Cristo incontra la Veronica

dipinto, post 1650 - ante 1699

La composizione si sviluppa orizzontalmente. Nella parte destra della tela, iginocchiata, di spalle, è rappresentata Veronica nell'atto di asciugare il volto del Cristo, caduto carponi per terra durante la salita al monte Calvario per il peso della croce che è sollevata da un gruppo di tre personaggi, un soldato e due sgherri. In corrispondenza della parte terminale della croce è dipinto un soldato, con elmo piumato e lorica, a cavallo. Alcuni altri soldati e figure maschili osservano la scena. Dietro alla croce seguono, portando le proprie, i due ladroni a torso nudo. In primo piano, sulla sinistra, altre due figure di soldati con elmo piumate scorciate, uno dei quali a cavallo e l'altro dipinto nell'atto di sollevare la frusta per vibrare un colpo ai ladroni. Sullo sfondo, a destra, si intravede un bosco; cielo cupo. Le tinte sono scure ed uniformate. La tela rettangolare è conservata entro una cornice dorata di profilo e luce analoghe. Tipologia modinata; battuta liscia

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Preti Mattia (1613/ 1699)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Casa di riposo Giovanni XXIII
  • INDIRIZZO Via Giuseppe Cottolengo, 1, Chieri (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, stante la scritta sul retro, dovrebbe essere stato realizzato dal pittore Mattia Preti. L'iscrizione, tuttavia, venne realizzata solamente nel 1738 quando l'opera fu donata dal canonico Gregorio Balbo all'Ospizio di Chieri. Mattia Preti è indicato "Frater Matthias Eques Jerosolymitanus" dal momento che egli fu Cavaliere d'ubbidienza dell'Ordine di Malta dal 1641 e Cavaliere di Grazia dal 1659, anno in cui si recò per la prima volta a Malta. Sua la composizione della scena, con figure in primo piano di spalle, dalle forme vigorosamente modellate. Il Cristo ha intorno al capo un alone di luce, tipico nella sua produzione. Il dipinto che oggi presenta colori appiatti a causa degli effetti dell'ossidazione, è fortemente drammatico, con una luce tenebrosa che dà consistenza alle figure. E' da ritenersi del periodo della maturità, forse con l'intervento di aiuti (cfr. C. Refice Taschetta, Mattia Preti, Napoli, 1970). Il possessore del dipinto, come si legge sul retro, era il Canonico Gregorio Balbo che lo donò nel 1738 al Regio Ospizio di Chieri. Nell'archivio dell'istituto sono molti i documenti relativi al Balbo. In data 27 aprile 1719 è trascritto dal "Priori Joseph...Romanus" l'atto battesimale di G. Balbo: "Fidem facio...Parochialis Eccl. Insignis Colleg.ta Civitatis Cherij...reperivi in libro bapt.um registrtum a 12 Maggio 1693: s'è batt.o Spirito Gregorio figl.o dell'Ill.mi Sig. Conti Gio: Felice e Lucrezia Violante Balbo, nato il 10 d.to padr.ni Ill. Sig. Francesco Balbo et Eleonora Raschiera (cfr. Fides Baptismatis Spiriti Gregory Balbi. 12 maggio 1693 in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII, n° 912-77). Da questo documento si apprende, quindi, che Gregorio Balbo nacque in Chieri il 10 maggio 1693. In un documento in data 26 gennaio 1718 si legge "Ad ognun sia manifesto con cio si cosa che l'Il.mo et Rev.mo Chierico Sig. Spirito Gregorio Balbo dell'Ill. Conte Felice Balbo di questa città abbia eletto di servire S.D.M. in statto Relgioso secolare e qual effetto sia di già stato insignito...delli Ordini minori come consta per lettera de li 19 del mese di decembre l'anno mille settecento e sedici inditione nona" (cfr. Documento con cui il Chierico Gregorio Balbo viene insignito degli Ordini Minori-26 gennaio 1718 in Ibidem, n. 912-77). In data 1726 compare "Documento di Licenza al Sac. Gregorio Balbo di celebrare la prima messa" (cfr. in Ibidem, n. 912-77; in data 1729 è stato rinvenuto il "Decreto Pontificale per il Canonico Gregorio Balbo" (cfr. Ibidem, n. 616-58). In data 20 febbraio 1730 è stilato il documento riguardante "Missione in possesso del Canonicato e prebenda di S.ta Maria di Romagnano in favore dell'Ill.mo et M.to Rev. Signor Canonico Balbo" (cfr. Ibidem, n. 610-52). Quest'ultimo documento è interessante poiché riporta tutte le cerimonie relativa all'erezione del canonicato: il reverendo Balvo, presentato il decreto che lo istituiva "Canonico prebendato della Insigne collegiata della città di Chieri", prestò giurament, salì all'altare che scopre e ricopre, mosse i candelieri, sedette nel suo stallo, mosse la sedia e, con tali atti, entrò in possesso della prebenda. In data 1 gennaio 1757 venne compilato l'"Inventario dell'Abate Gregorio Spirito Balbo Canonico" dal quale si apprende che morì in "una camera dell'Osp.le Mag.re di questa città...Ha investito i suoi eredi universale li poveri di Gesù Christo visitati dell'Ospizio di Carità di questa città)cfr. Ibide, n. 912-77). Il canonico Balbo morì quindi nel 1757, all'età di 64 anni, e lasciò eredi i poveri dell'Ospizio. Nell'inventario dei beno non risultano oggetti attualmente reperibili. L'ultimo documento che lo riguarda conservato nell'archivio dell'istituto si riferisce alle spese di sepoltura del Balbo, in data "gennaio 1757" (cfr. Ibidem, n. 1135-26). L'opera non è stata inclusa nella monografia sul pittore a cura di John T. Spike, cfr. J. T. Spike, Mattia Preti catalogo dei dipinti, Firenze, 1999, neppure tra le opere respinte come autografe
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100017820
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI tela/ retro - Frater Matthias Eques/ Jerosolymitanus Pixit/ Gregorius Balbus Canonicus/ Huic Xenodochio Donavit/ Anno MDCCXXXVIII - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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