colubrina (Armi di scena del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina / Colubrina, bene complesso/ insieme)

1930 - Attuale

cannone in ferro sorretto da macchina in legno con ruote per il trasporto. Nella macchina è nascosto il sistema di sparo a salve, con forma di pistola. Una corda è fissata con cerchi di metallo alla canna e alla macchina, per facilitare il trasporto

  • OGGETTO armi di scena del corteo storico della repubblica fiorentina / colubrina arma di scena realizzata per fini di rievocazione storica
  • CLASSIFICAZIONE STRUMENTI E ACCESSORI/ ARMI E ARMATURE
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Fiorentina
  • ATTRIBUZIONI Roberto Rosati (laboratorio)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Roberto Rosati (laboratorio)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I costumi, le armi e le armature fanno parte della collezione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, nato in occasione della rievocazione storica del Calcio Storico Fiorentino, un gioco di palla rinascimentale, organizzata dal Comune di Firenze nella sua forma attuale nel 1930 (BIBR: NARDINI 2020, ZINANNI 2019, CARRATU’ 2018, FROST 2018, SAVELLI 2013, ARTUSI 2011, LASANSKY 2004, 1999, ARTUSI – SOTTANI 1989, GANDI 1936, LENSI 1931). La manifestazione, che vede oggi competere in un torneo a eliminazione diretta le quattro squadre rappresentanti i “quartieri storici” della città, si svolge ogni anno in giugno, con finale in occasione della festa patronale della città di Firenze. Nel contesto del torneo, il Corteo rappresenta la milizia e alcune delle istituzioni cittadine della Repubblica fiorentina (1527-1530), e ha il ruolo di introdurre le partite, con una sfilata a passo di marcia in costumi rinascimentali lungo le vie e le piazze del centro storico della città. Grazie alla sua performance rievocativa, la sfilata del Corteo fornisce al gioco la sua legittimità storica e la sua cornice rievocativa (BIBR: NARDINI 2020). Il fatto che la sfilata si svolga lungo le vie del centro storico di Firenze (e che le partite si giochino nelle sue piazze principali, e con continuità negli ultimi decenni nella piazza in cui si era svolto l’evento originario cui la rievocazione fa riferimento, la “partita dell’assedio” del 1530, Piazza Santa Croce, che reca tra l’altro testimonianze visibili dell’antico gioco rinascimentale del calcio fiorentino) non è un mero dettaglio scenografico, ma un aspetto centrale, costitutivo del valore della manifestazione, della sua rappresentatività nei confronti di una rappresentazione dell’“identità territoriale”, e del connesso legame con la storia della città, inscritta in quelle vie, in quelle piazze e in quei monumenti attraverso la logica del “patrimonio” (BIBR: NARDINI 2020). Svolgendosi nei luoghi centrali della storia e della gloria fiorentina, il Torneo del Calcio Storico sancisce insomma il legame tra attualità e storia, nonché quello tra gli aspetti “materiali” (le piazze, i palazzi, i monumenti del centro storico) e quelli “immateriali” (le “tradizioni”, i saperi, le gestualità, le reti sociali, le appartenenze…) del “patrimonio” della città. La manifestazione perderebbe la sua autenticità e i suoi legami con la storia qualora si svolgesse in altra sede – in una sede cioè priva di evidenti legami architettonici, artistici e “patrimoniali” con la storia e l’identità cittadine. Come ha rilevato Thomas Renard (BIBR: RENARD 2017, p. 118), l’architettura nelle rievocazioni storiche (il Centro Storico di Firenze in questo caso) è più di una mera “scenografia” per la messa in scena di un episodio o dell’identità locale, dal momento che essa contribuisce in maniera determinante a dare forma e significato, attraverso le logiche e i processi di “patrimonializzazione”, al sentimento di appartenenza e ai processi di definizione di quella identità. Nel