centro storico, di crinale, collinare, agricolo, Melicuccà, Villaggio dei Melicocchi (denominazione storica) (IX-X)
Il centro storico di Melicuccà, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, non mostra i segni di una grande espansione edilizia, ma conserva intatto il suo aspetto rurale. Sull’evoluzione del borgo, dall’antichità ad oggi hanno inciso fattori naturali (terremoti, alluvioni) e fattori antropici (demografia, cambi di colture, impianti urbanistici, ecc.). Il nucleo primitivo, racchiuso tra le chiese della Motta e della Grazieja, si è successivamente esteso in tutto l’attuale rione Tocco e quindi ai rioni adiacenti. Nel Seicento, vi è stato un ulteriore ampliamento, finché, nel corso dell’Ottocento ha inglobato il Convento di S. Antonio ed, infine, nel Novecento gli abitanti si sono in parte trasferiti nel cosiddetto “Paese Nuovo”. Nel centro storico di Melicuccà è individuabile, una parte bassa, una alta ed una più moderna. Nella parte bassa, esiste un quartiere con numerosi edifici di origine medievale (XVI secolo), tra i quali particolare rilevanza hanno i ruderi della casa gentilizia dei Gambacorta e la Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dalle belle architetture romaniche (1496), che custodisce una tela del 1600 e diversi arredi sacri. Nella parte alta del centro abitato di Melicuccà, esistono notevoli resti del castello, di cui sono visibili ancora le sue mura perimetrali e parte dei cunicoli sotterranei; inoltre è presente la Chiesa dell'Arciconfraternita dell'Assunta, datata 1516, nella quale è conservata una statua della Madonna del Loreto del XVI secolo. Nella parte più moderna del paese sono presenti una serie di palazzi. Notevoli, il portale della chiesa di San Rocco (tardo barocco) e la fontana Tocco del XVI secolo
- OGGETTO centro storico di crinale, collinare, agricolo
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CARATTERI AMBIENTALI
Il Comune collinare di Melicuccà, di origini medievali, è situato nella parte centro-occidentale della provincia di Reggio Calabria, nell’entroterra della costa tirrenica, sul versante settentrionale del massiccio dell’Aspromonte. Melicuccà, si trova nella Piana di Gioia Tauro, vicino alla costa Viola, tra i comuni di Bagnara Calabra, Sant’Eufemia d’Aspromonte, San Procopio e Seminara
- LOCALIZZAZIONE Melicuccà (RC) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via Vittorio Emanuele III, Melicuccà (RC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo sviluppo urbano di Melicuccà coincide con l’intensificarsi delle emigrazioni dei monaci italo-greci in Aspromonte (VIII-X secolo) e delle incursioni arabe (IX- X secolo). Le origini del paese possono essere rintracciate nell’altissima densità di insediamenti basiliani esistenti in epoca bizantina su questo territorio, che si trovava al centro della Valle delle Saline. Sotto i Bizantini fu circoscrizione amministrativa (turma) comprendente la zona che dal bacino del Petrace, attraversava la piana di Gioia fino a Melicuccà. Le biografie dei Santi italo-greci parlano di un centro commerciale (emporion), la cittadina di Sicri, contrada nei pressi di Melicuccà, forse distrutta dai Saraceni durante le scorrerie dell’emiro Hasan (950-52). Fino al X secolo, il sito in cui sorse Melicuccà, non è che un modesto aggregato di capanne di pastori. Non aveva alcun valore strategico. La mancanza di documenti fa supporre che le origini dell’abitato rientrano nella tipologia classica dei piccoli centri rurali. Diventò centro abitato di una certa consistenza per la presenza del cenobio basiliano di Sant’Elia Speleota. Con l’arrivo nell’ XI secolo dei Normanni (1059-1189), le cose cambiarono. Nel 1057 la regione delle Saline fu posta sotto il dominio di Ruggero conte di Calabria (fratello di Roberto