Processione dello Spirito Santo e #a cursa di santi#
Al centro di un piazzale, nei pressi della chiesa madre, quattro suonatori di tamburo percuotono a tempo le grancasse con bacchette di legno. Indossano mantelli e cappelli ricamati, bianchi per tre di loro, verdi per l'altro. Alcuni fedeli aspettano l'uscita della processione davanti all'ingresso della chiesa. Escono le prime #vare#, precedute dai suonatori di tamburi e da un uomo che regge uno stendardo. Sono decorate con mazzi e composizioni di fiori. Sulla prima #vara#, trasportata da quattro uomini, è posta Santa Venera, rappresentata con la palma del martirio e il crocifisso. Seguono altre barelle con Santa Lucia e la Madonna delle Grazie, trasportate rispettivamente da un gruppo di donne e un gruppo di uomini. A seguire, un gruppo di bambini trasporta il simulacro del giovane San Luigi Gonzaga, seguiti da un gruppo di uomini che porta San Sebastiano, rappresentato nudo legato ad un albero e trafitto da frecce. Seguono poi le #vare# di: Sant'Antonio da Padova, trasportato da uomini; San Francesco d'Assisi portato da un gruppo di uomini e donne; Santa Caterina da Cascia, trasportata da donne; San Vincenzo Ferrer e San Domenico di Guzmán, trasportati da uomini; Sant'Eligio, condotto da uomini; la Madonna del Rosario, portata da donne; San Nicola vescovo trasportato da uomini e adolescenti e San Cataldo Vescovo, da soli uomini. I portatori delle #vare# indossano a volte pettorine o medaglioni di confraternite e sono accompagnati da un numero variabile di #aniddàri#, addetti agli anelli che sporgono dai #cusùsi#, le aste con le quali si regge la #vara#, con il compito di frenare l’andatura nelle discese e di spingere nelle salite. Intorno alle #vare# sono presenti inoltre i portatori di #stanghe#, aste di ferro terminanti con un gancio semicircolare, utilizzato per poggiare le #vare# durante le soste. In alcuni momenti i gruppi di portori acclamano il santo, seguendo la formula ricorrente: “E gridàmu tutti viva (nome del santo), e lu Spìrdu Santu, e la Misiricòrdia di Dìa”. La banda inizia a suonare quando dalla chiesa escono le autorità ecclesiastiche e civili. Questo gruppo è composto da: tre uomini religiosi vestiti con abiti liturgici bianchi e rossi e recanti le reliquie della Santa Croce posta in una croce color argento; il sindaco che regge un ombrello processionale; carabinieri, vigili e altre figure militari; altre autorità e sindaci. La processione procede lungo le strade del paese. In una prima tappa alla chiesa di San Cataldo, altre statue si aggiungono. A capo della processione dopo i suonatori di tamburi, c'è ora il gruppo statuario di San Giovanni Bosco e San Domenico Savio, seguito dal simulacro di Maria SS. Ausiliatrice trasportata da uomini, della Madonna del Parto, di Santa Veronica Giuliani e di Santa Lucia trasportate da donne. Oltre i santi partiti dalla chiesa madre, vi sono inoltre le statue di San Michele Arcangelo e di san Biagio vescovo, della Madonna della catena e di Santa Rita da Cascia. In un altro punto del paese, davanti alla chiesa di Santa Maria di Gesù, attendono poi le statue di San Rocco, San Vito, S. Maria di Gesù, l'Annunciazione di Maria e Sant'Espedito martire. Quando la processione ricomincia il percorso, si notano inoltre le statue di San Leonardo, trasportato da adolescenti, di Santa Teresa d’Avila, la statua di Gesù Bambino itinerante, di Padre Pio, di San Pasquale Baylon, di Sant'Anna, di San Paolo, di San Giuseppe col Bambino e di San Francesco di Paola. La processione arriva poi al santuario dello Spirito Santo. I quattro suonatori di tamburi si avvicinano alla porta del santuario, entrano nella chiesa suonando e sfilando in mezzo al corridoio lasciato vuoto dai fedeli e dai presenti, e ne riescono subito dopo. Inizia allora #a cursa di santi#, tra il suono delle campane e lo sparo dei mortaretti. Le varie statue, nello stesso ordine della