cannatèlla (brocca, bene semplice)
ante 1911 - 0000
Brocca di terracotta grezza e porosa, con incisione, non cotta in forno ma essiccata. Presenta un collo tronco-conico e un piede piccolo ad anello sul fondo. Il versatoio è cilindrico, a cannella inserito sulla spalla. A circa 1cm dal fondo è presente una scanalatura circolare orizzontale. I manici sono a tortiglione, inseriti sul collo, appena sotto l'orlo, e al centro della pancia. La documentazione del 1978 riporta un beccuccio integro e molto lungo, che allo stato attuale risulta rotto e mancante. Dalla stessa documentazione, il beccuccio risultava già sostituito con restauro, così come i manici e il collo, elementi riscontrabili anche attualmente
- OGGETTO brocca
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MATERIA E TECNICA
ceramica/ terracotta
essiccatura
INCISIONE
modellatura a mano
tornitura
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MISURE
Altezza: 20.2 cm
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CLASSIFICAZIONE
ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Civiltà - Arti e tradizioni popolari
- LOCALIZZAZIONE Palazzo delle Tradizioni Popolari
- INDIRIZZO Piazza Guglielmo Marconi 8, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto fa parte della collezione nazionale curata da Lamberto Loria per la Mostra di Etnografia Italiana del 1911, inaugurata a Roma il 21 aprile di quell'anno, nel contesto dell'Esposizione Universale (BIBR: PUCCINI 2005, pp. 91-92). La collezione si costituì attraverso una serie di campagne di acquisizione di materiali propedeutiche alla realizzazione della Mostra, avvenute fra gli anni 1908-10. Effettuate su commissione di Lamberto Loria, da parte di suoi stretti collaboratori, le ricognizioni avevano lo scopo di individuare oggetti affinché "le diverse raccolte compongano alla fine un quadro completo e omogeneo della vita popolare" (BIBR: PUCCINI 2005, p. 91). Responsabile dell'acquisto dell'oggetto qui considerato tra il 1908 ed il 1911 fu Athos Foco Mainardi, su autorizzazione dello stesso Loria. In questo modo l'oggetto giunse a Roma, all'interno di quei circa 40.000 esemplari di interesse etnografico raccolti per la Mostra (BIBR: PUCCINI 2005, p. 109). Successivamente l'intera collezione Loria, attraverso un lungo percorso di immagazzinamento - influenzato anche dalla pausa dovuta alle due Guerre Mondiali -, è confluita, quale parte fondante, nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, inaugurato nel 1956. La brocca è stata raccolta nella cittadina di Arpino, allora provincia di Caserta, oggi di Frosinone. La produzione ceramica artigiana locale ha origini estremamente antiche, sebbene abbia conosciuto il proprio apice dalla fine del secolo XIX, fino quasi a tutto il XX (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 36). L'oggetto è in argilla bianca, eseguito al tornio (BIBR: SCHEUERMEIER 1980, pp. 18-56) e, qualora l'invetriatura fosse presente, smaltato in fase di cottura; il materiale si estrae nella zona chiamata Vallone e si trasporta all'interno di Arpino. "La creta si pesta, si staccia, si bagna, si raffina e finalmente si impasta in uno stanzone mezzo scavato in una roccia, umido e buio, in fondo al quale si apre la bocca della fornace, dove il fuoco è alimentato con rami di quercia e di faggio" (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 36). Le brocche tipiche di Arpino e di tutta la zona del Basso Lazio sono le cosiddette #cannàte# e #cannatèlle#, anche se si riscontrano altre tipologie produttive. La #cannatèlla# rappresenta il mezzo tipico mediante il quale le donne di Arpino, e in generale del Basso Lazio, reperivano l'acqua per il sostentamento quotidiano, trasportandole sulla testa appoggiate sul cercine, localmente chiamato #spàra# (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 67). Questa e altre tipologie di brocche arpinati venivano decorate solitamente mediante tecniche molto antiche, soprattutto per quanto riguarda il vasellame per il trasporto e il consumo di acqua non smaltato; la pittura a fresco prevedeva solitamente colorazioni rosse, ottenute mediante un impasto di argilla e acqua, e verdi, realizzate invece tramite la pestatura di ramoscelli e foglie di sambuco (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 36). Le brocche da vino di Arpino sono solitamente ricoperte di smalto giallo o bianco, sebbene molteplici esemplari risultino grezzi all'esterno; l'assenza di invetriatura esterna è tipica invece delle #cannatèlle#, brocche da acqua, in maniera tale da garantire una più duratura freschezza del liquido, sebbene nel caso si tratti di contenitori da vino, la smaltatura è più tipica. Le decorazioni tipiche, presenti quasi in maniera univoca, sono motivi geometrici e di stampo naturalistico, con eventuale presenza di scritte. Le #cannàte# che non presentano invetriatura, riportano le decorazioni direttamente sulla terracotta porosa, eseguite a freddo, quindi non cotte insieme all'argilla (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 37). Caratteristiche delle brocche arpinati è il lungo beccuccio cilindrico, tipico delle #cannatèlle#, ma anche i manici a tortiglione; molto frequenti, però, sono anche le cosiddette #giàrre#, che presentano invece un collo alto e cilindrico, senza versatoio a cannella (BIBR: SILVESTRINI 1982, p. 67). Oltre l'uso locale quotidiano, storicamente è fondamentale l'esportazione di questi manufatti verso centri limitrofi più importanti, come Roma, uno dei cardini dell'economia locale. La produzione arpinate vede protagonista realtà familiari, che proseguono il tipo di lavorazione sorto in città tra il 1700 ed il 1800. Tra di queste è da menzionare la famiglia Palma, operante nel quartiere Portella, responsabile della gran parte di produzioni ad uso domestico. A livello locale, la vendita veniva eseguita direttamente in bottega, scambiando i manufatti con altri prodotti naturali. Banchi di ceramiche arpinati, però, erano rintracciabili settimanalmente nelle vicine Sora ed Isola Liri, mentre annualmente a Roma durante la festa di San Giovanni (BIBR: SILVESTRINI, p. 37)
- TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
- FUNZIONE E MODALITÀ D'USO contenere e versare l'acqua
- LUOGO DI REALIZZAZIONE Arpino (FR) - Lazio , ITALIA
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AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Manna, Gabriella/ Grancagnolo, Erika
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200189987
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo delle Civiltà - Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari
- ENTE SCHEDATORE Museo delle Civiltà - Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari
- DATA DI COMPILAZIONE 1978
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2022
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda obsoleta (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0