Rappresentazione di cantastorie: Pippo Nicolosi
XX
Al centro della piazza del Duomo di Acireale, un cantastorie sta svolgendo il suo spettacolo. È seduto sul bordo di un piccolo palcoscenico posto sul portapacchi di un furgone. Il bordo del palco reca una scritta parzialmente leggibile: "Lu canta storie Pippu N...". Il tetto dell'autoveicolo è allestito inoltre con un megafono e due cartelloni sovrapposti, ciascuno diviso per scene numerate dipinte a mano, che illustrano le storie de #Lu Sepoltu vivu# e "La vera storia di Rita Pantano". L'uomo è intento a recitare un dialogo tra un padre e una figlia che svela di essere in stato interessante. Intorno al veicolo, una folla di persone in piedi, soprattutto uomini, segue assorta il racconto del cantastorie
- OGGETTO rappresentazione di cantastorie: pippo nicolosi
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CLASSIFICAZIONE
rappresentazione-spettacolo, letteratura orale formalizzata
- LOCALIZZAZIONE Acireale (CT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La figura del cantastorie si è affermata in Italia in due grandi aree geografiche: in Sicilia e nel centro-nord della penisola, dalla Toscana al Veneto. In Sicilia, per l'importanza di tecniche musicali e narrative impiegate, tra i grandi cantastorie e poeti cantastorie si ricordano: Ignazio Buttitta, Orazio Strano, Turiddu Bella, Ciccio Busacca, Franco Trincale. La figura del cantastorie in Sicilia si caratterizza per l'esecuzione, nelle piazze o in altri luoghi pubblici, di recitazioni e ballate con l'accompagnamento, spesso, della chitarra, dell'organetto o di altro strumento musicale. L'esecuzione dei componimenti è accompagnata da un riferimento iconico, costituito da cartelloni dipinti a mano e numerati o dalla proiezione di diapositive che rappresentano momenti nodali del racconto. L'arte dei cantastorie così come è oggi conosciuta è stata inquadrata come fenomeno prettamente moderno, nato nel primo dopoguerra. Allo stesso tempo rimanda a forme espressive tradizionali che si fanno risalire alla figura dei giullari medioevali e dei trovatori, poeti provenzali del XII e XIII secolo. Il repertorio dei cantastorie attinge a un ampio corpus tradizionale, costruendo forme sempre rinnovate di rielaborazione di leggende, gesta eroiche di personaggi storici o leggendari o di figure religiose (vite dei santi e leggende sacre), di storie d'amore tragiche e sentimentali e di imprese di famosi banditi. Si riscontra la presenza di dinamismo e varietà dei temi dei componimenti, spesso originali, tratti dalle cronache e da fatti di attualità o con forti connessioni con la canzone sociale (canti dell'emigrazione, delle lotte contadine e sociali). Accanto ai cantastorie e ai poeti-cantastorie, si conoscono numerosi interpreti, o cantastorie minori, che ripetevano e divulgavano nei contesti locali le composizioni di altri cantastorie vendendone i dischi (v. Sergi 1973, p. 20). Pippo Nicolosi rientra in questa categoria di cantastorie: è infatti divulgatore e venditore ambulante di dischi di Ciccio Busacca e collaboratore e interprete di Pietro Parisi, compositore di Paternò. Come scrive Sergi: "Parisi non sa, e forse anche non può, cantare e, quindi, una volta scritta la 'storia', la cede ad un altro cantastorie, perchè la divulghi. Questi contratti avvengono in due modi: o per mezzo del versamento di una percentuale su ogni disco venduto (ma questo tipo di rapporto, ovviamente, Parisi lo stabilisce solo con i cantastorie che presso di lui godono di una certa fiducia; in pratica soltanto con Paolo Garofalo e Matteo Musumeci) o col pagamento di una somma 'una tantum', che, di solito, oggi, si aggira sulle venti-trentamila lire" (Sergi 1973, pp. 101-102). Sono noti rapporti di questo tipo anche tra altre coppie di cantastorie, per esempio tra Ignazio Buttitta e Ciccio Busacca, Ignazio Buttitta e Vito Santangelo, Ignazio Buttitta e Fortunato Sindoni, Turiddu Bella e Orazio Strano, Rosita Caliò e Orazio Strano. Nel documento, l'esecuzione di Pippo Nicolosi è caratterizzata dalla sola recitazione, senza il ricorso a parti cantate. Accanto Pippo Nicolosi, inoltre, si nota un giradischi aperto, spesso utilizzato dai divulgatori-interpreti per l'ascolto dei brani finalizzato alla vendita dei prodotti discografici. Nel documento in esame, il cartellone è stato identificato come opera di Vincenzo Astuto di Messina. I dati sopra indicati e l'analisi storico-critica si devono a Mauro Geraci
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_8880124252541
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0