Sergente degli Otto di Guardia e Balia (Costume maschile del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina / Sergente degli Otto di Guardia e Balia/ Armatura, bene complesso/ insieme)
post 1930 - ante 1932
Roberto Rosati (1930-1931)
1930-1931
Il vestimento, in acciaio, prevede un corsaletto da piede alla tedesca composto da borgognotta piumata a una cresta con chiodature a rosetta, busto con goletta dalla lama di padiglione liscia con cordone a tortiglione, cerniera con bottone a presa e pirone a scatto; spallacci da uomo d’arme fino al gomito; busto dal petto rigonfio articolato con una costolonatura sul filo di petto, guardascella calato obliquo con cordone a tortiglione; fiancali formati da cinque listelli di metallo sul fianco sinistro e quattro sul destro. Fibbie di fissaggio in cuoio fermano le scarselle, poste sulla lama di falda del fiancale
- OGGETTO costume maschile del corteo storico della repubblica fiorentina / sergente degli otto di guardia e balia/ armatura armatura confezionata per fini di rievocazione storica
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CLASSIFICAZIONE
STRUMENTI E ACCESSORI/ ARMI E ARMATURE
- AMBITO CULTURALE Manifattura Fiorentina
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ATTRIBUZIONI
Roberto Rosati (1930-1931)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Roberto Rosati (1930-1931)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I costumi fanno parte della collezione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, nato in occasione della rievocazione storica del Calcio Storico Fiorentino, un gioco di palla rinascimentale, organizzata dal Comune di Firenze nella sua forma attuale nel 1930 (BIBR: NARDINI 2020, ZINANNI 2019, CARRATU’ 2018, FROST 2018, SAVELLI 2013, ARTUSI 2011, LASANSKY 2004, 1999, ARTUSI – SOTTANI 1989, GANDI 1936, LENSI 1931). La manifestazione, che vede oggi competere in un torneo a eliminazione diretta le quattro squadre rappresentanti i “quartieri storici” della città, si svolge ogni anno in giugno, con finale in occasione della festa patronale della città di Firenze. Nel contesto del torneo, il Corteo rappresenta la milizia e alcune delle istituzioni cittadine della Repubblica fiorentina (1527-1530), e ha il ruolo di introdurre le partite, con una sfilata a passo di marcia in costumi rinascimentali lungo le vie e le piazze del centro storico della città. Grazie alla sua performance rievocativa, la sfilata del Corteo fornisce al gioco la sua legittimità storica e la sua cornice rievocativa (BIBR: NARDINI 2020). Il fatto che la sfilata si svolga lungo le vie del centro storico di Firenze (e che le partite si giochino nelle sue piazze principali, e con continuità negli ultimi decenni nella piazza in cui si era svolto l’evento originario cui la rievocazione fa riferimento, la “partita dell’assedio” del 1530, Piazza Santa Croce, che reca tra l’altro testimonianze visibili dell’antico gioco rinascimentale del calcio fiorentino) non è un mero dettaglio scenografico, ma un aspetto centrale, costitutivo del valore della manifestazione, della sua rappresentatività nei confronti di una rappresentazione dell’“identità territoriale”, e del connesso legame con la storia della città, inscritta in quelle vie, in quelle piazze e in quei monumenti attraverso la logica del “patrimonio” (BIBR: NARDINI 2020). Svolgendosi nei luoghi centrali della storia e della gloria fiorentina, il Torneo del Calcio Storico sancisce insomma il legame tra attualità e storia, nonché quello tra gli aspetti “materiali” (le piazze, i palazzi, i monumenti del centro storico) e quelli “immateriali” (le “tradizioni”, i saperi, le gestualità, le reti sociali, le appartenenze…) del “patrimonio” della città. La manifestazione perderebbe la sua autenticità e i suoi legami con la storia qualora si svolgesse in altra sede – in una sede cioè priva di evidenti legami architettonici, artistici e “patrimoniali” con la storia e l’identità cittadine. Come ha rilevato Thomas Renard (BIBR: RENARD 2017, p. 118), l’architettura nelle rievocazioni storiche (il Centro Storico di Firenze in questo caso) è più di una mera “scenografia” per la messa in scena di un episodio o dell’identità locale, dal momento che essa contribuisce in maniera determinante a dare forma e significato, attraverso le logiche e i processi di “patrimonializzazione”, al sentimento di appartenenza e ai processi di definizione di quella