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dipinto, 1640 - 1640

L'affresco occupa un'ampia lunetta nella parete sinistra del presbiterio. Sulla sinistra della raffigurazione è il mezzo busto di un devoto, seminascosto dal grande angelo, in piedi con gigli e cartiglio, rivolto verso la Vergine che, in preghiera davanti a un'inginocchiatoio, in un vano alla sommità della scala, si volge verso l'angelo. Nella zona superiore, per tutta l'estensione della lunetta, grandi nubi con angeli musici e angeli recanti i simboli della passione. In alto l'Eterno. Ricca policromia in tonalità chiare, consunte, su fondo grigio gessoso

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 230
    Larghezza: 290
  • ATTRIBUZIONI Costantino Vincenzo (notizie 1617-1663)
  • LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco appartiene a una serie di sei lunette raffiguranti episodi dell'infanzia di Cristo, tutte eseguite dal biellese Vincenzo Costantino. La firma e la data apposte a due di esse costituiscono importanti elementi documentari sulla produzione dell'artista, autore di alcuni dipinti nella stessa chiesa e nel biellese e attivo anche alla corte sabauda nel 1628. Vesme afferma che il duca lo chiamava "ben diletto nostro V. Costantino" e che lo stipendiava con "dodici ducatoni al mese" (BAUDI DI VESME A., Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino 1966, p. 371). Della sua attività a corte non si conosce però alcuna opera. Si tratta a evidenza di una pittura ancora improntata a moduli manieristici tardo cinquecenteschi con riferimenti a Raffaele Giovenone, nell'ambito di una cultura in linea con le scelte culturali del duca di Savoia. Tale cultura viene qui riproposta nei termini di un linguaggio provinciale non privo di una certa vivacità di notazioni cromatiche ed espressive. Gli affreschi sono ricordati da Roccavilla, Lebole e Mallè, che rileva trattarsi dei lavori più riusciti di Costantino, definito una figura del tutto secondaria nel quadro della pittura piemontese (ROCCAVILLA A., L'arte nel biellese, Biella 1905, p. 55; LEBOLE D., Storia della Chiesa biellese. Le Confraternite, vol. I, Biella 1971, p. 207; LEBOLE D., La chiesa biellese nella storia e nell'arte, Biella 1962, vol. I, pp. 266 - 267; MALLE' L., Le arti figurative in Piemonte, Torino s.d. (1974), vol. II). Nel secolo XX gli affreschi dovettero subire un intervento di restauro integrativo da parte del pittore biellese Antonio Ciancia; lo si desume da Roccavilla, che sostiene che a tale pittore "devesi la conservazione degli affreschi del Costantino" (ROCCAVILLA A., L'arte nel biellese, Biella 1905, p. 56)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100017668A-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Sul cartiglio dell'angelo - AVE/ GRATIA/ PLENA DOM(IN)US/ TECUM - corsivo - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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