sos enantos

Lula, I a.c - I a.c

Il complesso minerario di Sos Enattos fu realizzato inizialmente in relazione alla presenza nel luogo di giacimenti di galena (da cui si poteva estrarre piombo e argento) e fu accertata in seguito la presenza più copiosa di blenda (da cui si estraeva lo zinco). La miniera è situata a poca distanza dal Monte Albo (Sito di Interesse Comunitario), non lontano dalla Strada Provinciale che collega le aree più interne del Nuorese a Siniscola. L’area interessata dalla presenza di edifici legate all’attività estrattiva nelle varie epoche, è assai vasta. Si trovano alcune strutture che non furono più utilizzate nell’attività produttiva della seconda metà del XX secolo, altri edifici –probabilmente di più recente realizzazione rispetto ai precedenti- mantennero invece la loro funzione fino a qualche decennio fa. Le prime strutture sopramenzionate, ora in stato di rudere, occupano un’area di circa due ettari e sono situate a una quota più alta, vicino alla Strada Provinciale 73; per logica produttiva, esse furono abbandonate una volta ricavato il materiale, per spostarsi su aree nuove, situate a quote inferiori, in un’area più a valle dove potevano essere avviate nuove estrazioni di materiale. Per tal ragione, più distante dalla citata Strada Provinciale, si dispongono le strutture che sono state utilizzate fino agli anni Novanta del secolo scorso, che occupano una superficie di 2 ettari circa. Si possono osservare inoltre alcuni accessi alle varie gallerie, disseminate in tutto il percorso di collegamento tra le due miniere. Restano della miniera più antica solo pochi edifici, nei quali si può ancora leggere la conformazione architettonica e intuire la loro possibile destinazione d’uso: semplici edifici di ridotte dimensioni, a unico livello, con disposizione a schiera, erano probabilmente destinati ad alloggi per gli operai. La miniera che restò in funzione fino a pochi decenni fa, mantiene invece la testimonianza storica dell’attività nei vari decenni, compresa l’evoluzione tecnologica progressiva con l’ammodernamento di spazi, metodologie lavorative e macchinari. Il restauro attuato qualche decennio fa, per accogliere la destinazione museale, ha mantenuto la conformazione architettonica complessiva di tali strutture e ne conserva la pagina di storia produttiva, assai rilevante per tutto il territorio; resta escluso dal museo quel che rimane della parte più antica della miniera, attualmente semplicemente delimitata da una recinzione

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