Costruita insieme alle vicine Torre Incina, Torre D’Orta, Torre S. Giorgio e Torre Egnazia, Torre Cintola sorge in località Capitolo, lungo la costa di Monopoli (in provincia di Bari) e fa parte delle torri costiere fortificate realizzate nel corso del XVI secolo, durante la dominazione aragonese, allo scopo di difendere il Regno dagli attacchi e dalle ripetute scorrerie operate delle popolazioni saracene. Nel 1532 il viceré di Napoli don Pedro alvarez de Toledo emanò una prima ordinanza con la quale obbligava le università (cioè le città) e i privati a provvedere alla fortificazione, a proprie spese. Una trentina di anni dopo, nel 1563, con un nuovo editto del viceré don Pedro Parafan de Riberacon si riprese il programma della costruzione di una catena di torri marittime: fu stabilito che gli ingegneri regi avrebbero individuato i luoghi, dove costruire altre torri di vedetta ad una distanza tale da essere visibili da altre più vicine, in modo che potessero avvistare e segnalare eventuali assalti. In seguito, il presidio di tutte le torri del regno divenne obbligatorio e regolato da precise norme. Tra le torri della Terra di Bari, lungo la costa monopolitana tra il 1569 e il 1573 fu realizzato un micro-sistema di cinque torri per potenziare la difesa cittadina insieme al forte costiero, il Castello di Carlo V, costruito a protezione dell'ingresso del porto antico, sull'angolo nord-est della cinta muraria. Torre Cintola sorge su un piccolo promontorio roccioso lungo la costa meridionale di Monopoli, a circa 5 chilometri dal centro storico, in contrada Capitolo, località molto frequentata dal turismo balneare. Della struttura a base quadrata (10 metri di lato) e corpo troncopiramidale si conserva, ancora integro, il solo piano terra poichè importanti crolli hanno interessato il piano superiore probabilmente nel corso della seconda guerra mondiale. Recentemente restaurato, il monumento fa parte dell’itinerario culturale costiero realizzato dal comune che comprende la chiesa rupestre di San Giorgio, edificio religioso interamente scavato nel banco di roccia nei pressi del quale si conservano i profondi solchi dell’antica via Traiana, e i ruderi della torre di San Giorgio