il Guiscardo), che nel 1059, ottenne da papa Nicolò II l’incarico di riportare le circoscrizioni ecclesiastiche del regno, al rito latino. L’annessione nel 1086 della diocesi di Tauriana a quella di Mileto portò il paese verso la latinizzazione. Nel 1134 il re Ruggero II sottopose il convento di Sant’Elia, all’archimandrita del SS. Salvatore di Messina. Nell’XI secolo il paese era un centro abitato di una certa consistenza. Nel XIII secolo, con l’arrivo degli Svevi (1189-1266) il monastero esisteva ancora. Melicuccà, in questo periodo, è un villaggio che vive ai margini della storia, come del resto tutta la regione. Nel XIV secolo, dopo il conflitto tra Angioini (1266-1442) e Aragonesi (1442-1504), l’archimandrita di Messina fu costretto a delegare i suoi poteri all’abate di San Pancrazio di Scilla. Con gli Aragonesi (XV secolo), invece, i beni del monastero appartennero al baliaggio gerosolimitano di Sant’Eufemia del Golfo (1445-1555). In questo periodo, quindi, la giurisdizione religiosa e temporale passò a frate Serio Seripando Napolitano, Baglivo dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani di Malta, che acquistò il feudo dal re d’Aragona (1445). Melicuccà venne, quindi, identificata come grangia (organizzazione economica di beni e persone ,inizialmente un edificio rurale, intorno al quale si aggregava un villaggio di contadini e manovali che da questo dipendevano) della Religione di Malta. Nel 1495, a pochi chilometri da Melicuccà, avvenne lo scontro decisivo tra Francesi e Spagnoli, che segnò la fine del dominio aragonese nell’Italia meridionale (battaglia di Figurella). Al periodo aragonese successe il più lungo e solido periodo spagnolo (1504-1707). Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) venne fondato a Melicuccà, il Convento dei Frati Minori Cappuccini (1575) e nel 1569, due confraternite laicali: l’arciconfraternita dell’Assunta e la confraternita del SS. Rosario. Le due confraternite erano, tra l’altro, espressione della divisione sociale esistente a quei tempi nel paese: quella dell’Assunta riuniva tutti i nobili, mentre quella del Rosario, riuniva i ceti meno abbienti. Nel corso del XVI secolo il declino del monastero e della comunità grecofona, che viveva nel ghetto chiamato prima “Grecìa” e poi “Cersi d’a Grecìa”, si acuì. Il culto di San Giovanni sostituì quello di Sant’Elia. Il Seicento (XVII secolo) è il secolo d’oro per Melicuccà, segnato da un cospicuo sviluppo urbanistico. Si costruiscono edifici. Fiorisce il culto delle lettere e delle arti. Ma il 5 luglio 1647, ebbero inizio a Melicuccà una serie di rivolte popolari, contro il Commendatore e contro i nobili. Nel 1783 Melicuccà fu violentemente colpita dal terremoto. Il sima provocò ingenti danni anche al monastero delle grotte, che non venne più ricostruito. Il 16 novembre del 1894 la Calabria e la Sicilia vennero colpite da un fortissimo terremoto. Gli effetti a Melicuccà, per quanto gravissimi, furono meno disastrosi rispetto ad altri centri calabresi. Il terremoto del 5-8 settembre 1905 accrebbe le precarie condizioni economiche del paese, già provato un decennio prima dal terremoto del 1894. L’abitato di Melicuccà subì danni gravissimi. La popolazione era ancora prostrata dal grave sisma del 1905, quando, il 28 dicembre 1908, verso le ore 5.15, un altro disastroso terremoto sconvolse la Calabria meridionale e la Sicilia nordorientale. Le conseguenze furono devastanti anche per i paesi della Piana di Palmi, compreso Melicuccà. Negli anni del fascismo (1922-1945) la baraccopoli costruita dopo il terremoto del 1908 venne smantellata e nacque un quartiere nuovo, di inconfondibile impronta fascista: il “Paese Nuovo”
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177799
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0