identità. Nel tempo, il Corteo ha acquisito una relativa indipendenza da quella che rimane ancora oggi la manifestazione più importante cui prende parte, e in formazione ridotta presenzia con funzioni scenografiche e di rappresentanza a molte delle altre manifestazioni organizzate dal Comune di Firenze nel corso dell’anno. A oggi, esso sfila nella sua formazione completa solo in occasione del Torneo del Calcio Storico di San Giovanni. I costumi in dotazione al Corteo, di proprietà del Comune di Firenze, hanno un valore storico-artistico e un pregio artigianale (BIBR: ZINANNI 2019). Si tratta di beni materiali di particolare interesse etno-antropologico, per tutte le ragioni emerse dalla ricerca etnografica volta alla documentazione degli aspetti di interesse etnoantropologico del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico (BIBR: NARDINI 2020, pp. 136-sgg.). In particolare, sembra qui utile evidenziare come i costumi, confezionati fino agli anni più recenti da laboratori sartoriali fiorentini, rappresentino beni che connettono, sia da un punto di vista materiale (economico, produttivo, artigianale, lavorativo eccetera) che simbolico (“immateriale”) la realtà del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico con il tessuto sociale della città, o se non altro con una idealizzazione nostalgica del tessuto sociale della città, fatto di conoscenze e di saperi artigianali di cui si lamenta adesso la perdita a favore della colonizzazione del mercato da parte della grande distribuzione (BIBR: NARDINI 2020, pp. 142-143). Questo collegamento tra la realtà del Corteo e quella del tessuto sociale fiorentino si fa evidente anche nel caso del confezionamento e manutenzione delle armature e delle armi in dotazione a varie figure del Corteo della Repubblica Fiorentina, come quelle dei Sergenti degli Otto, che sono stati affidati prevalentemente ad armerie e artigiani locali. Importante evidenziare anche che Alfredo Lensi nel 1930 era direttore del Museo Stibbert e della sua collezione di armi e armature storiche, e poteva contare dunque su una approfondita conoscenza delle armi e armature del periodo che ispirava la rievocazione, nonché su contatti con i migliori armaioli locali. Gran parte della terminologia e delle fogge attuali relative ai costumi del Corteo viene coniata dai promotori della reintroduzione del calcio in epoca fascista, un processo che viene documentato nel testo di Alfredo Lensi (BIBR: LENSI 1931), il quale servirà da riferimento per la definizione di nomi e ruoli delle figure del Corteo, anche quando queste vengono introdotte nella sfilata in tempi più recenti (come per esempio i gruppi degli Archibusieri o dei Bandierai degli Uffizi: BIBR: NARDINI 2020). È il testo di Lensi che definisce una volta per tutte le fonti centrali nella ricostruzione del gioco, ed è questo testo (e le fonti di riferimento) che verranno usati per tutto il periodo successivo per eventuali modifiche nell’organizzazione del Corteo, e per le pubblicazioni che lo riguardano. Un più recente tentativo di sistematizzazione delle caratteristiche dei costumi viene proposto da Luciano Artusi (direttore storico del Corteo) e Riccardo Semplici nel 2011, in quello che diventerà un riferimento centrale per il confezionamento o la riparazione dei costumi del Corteo da parte delle sartorie appaltate dal Comune, che si riferiranno per l’assemblaggio ai disegni ritratti a mano da Angelica Cortini su quel volume (BIBR: ARTUSI – SEMPLICI 2011). L’armatura qui catalogata funge da modello per quei disegni, e definisce dunque il canone per eventuali rifacimenti o risistemazioni delle armature dei Sergenti degli Otto. Il bene appartiene al gruppo dei Sergenti degli Otto di Guardia e Balia, che sfila in apertura del Corteo, subito dopo il Gonfalone di Firenze e la Famiglia di Palazzo. L’armatura in esame non sfila nella prima edizione della rievocazione del 1930: non ve ne sono tracce nei filmati dell’Istituto Luce (VDCN: VCSF0005) né nel testo in cui Lensi riporta l’ordine di sfilata delle figure del Corteo del 1930 e negli anni immediatamente successivi (BIBR: LENSI 1931). Compare però assieme alle altre che compongono il gruppo dei Sergenti degli Otto già nel 1932 (le si vedono sfilare nei filmati dell’Istituto Luce del 1932 riportati nella documentazione allegata VDCN: VCSF0004) e nelle fotografie e nelle descrizioni riportate nel testo di Giulio Gandi (BIBR: GANDI 