deposizione di Cristo dalla croce con la Vergine e Santi

dipinto,

In primo piano vi è il Cristo sostenuto dalla Vergine che presenta un abito rosso e il manto azzurro. A destra vi è un francescano, San Francesco, (col saio marrone) e la Maddalena, a sinistra vi è un santo in abito nero, Sant'Antonio Abate. Sul fondo, una balza boscosa assai scura, il Golgota, un cielo azzurro con nubi e un paesaggio lontano con case. In alto a destra due angolini. In basso a terra vi sono i chiodi e la corona di spine. Sul terreno, a sinistra del Cristo, vi è la firma dell'artista e la data di esecuzione

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Claret Giovanni (1599 Ca./ 1679)
  • LOCALIZZAZIONE Savigliano (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sciogliendo la firma ogni dubbio attributivo, fin dal 1776, con il Bartoli (F. Bartoli, Notizie delle pitture, sculture, architetture che ornano le chiese e gli altri Luoghi Pubblici, Venezia 1776, p. 83), il quadro viene detto opera del Claret. Il Turletti (C. Turletti, Storia di Savigliano corredata di documenti, Savigliano 1883, vol. I, p. 847), descrivendo il dipinto nel 1883, nomina curiosamente un San Giuseppe d'Arimatea in luogo della Maddalena e rileva l'anacronismo della presenza del francescano e di quello che egli (come tutta la bibliografia successiva) chiama Sant'Antonio Abate. E' da dire, però, che il Santo a sinistra presenta attributi (il pastorale e il libro) che non sono quelli soloti di Sant'Antonio Abate; il pastorale, in particolare, è caratteristico (oltre dei santi vescovi) di San Bruno, San Bernardo di Chiaravalle, San Benedetto. L'identificazione del personaggio con Sant'Antonio Abate risultava però giustificata dal fatto che la chiesa seicentesca dell'Arciconfraternita, da cui il quadro proviene, era stata eretta su una chiesetta dell'ordine Ospedaliero di Sant'Antonio Abate. Analogamante la figura del francescano è probabilmente da mettere in rapporto con l'ampia diffusione che quest'ordine ebbe in Savigliano. Non è stato rinvenuto alcun documento relativo all'opera. Stilisticamente l'opera si pone nel periodo anteriore all'influenza di Giovenale Boetto sul Claret, con prevalenza quindi di elementi fiamminghi. Lo sfondo col Golgota è stato confrontato dall'Amerio (R. Amerio, Affreschi e dipinti cinque e seicenteschi nel Saluzzese, in "Bollettino della S.P.A.B.A.", in Torino 1960/61, anno XVI-XV, p. 34) con quello di una tela del 1644 raffigurante il SS. Sudario conservata nella Cappella Ponte della chiesa parrocchiale di Scarnafigi. Si vedano inoltre: B. Caranati, La Certosa di Pesio. Storia illustrata e documentata, Torino 1900, V. I, p. XLVI; A. Bonino, Miscellanea artistica della provincia di Cuneo, I, Cuneo 1929, p. 223; A. Bonino, Giovanni Antonio Molineri pittore di Savigliano, Torino 1930, p. 15; A. Olmo (a cura di),Prima mostra del pittore saviglianese Giovanni Antonio Molineri (1577-1645?), catalogo della mostra, Savigliano 1958, p. 22, tav. 48; L. Reau, Iconographie de l'art Crethien, Paris 1958; A. Baudi di Vesme, Schede, Torino 1963, pp. 323,324; A. Olmo, Un pittore fiammingo per nome Giovanni Claret, Savigliano 1976; A.Olmo, Arte in Savigliano, Savigliano 1978, pp. 206, 211
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100016446
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI In basso a sinistra - J. Claret faciebat 1650 - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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