suppera (zuppiera, bene semplice)

ante 1881 - 0000

Zuppiera con piede a calice; il corpo subglobulare si carena verso la bocca, dove poggia il coperchio con pomolo. Terracotta ingobbiata e invetriata

  • OGGETTO zuppiera
  • MATERIA E TECNICA CERAMICA
    INVETRIATURA
    ingobbiatura
    tornitura
  • MISURE Altezza: 11,8 cm
  • CLASSIFICAZIONE ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Civiltà - Arti e tradizioni popolari
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo delle Tradizioni Popolari
  • INDIRIZZO Piazza Guglielmo Marconi 8, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La zuppiera fa parte della ricca collezione delle arti e tradizioni popolari del Museo delle Civiltà; fu raccolto in occasione della Esposizione Internazionale del 1911 istituita per celebrare il cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia; della selezione del materiale fu incaricato Lamberto Loria (1855-1913) esploratore ed etnografo, che per questa impegnativa impresa si affidò ad una serie di studiosi, i cosiddetti raccoglitori, che avevano il compito di recuperare il maggior numero di testimonianze della cultura e delle tradizioni italiane che andavano scomparendo a causa dell’inarrestabile sviluppo del Paese (BIBR: PUCCINI 2005). In particolare, però, questa zuppiera fa parte di una serie di oggetti già esposti nell’Esposizione Nazionale di Milano del 1881 e che giacevano in alcune casse nei depositi del Castello Sforzesco; dopo una serrata trattativa nel 1909 furono concessi in “deposito temporaneo” dal Comune di Milano al Comitato Esecutivo per le Feste Commemorative del 1911. All’apertura delle casse risultò che molto materiale si era irrimediabilmente rovinato e che, in assenza di un catalogo era difficile precisarne l’attribuzione. L'oggetto sembra ricondursi a botteghe di Seminara: insieme a quella della concia delle pelli, la produzione ceramica era la più fiorente attività artigianale di Seminara nel XVIII secolo, ma la forte scossa tellurica del 1783 e i terremoti che si susseguirono dal 1894 al 1908, distrussero la città e rendono oggi difficoltosa la lettura dell’impianto urbanistico, che un tempo ospitava una popolosa contrada di “pignatari”. Già gli studiosi incaricati da Loria di raccogliere materiale in Calabria (BIBR: LOMBARDI SATRIANI, ROSSI 1973) notavano la scarsità di artigiani e la vetustà della loro produzione che, forse a causa dell’isolamento, non era riuscita ad adeguarsi ai linguaggi e alle tecniche moderne che avrebbero facilitato una fabbricazione più industrializzata degli oggetti. Si tratta soprattutto vasellame (boccali, brocche, anfore, borracce) con decorazione a rilievo di motivi (cavallucci, elementi vegetali, mascheroni) ottenuti a stampo e applicati mediante barbotine sulla superficie arricchita dalla tipica colorazione ottenuta con colature di verde e giallo ferraccia, accompagnate a volte da bruno melanzana e, più raramente turchino, su ingobbio chiaro sotto vetrina incolore. In particolare contenitori di dimensioni più contenute, come quello in esame, dotati di coperchio e, a volte, prese laterali, oltre che per contenere la zuppa erano usati per riporre e far lievitare l'impasto. (BIBR:LONGO 2007; DE MARCO 2011; CAVALCANTI 2013)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO contenere vivande
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Manna, Gabriella
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201412014
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo delle Civiltà - Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari
  • ENTE SCHEDATORE Museo delle Civiltà - Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari
  • DATA DI COMPILAZIONE 2025
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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