tronetto per esposizione eucaristica, opera isolata - bottega piemontese (secondo quarto sec. XVIII)
L'oggetto è scolpito e dorato solamente sulla fronte. Su alto zoccolo in legno, dalla sezione mistilinea, suddiviso in tre specchiature rettangolari con ornati formati da un ramo di palma intrecciato ad un ramo di alloro, si eleva una strutturacomposta da due gradoni laterali a valva di conchiglia e da un fastigio delimitato da cornice architettonica al centro con ornati vegetali e motivo a ventaglietto in basso. Sui due gradoni laterali poggiano due nubi sulle quali sono inginocchiati due angeli, in forma di giovinetti con tunica. Hanno i capelli mossi e le ali abbassate. Lo sguardo è rivolto verso il basso; con le braccia reggono una corona chiusa. Al di sotto di essa, connesso al fastigio centrale, medaglione circolare di nubi raggiate con monogramma di Cristo al centro
- OGGETTO tronetto per esposizione eucaristica
-
MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ scultura/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, per i caratteri stilistici quali il movimento, la raffinatezza della composizione, la leggerezza delle forme e gli effetti luministici deve essere non solo considerata coeva all'altare, ma eseguita su disegno dello stesso architetto Filippo Juvarra (Messina, 1678-Madrid, 1736). Negli ultimi decenni la storiografia ha rimesso in discussione l'attribuzione dell'altare in esame al primo architetto di corte Filippo Juvarra, la cui paternità è documentata da disegni in alzato e in pianta conservati presso la Biblioteca Reale di Torino e dall'elencazione, all'anno 1730, del progetto per l'altare maggiore della chiesa dei SS. Martiri nel "Catalogo" delle opere dell'architetto messinese compilato dal suo allievo e collaboratore Sacchetti (cfr. G. B. Sacchetti, Catalogo dei disegni fatti dal signor cavaliere e abate don Filippo Juvara dal 1714 al 1735 compilato dal suo discepolo G. B. Sacchetti, in "Giornale di Erudizione Artistica", Perugia, 1874; V. Moccagatta, Bernardo Antonio Vittone. Problemi attributivi e nuovi contributi, in "Palladio", n.s., anno XIX, 1969, I-IV, Gennaio-Dicembre, p. 40, nota 39, figg. 5a, 5b, per i due disegni di Juvarra; V. Moccagatta, La chiesa dei Santi Martiri di Torino. Architettura, decorazione, arredo, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, n.s., anno XXV-XXVI, 1971-1972, p. 90 e nota 59, figg. 10a e 10 b). Si oppone all'attribuzione juvarriana Luciano Tamburini (cfr. L. Tamburini, Le chiese di Torino dal rinascimento al barocco, Torino s.d. (1968), p. 51 e nota 34, p. 53 e nota 40), asserendo essere l'attuale altare ancora quello fatto costruire in marmo da Madame Reale Cristina di Francia alla fine della sua vita (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1963, vol. I, p. 273), del cui fatto dovrebbe costituire testimonianza probante la presenze dei due stemmi di Maria Cristina ai lati dell'altare stesso. Peraltro i due stemmi non inficiano la paternità juvarriana dell'insieme; basti pensare che, quando nel 1836 si affidò a Luigi Vacca l'incarico di ridipingere la volta sopprimendo gli affreschi che aveva dipinto fratel Andea Pozzo "per favore segnalatissimo" della duchessa Giovanna Battista di Savoia Nemours (cfr. Tamburini, op. cit., p. 52, nota 37), non si pensò affatto di togliere lo stemma di Madama Reale dipinto dal Pozzo in una lunetta sopra l'arcone allora terminale della navata; anzi, lo stemma fu ripassato per meglio conservarlo. D'altra parte depone contro la tesi del Tamburini il fatto che, con l'ampliamento della chiesa, essendo stato il sito dell'altare maggiore arretrato, lo stesso avrebbe dovuto comunque essere traslato. L'idea di mantenere lo stemma di Cristina di Francia, appartenuto al precedente altare, forse per assecondare la volontà della committenza, è testimoniato anche nel disegno juvarriano dell'alzato che presenta due varianti decorative, una sulla sinistra, con applicazioni figurate in bronzo, l'altra sulla destra senza decorazioni, ma con lo stemma di Maria Cristina già ben visibile sul fianco dell'altare. L'opera è ricordata anche in L. Cibrario, Storia di Torino, 1846; L. Gastaldi, Memorie Storiche del Martirio e del Culto dei SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio i protettori più antichi della Città di Torino, Torino, 1880; Brevi cenni storici sulla chiesa dei Santi Martiri in Torino, Torino, s.d. (1928); L. Rovere-V. Viale-E. Brinckmann, Filippo Juvarra, Milano, 1937; V. Viale, Regesto della vita e delle opere di Filippo Juvarra, in Filippo Juvarra architetto e scenografo, catalogo della mostra, Messina, 1966
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007933
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- ISCRIZIONI sopra fastigio/ al centro - I H S - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0