rellozu 'e campanile (orologio, STRUMENTI E ACCESSORI/ AGRO-SILVO-PASTORALI)

XX secondo quarto

Orologio a telaio orizzontale in fusione, attivato da contrappesi di cemento che muovono gli ingranaggi sfruttando l'energia prodotta dalla forza di gravità, con pendolo costituito da un’asta di ferro sul quale scorre la lente sagomata. Struttura a quattro treni affiancati con carica a pesi e funi su tamburi di ferro, regolatore a pendolo con lo scappamento ad ancora tipo a chevilles. Ventola a pale esterna. Quadrantino di regolazione con indicazione delle ore e dei minuti, riportante le ore da 1 a 12 in numeri arabi. Il tutto poggia su un’intelaiatura in ghisa costituita da quattro assi sagomate, due per lato

  • OGGETTO orologio
  • MATERIA E TECNICA metallo/ ghisa
    fusione
  • MISURE Altezza: 123 cm
    Larghezza: 54 cm
    : 141.5 cm
  • CLASSIFICAZIONE STRUMENTI E ACCESSORI/ AGRO-SILVO-PASTORALI
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • ATTRIBUZIONI Fratelli Miroglio (officina): progettista/ costruttore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Fratelli Miroglio (officina)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Tecnologia Contadina
  • INDIRIZZO Via Deodato Meloni, 1, Santu Lussurgiu (OR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’orologio fu acquistato dal Comune di Santu Lussurgiu nel 1936 in sostituzione di un altro collocato nella torre campanaria sinistra. Installato nella torre campanaria destra all’altezza del grande quadrante, azionava direttamente le lancette esterne utilizzando la forza fornita dai pesanti pesi sollevati all’interno del campanile. Fu dotato anche di un secondo quadrante, collocato sul lato sud della torre, affinché l’orario risultasse visibile da tutta la parte bassa del paese. La carica avveniva manualmente ogni cinque giorni tramite una manovella in ferro con il manico in legno. L’oggetto è entrato a far parte della collezione del Museo della tecnologia contadina di Santu Lussurgiu (OR), che testimonia l’impegno condotto in Sardegna dall’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo (UNLA). A livello nazionale, l’azione dell’UNLA si sviluppò attraverso i Centri di cultura popolare (Ccp), strutture educative per gli adulti affidate a maestri elementari esperti, che dal 1948-49 si diffusero in diverse regioni centro-meridionali, tra cui la Sardegna. Il centro di Santu Lussurgiu, piuttosto apprezzato a livello nazionale, si distinse tra le esperienze regionali per capacità organizzativa e d’azione, svolgendo un ruolo propulsore per gli altri centri (VDC: SantuLussurgiu_VDC_001). Ciò è in larga parte dovuto alla capacità del suo maestro dirigente, Francesco Salis (1923-2007), grazie al quale prese vita, dopo una prima mostra temporanea, la collezione permanente di oggetti e strumenti (VDC: SantuLussurgiu_VDC_002, SantuLussurgiu_VDC_003). Mentre quasi tutti i Ccp sardi chiusero verso la fine degli anni '70 del secolo scorso, il Centro lussurgese, oggi dedicato alla memoria del Maestro, è tuttora attivo, rivestendo ancora il proprio ruolo socioculturale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO indicazione dell’ora
  • CRONOLOGIA D'USO sec. XX prima metà
  • LUOGO DI REALIZZAZIONE Tipo di contenitore fisico: fabbrica - Via Savonarola, 17, Torino (TO) - Piemonte , ITALIA
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Ardu Mauro
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000250035
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2024
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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