torre di Guaceto è la più grande delle torri dette “a base quadrata vicereali” erette in Terra d’Otranto durante il Regno di Carlo V a seguito dell’editto impartito nel 1563 dal viceré di Napoli don Pedro Afán de Ribera, Duca d’Alcalà. La costruzione, collocata all’estremità meridionale del promontorio omonimo di Guaceto, si trova in un punto strategico poiché da qui era possibile non solo controllare la rada portuale riparata dai venti dei quadranti settentrionali ma anche comunicare visivamente con altre fortificazioni costiere. Queste caratteristiche, unite anche alla presenza di acqua dolce, portarono gli aragonesi a controllare l’area con la torre che, probabilmente, esisteva già nel 1531 quando il marchese de Alarcon la pose a difesa di un’insenatura che i Veneziani usarono nel 1484 e nel 1528 per sbarcare e attaccare la città evitando così le difese provenienti dal forte di Sant’ Andrea. Al maestro muratore Giovanni Lombardo di Brindisi fu quindi chiesto di adattare le strutture preesistenti al nuovo sistema difensivo della costa, formato da torri di avvistamento intese come fortezze presidiate da soldati, in linea con le caratteristiche espresse nell’editto del 1563. La torre presenta una pianta quadrata e pareti a scarpata con ampie caditoie ad archetto in controscarpata, ciascuna difesa da due archibugiere; sul lato del mare sono presenti tre caditorie, due sui lati Nord e Sud e solo una si trova sul lato di terra. Tipico di molte torri vicereali, la presenza di un vano utilizzato come cisterna e ricavato nel terrapieno che costituisce il piano terra della struttura. All’interno di questa cisterna fu ricavata una conduttura per convogliare l’acqua piovana in modo da garantire l’approvvigionamento idrico al personale di guardia. L’ambiente interno, invece, è posto al primo piano ed ha una forma quadrata. Interessante notare che, sulla parete del lato di terra, sia ancora conservato il camino