Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo di Cianciana: Venerdì Santo
La Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo inizia la mattina alle ore 8.00, con i soldati romani, guidati dai centurioni, che marciano al rullo dei tamburi per le vie del paese, per annunciare che al loro arrivo in piazza Aldo Moro avverrà la condanna di Gesù. Allo squillo delle trombe arriva Pilato, accompagnato da Lucio. Pilato chiede al popolo chi tra Gesù e Barabba sia meritevole di perdono; il popolo, corrotto dai sinedriti, grida ad alta voce che sia liberato Barabba. Barabba viene liberato e Pilato, in lingua latina, condanna Gesù alla crocifissione. Il Cristo prende la sua croce e inizia il suo calvario: il percorso della #Via Crucis# si articola attraverso corso Vittorio Emanuele, piazza Orologio, salita Regina Elena, salita Calvario per arrivare al #Calvario#, posto in cima alla collina sulla sommità del paese, dove avviene la #Crocifissione#. Durante il percorso Gesù e i Ladroni vengono derisi, beffeggiati e flagellati. Vengono drammatizzate tutte le stazioni: la tre #Cadute#, l’#Incontro con Maria#, le #Pie donne#, #La Veronica#, #Il Cireneo#. Ogni stazione viene commentata da una voce femminile fuori campo, utilizzando gli scritti dei Padri della Chiesa. Dopo la #Crocifissione# dei due ladroni e del Cristo, che grida le sue ultime parole al Padre in aramaico, Gesù viene deposto tra le braccia della Madre ai piedi della Croce, la #Pietà#. Subito dopo il corpo del Cristo morto viene adagiato su un telo di lino e portato via. Scomparso il Cristo vivente, compare il Cristo in cartapesta per la #Crocifissione# tradizionale, gestita dalla Confraternita Maria SS. Addolorata e del SS. Crocifisso, che porta ai piedi della Croce il simulacro dell’Addolorata, con viso, mani e piedi in cera). I fedeli partecipanti alla #Via Crucis#, al termine dell’omelia conclusiva del parroco, rivolgono un devoto saluto al #Cristo morto#, sfilando silenziosamente ai piedi della Croce. L’intero pomeriggio è un continuo andirivieni di fedeli al #Calvario#: #Lu Viaggiu a la Croci#, anche segno di condivisione e partecipazione al dolore della Madre. Tradizione vuole che il Cristo in croce non resti mai da solo: tante #Pie donne# e le #surelli di l’Addilurata# si avvicendano e vegliano il Cristo, fino al momento della #Deposizione#. Dal momento della #Crocifissione#, fino alla #Deposizione# del corpo del Cristo nell’#Urna#, il #Calvario# è presidiato dai soldati romani con turni di guardia. Alle 20.30 avviene la #Deposizione#: Gesù viene deposto dalla Croce e adagiato su un lenzuolo ricamato, portato da alcuni componenti della Confraternita e dell’Associazione, seguito dal simulacro dell’#Addolorata#, dai restanti confratelli e sorelle della Confraternita, dai #Lamentatori#, dalla banda musicale e dai numerosi fedeli. In piazza San Gaetano sono in attesa le figure istituzionali e i fedeli. Qui il Cristo viene posto dentro l’#Urna#, illuminata e adorna di fiori, dopo tre giri intorno ad essa. Inizia quindi la Processione, che si snoda lungo il seguente percorso: largo San Gaetano, salita Carmelo, largo Carmelo, corso Vittorio Emanuele, piazza Matrice. Davanti all’#Urna#, in doppia fila, sfilano i soldati romani che illuminano il percorso con le famose e tradizionali torce di Cianciana; il parroco con i chierichetti e collaboratori; quattro carabinieri, in alta uniforme, posizionati ai quattro angoli dell’#Urna#. Dietro le figure istituzionali: sindaco con la giunta, il presidente del consiglio comunale, la rappresentanza carabinieri e polizia municipale; seguono tre bambini che su cuscini portano i #simboli della Passione#: corona, chiodi in argento, martello e tenaglia. Segue il simulacro dell’#Addolorata#, dietro la quale i #lamintatura# e la banda