Concerto di campane #a cordette# Genova San Cosimo di Struppa 1995 (bene semplice)

Salvatore Carrossino, Dario Costigliolo, Luca Dellacasa, Carla Cravedi ed Enrico Botto suonano il concerto di campane della chiesa di San Cosimo, situata nella frazione di San Cosimo di Struppa a Genova, in occasione del centenario delle campane più antiche. Il concerto è composto da cinque campane intonate in scala di re maggiore, disposte nel seguente ordine: “re”, “mi”, “fa#”, “sol” e “la”. I campanari utilizzano la tecnica #a cordette#. Durante l'evento vengono eseguiti ventisei brani. Il primo a suonare è Enrico Botto. Il primo brano eseguito, di origine sconosciuta, è intitolato “La gheisha concina” (00:03:20): è in tempo binario, di carattere moderato, e viene eseguito ripetendo la melodia per tre volte, con una breve coda finale. Il secondo brano è “Noi vogliam Dio” (00:05:03), un inno cattolico di tradizione popolare composto dal parroco di Sorigny François-Xavier Moreau nel 1882, in occasione di un pellegrinaggio da Turenna a Lourdes. Viene eseguito prima il tema delle strofe, seguito da quello del ritornello, ripetendo il tutto due volte e concludendo con una coda finale. Segue un brano senza titolo (00:08:08) in tempo ternario e di carattere moderato, con struttura A - B - A - B. Il successivo è una riduzione per campane del brano tradizionale della Val di Vara “Il cavaliere della luna” (00:09:53), eseguito prima con il tema delle strofe e poi con quello del ritornello, concluso con una coda finale. Il successivo brano, intitolato “Vegnindo zû da Türin” (00:10:59), è un canto popolare in dialetto ridotto per concerto di campane. È in tempo binario e carattere moderato, con melodia ripetuta due volte. Poi si passa a una lode mariana (00:12:18) in tempo binario e di carattere moderato, strutturata con un alternarsi di tema delle strofe e del ritornello. Un’altra lode (00:14:10), dedicata alla Madonna della Guardia, in tempo ternario e andamento moderato, segue la struttura A - B - A - B e si conclude con una coda finale. Al minuto 00:18:18 inizia a suonare Salvatore Carrossino, che esegue una breve introduzione composta da due temi, seguita dal tema per le litanie alla Madonna di Fatima, ripetuto due volte e concluso con una coda finale. Successivamente, esegue due brani senza titolo: il primo (00:22:13), in tempo binario e carattere allegro, è costituito da un’introduzione e un tema ripetuto due volte; il secondo (00:23:25) è in tempo binario e andamento moderato, con struttura A - B - A - B - coda. Il brano successivo è la riduzione per campane de “La leggenda del Piave” (00:25:59), nota anche come “La canzone del Piave” o “Il Piave mormorò”, una delle più celebri canzoni patriottiche italiane, composta da Ermete Alessandro Mario (pseudonimo di Ermete Giovanni Gaeta) nel giugno 1918. La versione ridotta proposta prevede l’esecuzione del tema delle strofe, seguito dal tema del ritornello, ripetuto una volta. Segue un altro brano senza titolo (00:27:15), in tempo binario e carattere allegro, strutturato come intro - A - B - A - B. Al minuto 00:28:35 inizia a suonare Dario Costigliolo, che esegue per primo una riduzione per campane del brano “Trilli trilli” (00:28:35), una canzone in dialetto genovese composta e interpretata dal duo degli anni Settanta "I Trilli". Il brano, del 1973, ha un tempo binario e un ritmo puntato. La riduzione proposta esegue i temi principali delle strofe e del ritornello, concludendo con una coda finale. Successivamente esegue la tarantella n. 2 composta dal campanaro Angelo Ferrari (00:30:28), in tempo binario e carattere allegro, con struttura A - B - A - B. Segue un brano senza titolo (00:32:01), in tempo binario e andamento moderato, strutturato come A x2 - B x2. Luca Dellacasa esegue una suonata composta da #do Pedrìn# (00:33:10), pseudonimo del campanaro titolare di San Cosimo di Struppa fino al 1948. La suonata, in tempo binario e ritmo puntato, è strutturata come A - variazione su A - A - variazione su A. Dellacasa ripropone poi “Noi vogliam Dio” (00:34:12), strutturato come A - B - A - B. Carla Cravedi esegue una lode alla Madonna della Guardia (00:36:36), in tempo binario e andamento moderato, costituita da un unico tema melodico ripetuto due volte. Seguono quattro brani senza titolo in cui si ripete spesso lo stesso tema. Il primo (00:38:35), in tempo binario e carattere vivace, è strutturato come intro - A x2 - B x2 - A - B. Il secondo (00:41:14), sempre in tempo binario e carattere vivace, ha una struttura simile. Il terzo (00:43:50), in tempo binario e carattere vivace, presenta una struttura A x2 - variazione su A x2 - A - variazione su A - coda. Il quarto brano (00:46:25), in tempo binario e carattere allegro, segue la struttura A - B - A - B x2 - coda. Il quinto brano è la riduzione per concerto di campane di “Marina” (00:49:00), un successo del 1959 composto e interpretato da Rocco Granata. La campanara esegue per due volte il tema delle strofe seguito dal ritornello. Seguono due esecuzioni di suonate con #campana a concerto#: la prima alle 00

  • OGGETTO Concerto di campane #a cordette# Genova San Cosimo di Struppa 1995
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Genova (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE si
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377912
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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