tempo, il Corteo ha acquisito una relativa indipendenza da quella che rimane ancora oggi la manifestazione più importante cui prende parte, e in formazione ridotta presenzia con funzioni scenografiche e di rappresentanza a molte delle altre manifestazioni organizzate dal Comune di Firenze nel corso dell’anno. A oggi, esso sfila nella sua formazione completa solo in occasione del Torneo del Calcio Storico di San Giovanni. I costumi in dotazione al Corteo, di proprietà del Comune di Firenze, hanno un valore storico-artistico e un pregio artigianale (BIBR: ZINANNI 2019). Si tratta di beni materiali di particolare interesse etno-antropologico, per tutte le ragioni emerse dalla ricerca etnografica volta alla documentazione degli aspetti di interesse etnoantropologico del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico (BIBR: NARDINI 2020, pp. 136-sgg.). In particolare, sembra qui utile evidenziare come i costumi, confezionati fino agli anni più recenti da laboratori sartoriali fiorentini, rappresentino beni che connettono, sia da un punto di vista materiale (economico, produttivo, artigianale, lavorativo eccetera) che simbolico (“immateriale”) la realtà del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico con il tessuto sociale della città, o se non altro con una idealizzazione nostalgica del tessuto sociale della città, fatto di conoscenze e di saperi artigianali di cui si lamenta adesso la perdita a favore della colonizzazione del mercato da parte della grande distribuzione (BIBR: NARDINI 2020, pp. 142-143). Questo collegamento tra la realtà del Corteo e quella del tessuto sociale fiorentino si fa evidente anche nel caso del confezionamento e manutenzione delle armature e delle armi in dotazione a varie figure del Corteo della Repubblica Fiorentina, come le colubrine, che sono stati affidati prevalentemente ad armerie e artigiani locali. Gran parte della terminologia e delle fogge attuali relative ai costumi del Corteo viene coniata dai promotori della reintroduzione del calcio in epoca fascista, un processo che viene documentato nel testo di Alfredo Lensi (BIBR: LENSI 1931), il quale servirà da riferimento per la definizione di nomi e ruoli delle figure del Corteo, anche quando queste vengono introdotte nella sfilata in tempi più recenti (come per esempio i gruppi degli Archibusieri o dei Bandierai degli Uffizi: BIBR: NARDINI 2020). È il testo di Lensi che definisce una volta per tutte le fonti centrali nella ricostruzione del gioco, ed è questo testo (e le fonti di riferimento) che verranno usati per tutto il periodo successivo per eventuali modifiche nell’organizzazione del Corteo, e per le pubblicazioni che lo riguardano. Importante evidenziare a questo proposito che Alfredo Lensi nel 1930 era direttore del Museo Stibbert e della sua collezione di armi e armature storiche, e poteva contare dunque su una approfondita conoscenza delle armi e armature del periodo che ispirava la rievocazione, nonché su contatti con i migliori armaioli locali. La colubrina era un pezzo di artiglieria più maneggevole rispetto ai cannoni, in uso in Italia da metà 1400, e per tutto il secolo successivo (POPE 1965, p. 21). Lanciava palle di ferro più piccole rispetto a quelle dei cannoni, e fu una delle armi in uso nel periodo dell’assedio della Repubblica Fiorentina: come riporta Alessandro Monti, “la più famosa arma di tutto l’assedio [era] una grande colubrina del peso di diciottomila libbre, fusa dal maestro senese Vannuccio Biringucci alla fine di gennaio 1530, che fu ribattezzata dai fiorentini ‘l’archibugio di Malatesta’. Sparò pochi colpi, nei mesi dell’assedio: ma ogni volta il rombo della sua ‘voce’ contribuiva a ridare coraggio e speranza ai difensori della città” (BIBR: MONTI 2013, p. 103). Nella sua analisi delle fonti che furono usate per ricostruire il calcio fiorentino e le milizie