Parco di Monserrato

Sassari, 1843 - 1843

Il parco riveste un rilevante interesse sia perché rappresenta l'unico esempio del genere ancora esistente in città sia perché si trova ormai nelle immediate propaggini urbanizzate della città. Quest'ultimo elemento, se da una parte na accresce il pregio, dall'altra espone questo prezioso bene culturale al grande rischio della sua progressiva scomparsa a causa della sua edificazione. Il problema della tutela e salvaguardia interessa non solo il giardino storico ed i suoi manufatti ornamentali ma anche la villa padronale con le sue accessioni e pertinenze, la cappella ed il parco nel quale sono inseriti. Si ritiene che siano da conservare sia il giardino storico, in parte già sottoposto a tutela, che tutte quelle sopravvivenze che gli conferiscono il contesto estetico-culturale e storico quali edifici (casa padronale e chiesetta mapp. 185 - 81), il portale di ingresso, (insistente sul mappale 365) i belvederi, i muri di cinta che lo delimitavano e le zone alberate attigue di gran pregio in quanto costituiscono la naturale transizione tra il giardino (hortus conclusus) e il parco. Sul lato Nord le aree corrispondenti ai mappali 279-280-282-282 si trovano decisamente all'interno del giardino, ricadendo sia sul grande viale di lecci (Quercus lex), sia sulla parte a valle corrispondente sulla quale insiste un filare di carrubi (Ceratonia siliqua L.) e un filare di ilatro (Rhamnus alaternus L.). Tangente al mapp. 283 si trova la fontana ad ampio porticato che individua architettonicamente il punto in cui viene captata l'acqua sorgiva, che scaturisce da delle grotticelle retrostanti; la dignità architettonica conferita alla fontana-sorgente sottolinea ancora una volta l'intenzionalità estetica che permea l'ideazione e la realizzazione del giardino. Sul lato Sud le aree relative ai mappali 283 e 257 ricadono sul viale perimetrale, caratterizzato da cipressi (Cipressus sempervirens), che conduce ad una terrazza panoramica e costituiscono parte della zona del giardino deputata intenzionalmente, con presupposti antiquari-collezionistici, allo sviluppo della flora tipica della macchia mediterranea documentata da ginestre (Spartium junceum) corbezzoli (Arbutus unedo) allori (Laurus nobilis) olivastri (Olea europaea L.) viburni (Viburnum tinus); le aree relative ai mappali 246-258-286 costituiscono la fascia perimetrale esterna al viale e al loro interno si snoda una stradina, che costeggia il giardino, fiancheggiata da vetusti esemplari di ulivo. La superfici aperte degradanti in oliveto (mapp.184) e frutteto (322), e le aree contraddistinta dai mappali 344-345-414-186-420-421-415 419-426-365 forniscono quegli ampi spazi luminosi tipici e vitali per la sopravvivenza di un giardino paesaggistico di delizia. All'interno del mappale 184 si trova l'ampia casa padronale (mappale 185) e nelle immediate vicinanze una casa bassa con annessa cappella (mappale 82). [...]Il parco costituisce un esempio di giardino maggiormente vicino alla "spontanietà" del giardino all'inglese piuttosto che al modello sofisticato geometrico di quello italiano, progettato sfruttando le naturali pendenze del territorio in modo organico ed armonioso articolato su più piani e livelli raccordati. Un tipo di parco inteso non solo come rettifica formale di un paesaggio naturale, ma anche luogo di inserimento di elementi architettonici ideati in funzione del giardino stesso: porticato, torre belvedere, vasche d'acqua. Particolare importanza assume la viabilità del parco, disposta in modo da dividerne le varie parti a "zone botaniche" e allo stesso tempo collegarle. L'ingresso al parco era assicurato da un portale, con cancello in ferro battuto, ancora oggi esistente, posto alla confluenza fra la via Budapest (toponimo moderno) e la "strada vicinale di Monserrato": consta di due ali curvilinee in muratura di conci di tufo originariamente intonacata, raccordate da un elegante elemento in ferro battuto con la dicitura "Monserrato e rappresenta una ragguardevole testimonianza della tipologia del portale monumentale che caratterizzava gli ingressi alle tenute nobiliari del sassarese a partire dal '600. La strada che dal portale conduce in prossimità della torretta è caratterizzata da una doppia fila di pini e lecci di dimensioni monumentali e ha visto in parte danneggiato l'equilibrio paesaggistico dalla costruzione degli edifici sorti sui mappali 76 e 410, pur costituendo ancora una ottimale via d'accesso al giardino. Il muro perimetrale presenta i caratteri tipici dei muri che racchiudevano i possedimenti nell'agro di Sassari, con la forma cuspicata e l'intonacatura. La sua valenza è molteplice; in primo luogo esso consente di comprendere la struttura dell'insieme originario pur nella trasformazione del contesto, inoltre rende leggibili le finalità originarie quali la protezione fisica visiva dall'esterno la funzione rappresentativa, affidata alla cura dell'esecuzione che lo distingue dai comuni muri a secco

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1843 - 1843

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE