuneo, s.d., ma 1974, pp. 67 e 102). Particolarmente riuscita è la rappresentazione dei due pastori, dove l'autore può permettersi, pur rimanendo coerente al contesto dell'opera, di sfuggire alla rappresentazione iconografica di personaggi secondo i canoni tradizionali, e raffigurarli con i vestiti, le calzature, il cappello, la cornamusa e i volti dei pastori delle sue montagne. Di notevole interesse può risultare un particolare filologico riscontrato nella scritta dipinta su uno dei cartigli tenuto in mano dagli angeli nella parete laterale destra: la versione "sarvator mondi" anzichè il classico "salvator mundi", è dovta all'influenza della lingua piemontese (G. Gasca Quierazza, com. or. 25/10/1979) (cfr. C. Leinardi, Stroppo, ricordi storici, Saluzzo 1929, pp. 28 e segg.; A. Arnaudo, La Chiesa di San Payre a Stroppo, in "Cuneo Provincia Granda", Cuneo 1954, n. 1, pp. 36-38; O. Giacchi, Antichi affreschi della Provincia di Cuneo, in "Bollettino della Società per gli Studi Storici Archeologici e Artisici della Provincia di Cuneo, Cuneo 1967, pp.42, 43; G. Ravera, Scopriamo la Val Maira: S. Peyre di Stroppo, in "Cuneo Provincia Granda", Cuneo 1967, n. 2, pp. 42,43). La vivacità dei tonio del colore si è ben conservata. Alcune zone presentano screpolature. Parte della parete sinistra, sul fianco del cataletto della Vergine e al di sotto di questo, è rovinata da numerose scritte incise senza riguardo a partire dal 1600 ad oggi. Nel 1965 è stato effettuato un intervento di restauro dalla Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici del Piemonte, diretto dalla Dott.ssa Noemi Gabrielli e realizzato da Antonietta Beyton: consolidamento degli intonaci e stuccatura delle lacune e delle lesioni (cfr. presso B.S.A. TO, la perizia di spesa n. 22 del 5/5/1965). Tradizionalmente la Chiesa viene chiamata Chiesa di San Peyre
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100020926-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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