La ristrettezza della strada non valorizza compiutamente il prospetto, terminante con un cornicione modanato e movimentato da una serie di cinque balconi al piano superiore corredati di cornici lineari e trabeazione modanata. Al piano terra sono presenti tre portali con arco a tutto sesto alternati a portali architravati (non originari) con cornice modanata. Il portale centrale, che immette nell'androne e nella graziosa corte, presenta alla chiave un fregio litico con una mano scolpita chiusa a pugno, ma con il pollice aperto e l'indice teso ad indicare una cassetta: semplice decoro o probabile riferimento familiare; lo stesso ornamento in pietra si ritrova alla chiave degli altri due archi, senza elementi figurativi. Attraverso l’androne, pavimentato con lastre di pietra vulcanica, si accede alla piccola corte, su cui prospetta una coppia di archi, su due livelli. Quelli al piano terra permettono di accedere uno alla scala e l'altro agli ambienti terranei, contrassegnati da volte a crociera in mattoni. Gli archi superiori corrispondono alla graziosa loggia. Divisa in due brevi rampe, raccordate da tre scalini, la comoda scalinata si fregia di un blocco di arenaria in cui si ammira la singolare effigie di uno splendido mascherone. Di recente il piano nobile è stato diviso per la cessione di una parte ad altro proprietario; a questa ala, che affaccia sulla strada con due dei cinque balconi del prospetto, si accede da una scalinata collocata nel portone che immette nel grande cortile. Questa scalinata, che prima era esterna al fabbricato e scoperta e che conserva tuttora il monogramma AC di Alessandro Caso, in origine dovette servire come accesso secondario del palazzo; fu coperta ed inglobata nella fabbrica in occasione di un ampliamento realizzato all'interno del cortile. Anche i terranei di questo appartamento, oltre alle antiche strutture, conservano il pozzo e la cantina. Nelle camere si ammirano gli splendidi pavimenti del primo Novecento e le volte magnificamente affrescate