1936, p. 41). La foggia dell’armatura è ispirata al corsaletto in voga nella seconda metà del Cinquecento, reperibile in diverse rappresentazioni iconografiche. Artusi e Semplici (BIBR: ARTUSI-SEMPLICI 2011, p. 30) attribuiscono la fonte a un dettaglio del dipinto di Giorgio Vasari, Presa di Porto Ercole (1570), nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, che effettivamente riproduce armature più curate nei dettagli ma simili nella forma e nello stile. Il personaggio che ispira il costume è uno dei Sergenti degli Otto di Guardia e Balia, una magistratura cittadina istituita in tempi precedenti rispetto all’esperienza repubblicana (1527-1530), con funzioni di polizia e di sorveglianza. Dai documenti dell’Archivio di Stato di Firenze (ASFi) pubblicati sul portale del Sistema Archivistico Nazionale, si rileva che l’ufficio degli otto di guardia fu istituito nel settembre 1378. Gli otto di guardia “vigilavano sull'ordine pubblico, prevenendo i reati politici, e provvedevano alla difesa del territorio con l'assoldamento e l'impiego di milizie. Gli otto di guardia allargarono progressivamente il loro potere, ottenendo assai spesso la balia. Originariamente competenti soltanto per l’istruttoria, essi finirono con l'imporre alle magistrature giudiziarie i processi e le sentenze, trasformandosi, alla fine del XV secolo, nel massimo tribunale penale dello stato, con vastissimi poteri di polizia” (ASFi). Nelle fonti cui Alfredo Lensi e i suoi collaboratori si sono ispirati per la rievocazione del calcio fiorentino nel 1930 (BIBR: LENSI 1931), vengono citati come gli organi cui viene affidato il controllo dell'ordine nelle vie e nelle piazze della città, soprattutto in riferimento al gioco del calcio: sono loro, ad esempio, gli agenti che “promettono i soliti tratti di corda a qualsivoglia persona osi trattenersi in Piazza S. Croce, mentre vi si giuoca il Calcio” (BIBR: FUMAGALLI 1931, p. 6), come riporta Giuseppe Fumagalli, citando un bando reperito nell’Archivio di Stato di Firenze del 3 febbraio 1606. Nonostante non sfilino nella manifestazione del 1930, i Sergenti degli Otto vengono citati in quanto figure storiche nel testo di Alfredo Lensi (BIBR: LENSI 1931, p. 6), che evidentemente aveva intenzione di includerli nel Corteo già dal 1930. Una celebre fotografia del 1944 ritrae uno dei Sergenti degli Otto in costume e armatura, mentre parla con due militari dell’esercito degli Stati Uniti (BIBR: YANK 1944). Le armature del gruppo sono dunque tra quelle rimaste nel Chiostro di Santa Maria Novella dopo la guerra e non soggette a furti. Come emerge dalle pagine de "La Nazione del Popolo", quotidiano del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, i Sergenti degli Otto sfilano infatti anche in occasione dell'insediamento della giunta e del sindaco in Palazzo Vecchio nel settembre 1944 (BIBR: MAZZONI 2010, p. 55). I resoconti orali confermano che nel periodo successivo le armature non sono state rifatte (salvo l’ordinaria manutenzione e l’applicazione della resta su alcune di esse: NCTN: 01390591). Per cui le armature oggi in uso nel Corteo sono quelle del 1930-1931
- TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
- FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Travestimento per rievocazione storicaArmatura indossata in occasione della sfilata del Corteo della Repubblica Fiorentina lungo il percorso prestabilito nelle vie del centro storico di Firenze per le partite annuali del Torneo del Calcio Storico Fiorentino, e delle altre manifestazioni delle "Tradizioni fiorentine" organizzate dal Comune di Firenze in cui il gruppo dei Sergenti degli Otto è coinvolto. L'armatura è indossata a rotazione tra attori della stessa taglia in base alla disponibilità di presenza. L'armatura viene indossata sopra un giuppone in velour di cotone marrone, panno di lana rosso e blu, e braghe in panno di lana blu e rosso, saia di cotone bianco, che completano il vestimento del personaggio/ruolo interpretato. Condizione indispensabile per vestire il capo è l'appartenenza al gruppo dei Sergenti degli Otto di Guardia e Balia
- CRONOLOGIA D'USO 1931/32-oggi
- LUOGO DI REALIZZAZIONE Firenze (FI) - Toscana , ITALIA
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AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Nardini, Dario
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390595
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0