musicale accompagnano il corteo intonando l’#Abbati Matri#. Segue la folla di fedeli, alcuni dei quali, per voto, procedono a piedi scalzi in segno di penitenza. Sette sono le soste durante le quali vengono ricordate le sette ultime parole pronunciate da Gesù: “Padre, perdonali / Oggi sarai con me in Paradiso / Ecco tuo Figlio, Ecco tua Madre / Ho sete / Padre, perché mi hai abbandonato? / Tutto è compiuto / Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito”. I portatori dell’#Urna#, che indossano una mantellina blu con cappuccio, si muovono a passi molto piccoli, facendo tre passi in avanti e due indietro con movimento ondulatorio e lento. Vengono effettuate diverse soste per far riposare i portatori: #lu piduzzu#. L’andatura asseconda il ritmo della marcia funebre e culla l’#Urna# con il Cristo deposto, che entra in chiesa dopo la mezzanotte
- OGGETTO sacra rappresentazione della passione di cristo di cianciana: venerdì santo
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CLASSIFICAZIONE
festa-cerimonia, rappresentazione-spettacolo
- LOCALIZZAZIONE Cianciana (AG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo le fonti (Di Giovanni, 1907) la Sacra Rappresentazione di Cianciana risale al 1870 circa. Celebre in Sicilia fu il testo “Il riscatto di Adamo nella morte di Gesù Cristo” di Filippo Orioles: adottato anche a Cianciana e diventò #lu Martòriu# e venne rappresentato durante la Quaresima ogni sabato sera, fino alla vigilia della Domenica delle Palme. La recita del #Martòriu#, composto in versi endecasillabi e settenari, suscitava viva commozione e serviva a rendere più intensa la preparazione ai sacri riti ed al precetto pasquale. Agli esordi della rappresentazione gli attori del #Martoriu# erano artigiani, agricoltori, #zolfatai#; in un’epoca in cui l’istruzione non era per tutti, anche gli analfabeti, provando e riprovando, riuscivano a memorizzare il testo delle varie parti: si calavano tanto nel personaggio rappresentato che, nelle quotidiane relazioni sociali, citavano a proposito versi del #Martoriu# per dare più forza al discorso. Tra un atto e l’altro del #Martòriu# veniva cantato #lu lamentu#: si tratta di testi in versi in volgare latino che risalgono al XVIII secolo. Essi sono testimonianza di un variegato corpus dei canti di Sicilia che coinvolgono emotivamente e sono eseguiti a cappella da un coro, composto da soli uomini, #Li lamentatura#. La rappresentazione scenica fu inizialmente realizzata nell’Oratorio di San Calogero, che sorgeva accanto alla chiesa di Sant’Antonio e che fu usato come Teatro Comunale fino al 1920. Dal 1940 il luogo della Rappresentazione fu la sala del Cinema vecchio in via Guglielmo Marconi. Le ultime messe in scena furono effettuate nel 1955 nel teatro ubicato sotto il coro e la sacrestia della chiesa del Carmelo. A partire dal 1960 il #Martorio# dell’Orioles non fu più recitato in locali chiusi: evidentemente non permetteva a tutti di partecipare ed essere parte attiva di questa Sacra Rappresentazione. Fu quindi trasferito all’aperto, trasformando idealmente il paese, le sue vie e i suoi spazi esterni in luoghi della vita e della Passione di Cristo (la Reggia di Erode, il Sinedrio, il Pretorio di Pilato, l’Orto degli Ulivi, il Cenacolo, la via Crucis, il Calvario). Dagli anni ’60 agli anni ’90 si è sempre recitato utilizzando adattamenti e rielaborazioni del vecchio #Martòriu# . Dal 1994 al 2003 si è seguito il testo #La Passio# del Centro Turistico Giovanile e dal 2004 ad oggi #Gesù, le ultime ore# di Mario Cammarata
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
D’Angelo, Gerlando
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_1156272299741
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE SONORA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0