processione, si posizionano al centro del corridoio lasciato vuoto dai presenti, di fronte all'ingresso del santuario. La #cursa# di ciascuna #vara# segue lo stesso schema. Dopo una breve pausa di preparazione sul piazzale, le #vare# percorrono per tre volte in corsa il corridoio creato nel piazzale: la prima volta la statua arriva davanti alla porta della chiesa, la seconda percorre a ritroso il percorso e la terza corre nuovamente verso la chiesa entrando dentro. L'inversione di marcia avviene con la rotazione su se stessi dei portatori, aiutati dagli #aniddàri#. Entrando nella chiesa, invece, il fercolo viene portato a braccia fino all'altare. Quindi si esce dalla chiesa e sempre, di corsa, le #vare# imboccano un corridoio laterale in salita, attraverso una larga scalinata. L'intera corsa, dal piazzale fino alla scalinata, è effettuata al grido di “E gridàmu tutti viva (nome del Santo), e lu Spìrdu Santu, e la Misiricòrdia di Dìa”. Nell'ultima parte della #cursa#, i simulacri di San Giuseppe e della Madre con il Bambino procedono paralleli avanzando lentamente verso l'ingesso della chiesa, per poi retrocedere e ritornarvi, sempre lentamente. La barella della Madonna quindi entra nella chiesa, seguita dalla statua di San Giuseppe. Le due statue, poi, escono dalla chiesa e ritornano davanti l'ingresso. Qui, i portatori della #vara# abbassano le aste e fanno inchinare le statue tra l'applauso dei presenti. Finita la #cursa#, la #vara# di San Cataldo imbocca una ripida salita per fare ritorno alla propria chiesa. Il gruppo di portatori uomini procede spedito, aiutata dagli #aniddàri# e da altri uomini che creano catene umane e tirano la #vara# dai ganci
- OGGETTO processione dello spirito santo e #a cursa di santi#
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CLASSIFICAZIONE
FESTA-CERIMONIA
- LOCALIZZAZIONE Gangi (PA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Danze e corse di santi sono attualmente osservabili in Sicilia in feste patronali e all'interno di cerimonie e riti del ciclo dell'anno, tra cui quelle della Settimana Santa. Sono state individuate due tipologie di danze o corse: performances di fantocci, detti #giganti# in stoffa e cartapesta raffiguranti santi o figure mitiche animati da portatori; danze o corse di #vare# recanti statue di santi o reliquie portate a braccia dai devoti. In queste celebrazioni si nota la presenza di associazioni con alcuni simboli rituali (per esempio: alloro, fuoco, prove di abilità, lotte) che inquadrano le danze e corse all'interno di pratiche rituali derivate da cerimonie pre-cristiane, legate ai cicli naturali produttivi e ad una dimensione rituale di propiziazione della fertilità umana, animale e vegetale. A Gangi, la #cursa# e i #miràculi# sono compiuti da tutti i santi venerati nelle diverse chiese del paese, che escono in processione per la festa dello Spirito Santo, il lunedì dopo la Pentecoste. Più di trenta statue vengono portate a spalla da portatori appartenenti a specifiche confraternite lungo un percorso che va dalla chiesa madre al santuario dello Spirito Santo, situato in una spianata a valle del paese. Ogni simulacro viene quindi condotto di corsa per tre volte dal piazzale antistante il santuario all'altare interno. I #miràculi# che i santi dispensano ai devoti coinciderebbero con i movimenti coereutici delle #vare#. Tale impiego del termine #miràculi# si ritrova in altre circostanze, come per esempio a Rodì Mìlici (ME), dove è San Rocco a compiere i #miràculi# ballando nella piazza antistante la chiesa di San Giovanni nella domenica successiva al 16 agosto (giorno canonico della ricorrenza). Nella processione di Gangi, l’ordine delle statue nel corteo segue un preciso schema che vuole le dodici Confraternite del paese procedere dalla più recente alla più antica
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_1252734960541
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0