della Repubblica Fiorentina in occasione della rievocazione del 1930, Alfredo Lensi parla delle colubrine come i principali pezzi di artiglieria pesante piazzati su torri e bastioni a difesa della città (BIBR: LENSI 1936, p. 107). Egli riporta una descrizione della partita giocata il 19 aprile 1584, in occasione dell’arrivo a Firenze del “Serenissimo Don Vincenzo Gonzaga principe di Mantova che era venuto in Firenze per sposare Donna Leonora figlia di Francesco I de’ Medici” (BIBR: LENSI 1931, p. 87), tratta da una cronaca dell’epoca, in cui si afferma che “Ad ogni caccia furon tratti infiniti colpi d’artiglieria” (BIBR: BINI 1688, p. 45). Su questo input colto nelle fonti, dal 1930 le colubrine sparano colpi a salve per segnalare ogni caccia segnata dalle due squadre in campo nel corso delle partite del Torneo del Calcio Storico Fiorentino. Un colpo di colubrina viene sparato anche nel corso della cerimonia del Saluto alla voce, uno tra i momenti più caratterizzanti e rappresentativi della manifestazione del Calcio Storico Fiorentino (BIBR: NARDINI 2020, p. 147), nonché per segnalare l’inizio e la fine delle partite. Per il modello delle colubrine i promotori della reintroduzione del calcio in forma rievocativa si ispirarono verosimilmente all’immagine del pezzo di artiglieria ritratta nel ciclo di affreschi diretto da Giorgio Vasari nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze, in particolare la scena “La presa del forte presso la Porta di Camollia” (1567-1571; OA: 09 00281651 - 1), che costituisce una delle fonti iconografiche cui Alfredo Lensi e i suoi collaboratori fecero riferimento per il rifacimento dei costumi e delle armi e armature destinati al Corteo nella manifestazione del 1930 (BIBR: LENSI 1931, p. 126). Da un confronto con la documentazione e le testimonianze raccolte, la colubrina qui catalogata è quella che viene prodotta nel 1930 (la si vede sfilare nel testo di Giulio Gandi del 1936: BIBR: GANDI 1936, p. 61) dall’armaiolo fiorentino Roberto Rosati (BIBR: G.P. 1930, p. 17). Le altre colubrine in dotazione al Corteo sono invece state costruite in un secondo momento, negli anni successivi alla reintroduzione della manifestazione dopo la Seconda guerra mondiale, da un armaiolo fiorentino, Fernando Maurri, allora impiegato presso il Museo Stibbert. Essendo la più vecchia, per questioni di usura la colubrina qui catalogata è quella che generalmente “esce” (viene utilizzata) meno nel corso delle manifestazioni da parte del gruppo dei Bombardieri del Corteo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Arma di scena per rievocazione storica
    La colubrina è utilizzata in occasione della sfilata del Corteo della Repubblica Fiorentina lungo il percorso prestabilito nelle vie del centro storico di Firenze, in occasione delle partite annuali del Torneo del Calcio Storico Fiorentino, e di altre manifestazioni delle "Tradizioni fiorentine" organizzate dal Comune di Firenze in cui è coinvolto il Corteo della Repubblica Fiorentina. Viene trasportata da cinque membri del gruppo dei Bombardieri, più un sesto che accompagna col “buttafuoco”, un’asta metallica che fungeva da miccia. Viene usata per sparare colpi a salve, che scandiscono i momenti salienti delle manifestazioni cui il Corteo prende parte, come il Cambio della Guardia, o la Cerimonia del Saluto alla voce in occasione delle partite del Torneo del Calcio Storico Fiorentino, dove la colubrina viene usata anche per segnalare l'inizio e la fine delle partite, e le cacce segnate dalle squadre in campo
  • CRONOLOGIA D'USO 1930-in uso
  • LUOGO DI REALIZZAZIONE Firenze (FI) - Toscana , ITALIA
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Nardini, Dario
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390607
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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