resurrezione di Cristo

dipinto,

Al centro, in alto, è dipinto il Cristo, in volo, tra nubi. Il corpo, nudo, è rivestito da un lenzuolo dai toni grigio-azzurri che lascia scoperto buona parte del petto. Lo sguardo è rivolto a destra, verso l'alto; il capo è circonfuso da un alone di luce; con una mano tiene uno stendardo. Ai suoi piedi si intravede, in basso, il sepolcro. In primo piano sono rappresentati tre soldati. Il primo, a sinistra, con lorica ed elmo piumato, si fa schermo con uno scudo rotondo e guarda verso l'immagine del Cristo. Il secondo è riverso sul suolo, addormentato, ed ha il capo scoperto. Il terzo, abbigliato analogamente al primo, con mantello panneggiato e calzari, appoggia il capo su una mano. La tela è posta entro cornice dal profilo e luce ovale, in legno intagliato e dorato, modinata

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Grassi Giovanni Battista (1685 Ca./ Post 1760)
  • LOCALIZZAZIONE Chivasso (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è documentata, insieme ad un dipinto rappresentante la "Ascensione" nel "Libro delle ragioni del Monte di Pietà de Grani erretto dalla veneranda confraternita delli Angeli di Chivasso, l'anno 1602", rinvenuto tra le carte della Confraternita: "più per tanti pagati al Signor Grassis pittore in Casale de due ovlai della Chiesa rappresentanti la Resurrezione et l'altro l'Ascensione L. 44" (scaricamento 1740-1744, fol. 160); "più pagati al detto Signor Grassis per conto de due quadri ovali representanti la ressurezione et l'altro l'ascensione L. 50.3" (1745, fol. 161); "più al Signor Grassis pittore per saldo pagato delli due quadri ovali rappresentanti la resurrezione et l'altro l'ascensione comprensivamente alla bonificazione delli altri 4 ovali" (scaricamento 1746, fol. 163). Nel 1745 sono documentati i pagamenti per le cornici e la loro applicazione (scaricamento 1745, fol. 161). Le notizie sul pittore sono discordanti: negli atti di capitolazione con la confraternita è detto "milanese abitante in Caluso"; Francesco Bartoli (F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture ed architetture che ornano le chiese e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Venezia, 1776, vol. 1, p. 96) lo dice torinese e il Borla (G. Borla, Memorie Istorico-cronologiche della città di Chivasso, s.d., vol. I, p. 423) scrive "Pittore Grassis di Varallo". Nei documenti della confraternita il pittore è sempre citato come Grassis, mentre nei documenti relativi ai pagamenti per i lavori al castello di Rivoli riportano "Grassi" (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1966, vol. II, p. 540). La documentazione reperita sull'attività del Grassi a Chivasso permette di completare quella raccolta da Alessandro Baudi di Vesme, costituita dai conti per le spese sostenute nella decorazione del castello di Rivoli, dove il pittore risulta attivo dal 1716 al 1733 per aggiustare, ingrandire e "lavare" quadri. Il dipinto del pittore Grassi è ricordato anche in C. Mossetti, L'intervento di Vittone a Chivasso dai registri di una confraternita, in "Ricerche di Storia dell'arte", n. 10, Roma, 1980, p. 109
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100018120
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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